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Economia, i dati generali dell'Umbria sono preoccupanti

 

 

Anche l'Umbria, come il resto del Paese, non presenta dati troppo confortanti riguardo la ripresa economica e l'occupazione. Giusto qualche giorno fa è stato detto in tutte le TV che l'occupazione sta aumentando, il che è vero, ma quello che non si è ancora ben compreso è che ad aumentare sono i


lavori con un contratto a tempo determinato, il che significa uno stuolo di persone sempre più precarie. Sempre nei giorni scorsi si è fatto il punto sulla situazione delle cooperative e di conseguenza dell'occupazione e il quadro, sebbene non disastroso, non è dei più rosei.

Legacoop, tavola rotonda a Spoleto. La tavola rotonda ha messo in evidenza come le cooperative umbre che si sono associate a Legacoop nel decennio della crisi, quindi dal 2008 fino al 2015, sono passate da 93 a 107, segnando quindi un incremento del 15%. A essere cresciute tanto di numero sono soprattutto le cooperative sociali che attualmente sono aumentate di 13 unità, passando quindi da 40 a 53 imprese. Ovviamente sono cresciuti anche gli occupati di conseguenza, che passano così da 9.556 unità a 10.788 unità nel 2015, segnando un positivo +12,9%, positivo dato che in questo caso, e in totale controtendenza rispetto all'Italia in generale, i contratti sono per lo più a tempo indeterminato.

Da questi dati sembrerebbe tutto molto positivo, e in gran parte infatti lo è, tuttavia la situazione generale dell'economia della regione e della città stessa non esortano a festeggiare, almeno, non eccessivamente.

Aumenta la povertà e diminuisce la popolazione. Dal 2008 l'Umbria ha iniziato a conoscere una forte crisi sociale. Questa chiaramente è strettamente legata alle vicende economiche della regione dove sono presenti sul territorio diverse imprese multinazionali e dove, tuttavia, l'economia ha subito un vero e proprio arresto. Chiaramente si parla di una tendenza comune su tutto il territorio nazionale, ma nello specifico i dati sono assolutamente poco incoraggianti. Il PIL pro capite desta preoccupazione. Sono tante le famiglie che versano in condizioni drammatiche.

A tutto quesito si deve aggiungere il fatto che la popolazione sta sensibilmente diminuendo, la regione, soprattutto in determinate aree, si sta spopolando e questo non fa che peggiorare le condizioni economiche generali.

E le imprese? Le imprese non se la passano benissimo, e lo si evince appunto anche solo dando uno sguardo generale al quadro della situazione. Aumentano i debiti, soprattutto per la pesante tassazione, si ricorre molto spesso a finanziamenti per arrivare a non chiudere, ma va detto anche che piccoli imprenditori, che non riescono ad accedere a finanziamenti pubblici, riescono a risollevare le sorti della propria attività ricorrendo a finanziamenti privati, piccoli prestiti come per esempio il prestito compass o piccoli incentivi che di quando in quando vengono erogati a livello regionale o comunale, anche se non a fondo perduto.

Male ma non malissimo, si aspetta quindi qualche novità dall'anno nuovo.



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