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Gara Usl, l'opposizione chiede il dietrofront
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Gara Usl, l'opposizione chiede il dietrofront
Pronta un'interrogazione per cercare l'unanimità a Palazzo Cesaroni, in caso contrario sarà ricorso al Tar per sospendere il bando al ribasso. Sisti: "Regione non può giocare con la pelle dei cittadini"
Subito un’interrogazione a Palazzo Cesaroni e poi, qualora cadesse nel vuoto, esposto al Tar dell’Umbria. Sulla gara d’appalto per i servizi socio-sanitari della Usl la politica regionale si mobilita e annuncia battaglia, pur senza rinunciare al dialogo in assemblea legislativa. Questa mattina (3 agosto) a Palazzo Mauri c’era mezza opposizione in consiglio regionale, mentre l’altra metà è intervenuta in videoconferenza. Come del resto in video-collegamento sono intervenuti il sindaco Sisti – presente il vicesindaco Lisci, nella foto durante il suo intervento – e l’assessore comunale Renzi, quest’ultima annunciando una conferenza capigruppo per lunedì prossimo,allo scopo di cercare l’unanimità sulla questione.
Il punto, ormai è arcinoto, è il bando di gara per l’affidamento dei servizi socio-sanitari della Usl 2, pubblicato, con una tempistica quantomeno discutibile, il giorno prima dell’entrata in vigore della nuova legge sulle gare d’appalto, che vieta il criterio del massimo ribasso perfettamente in linea, peraltro, con la recente mozione approvata all’unanimità dal consiglio regionale dell’Umbria, nella quale si chiede alle Usl di non utilizzare tale criterio per l’assegnazione dei servizi. Eppure, al momento, nel bando di gara-ponte – appena 6 mesi di durata – non si tiene minimamente conto né degli indirizzi del Consiglio regionale né, tanto meno, della nuova legge nazionale sugli appalti.
Dopo l’intervento di Fora (Patto Civico) a Palazzo Cesaroni e il rincaro dei sindacati autonomi e confederali, l’opposizione si è presentata compatta per chiedere di rivedere il bando, che al momento sembra studiato per favorire l’ingresso di soggetti esterni alla realtà umbra: soggetti molto forti economicamente, che potrebbero tranquillamente lavorare “a rimessa” per i primi sei mesi per poi passare all’incasso impadronendosi dei servizi, in barba alla qualità degli stessi e al tessuto economico regionale. Soggetti che, a giudicare dai sopralluoghi effettuati nelle strutture socio-assistenziali locali, provengono da Lombardia, veneto e Puglia, alcuni dei quali hanno referenze con importanti società con sede in Germania e Francia. Insomma, quanto di più lontano dal virtuoso “sistema Umbria” dei servizi socio-assistenziali, che in 40 anni ha reso la nostra regione un esempio per tutta Italia.
“La Regione – ha detto il sindaco Sisti – non può continuare a fare il gioco basso sulla pelle dei cittadini”. “Oggi stesso presenteremo l’interrogazione, invitando anche la maggioranza a chiedere alla Usl di rivedere questa procedura di gara”, le parole del consigliere regionale del Pd Bori. “In caso di mancato accoglimento, procederemo con il ricorso al Tar dell’Umbria”. Chiedere la sospensiva al Tribunale amministrativo appare, al momento, l’unica strada ragionevole per bloccare il bando, in scadenza il prossimo 31 agosto. Ma la madre di tutte le domande rimane, per il momento, senza risposta: a chi giova, o meglio a chi gioverebbe, lo sfascio del sistema socio-assistenziale regionale?
I commenti dei nostri lettori
Alessandro Bocci
1 anno fa
Garantisce di più il Consiglio di Stato io non mi fiderei del TAR.
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