le interviste di Sol

Micaela D’Onofrio, dal ballo di coppia ad artista a tutto tondo

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Intervista a una delle pittrici più interessanti di Spoleto Arte 2021: fra donne oniriche e quei segnali per diverse sensibilità...

 

L’edizione 2021 di Spoleto Arte resterà senza dubbio negli annali per la qualità complessiva delle opere presentate, marchio di fabbrica del direttore Salvo Nugnes che da anni dedica a Spoleto un’importante ribalta artistica e mediatica. Molti, anche quest’anno, i pittori interessanti che hanno voluto essere presenti con le proprie opere alla Terrazza Frau, sotto gli occhi di un parterre come sempre di primissimo ordine, a cominciare dal critico d’arte Vittorio Sgarbi.

Fra le molte storie approdate a Spoleto lo scorso luglio c’è quella dell’abruzzese Micaela D’Onofrio, per anni ai vertici del ballo di coppia internazionale per poi divenire pittrice eclettica e apprezzata nonché designer di borse esclusive. In ogni quadro un sogno differente con dentro un pezzetto di lei, ma anche messaggi nascosti agli occhi di chi non li ha preparati per guardare davvero le sue opere.

 

Micaela, parlaci delle tue due fasi artistiche. “Nel mio primo momento mi sono dedicata ai ritratti di personaggi famosi: ho acquisito informazioni da fonti parallele, che non si trovano facilmente in giro, secondo le quali questi personaggi sarebbero ancora vivi... Per esempio Marylin Monroe, Elvis Presley, Michael Jackson e altri. In seguito mi sono dedicata al genere femminile immaginando delle donne oniriche, proiettando spesso su di loro quelli che erano i miei stati d’animo del momento”.

Ma queste donne oniriche hanno tutte un po’ di Micaela, giusto? “Sì, mi ritrovo parecchio dentro ognuna di loro. Qualcuno ha paragonato i miei quadri a una sequenza di diapositive ispirate a ‘Tonight tonight’ degli Smashing Pumpkins… Credo sia uno dei più bei complimenti che mi si potessero fare, infatti me lo rivendo ogni volta che posso! Senza i nostri sogni siamo ben poco”.

Cos’è che deve contenere un tuo quadro, per essere davvero tuo? “Emozioni. Ma non solo. Deve avere comunque un significato, un messaggio. In ogni mia opera inserisco messaggi che non sono subito riconoscibili, ma molto apprezzati da chi riesce a notarli”.

Stai parlando, per esempio, del geco accanto al ritratto di Michael Jackson? “Beh, anche. Voglio credere che sia ancora nascosto da qualche parte e mi piaceva questo aspetto un po’ mimetico, volevo fare questo parallelismo. Poi ci sono anche simboli più spirituali sparsi per le mie tele: ma non parlano a tutti, ovviamente”.

Nascono prima i quadri o le borse? “Prima i quadri. Quella delle borse è stata un’intuizione. Durante il lock-down ho iniziato a dedicarmi ai lavori a maglia e all’uncinetto, attività lontanissima da ogni mia esperienza pregressa. Il tempo libero era molto... Non potevo trascorrerlo tutto dipingendo. E così mi sono dedicata a questa nuova esperienza, a cui ben presto si sono aggiunti anche dei lavori in resina come braccialetti e altri accessori. Così ho messo tutto insieme e sono nate le borse, in ognuna delle quali c’è sempre un accessorio creato da me in resina e una parte dipinta”

A quanti pezzi siamo arrivati? “Al momento abbiamo una collezione di una decina di pezzi, ma siccome me li stanno richiedendo ho iniziato a ‘mettere sotto’ (ride) anche mamma e mia suocera! Io creo il modello e loro mi aiutano a realizzarlo. Ogni pezzo è unico”.

Non è escluso che si possa creare una linea… “Magari… In effetti ci sto pensando. Finché ho l’ispirazione, produco. Del resto tutti hanno iniziato in uno sgabuzzino, no? Io sto cercando un laboratorio che mi faccia anche da magazzino, in cui riporre le opere e i materiali, perché davvero l’ingombro ora comincia ad essere importante”.

D’Onofrio nasce atleta, poi diventa pittrice e infine anche fashion designer: quante vite ha vissuto, fino ad oggi, questa ragazzina di quarant’anni? “Sono stata ballerina di danza di coppia ad alti livelli, ho seguito il mio percorso prima insieme a mio fratello poi con mio marito. Oggi abbiamo una scuola di ballo in Abruzzo, una realtà abbastanza grande. Ma ogni stagione della vita ha le sue passioni, ritengo: tutto sta a saperle ascoltare, riconoscere e coltivare. Per cui ritengo che non sia molto importante il numero di vite che ho vissuto fino a oggi, quanto piuttosto il numero di vite che ho ancora davanti a me. Ma di una cosa sono sicura: le prossime vite saranno tutte intense come lo sono state le esperienze passate, che tuttora fanno parte di me”.



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