politica

Ospedale, aumentano i dubbi e i timori

 

Il gruppo 'Spoleto 2030' chiede il mantenimento della chirurgia ortopedica d’urgenza. 'Servizio fondamentale per l'utenza'

 

"In occasione del Consiglio Comunale aperto, tenutosi lo scorso 12 gennaio ed incentrato sul cosiddetto Terzo Polo Sanitario, né il Direttore Generale della Azienda Usl Umbria 2 né il Direttore Regionale dell’Assessorato alla Salute hanno fatto riferimento nel corso dei loro interventi ai numeri ed alla qualità della chirurgia in ambito ortopedico relativa alla frattura del femore presso l’ospedale di Spoleto". A denunciarlo è il gruppo "Spoleto 2030".
 
"Lo facciamo noi con questo comunicato, raccogliendo i dati dal sito della azienda Usl Umbria 2: 76 interventi chirurgici di riduzione della frattura del femore solo nel primo semestre dell’anno 2022 a fronte di uno standard annuo di 75 interventi con riferimento ai volumi di attività, come indicato dal D.M. n.70/2015. I numeri ci sono tutti per reclamare il mantenimento di questo servizio ospedaliero, ancora più importante se solo si pensa che la frattura del femore è particolarmente frequente nella popolazione anziana, che vede la città di Spoleto come il comune umbro al di sopra sopra i 20 mila abitanti con la più alta incidenza di ultra 65enni (siamo oramai al 29,5% sul totale dei residenti)".

Perché allora, secondo il gruppo, "non prevedere nel modello organizzativo del Terzo Polo sanitario il mantenimento della chirurgia ortopedica d’urgenza a Spoleto, tantopiù che a Foligno sono evidenti le difficoltà – come riportato ad inizio Dicembre in un post dal nostro coordinatore del Tavolo Qualità della Vita Giorgio Pallucco - a gestire i volumi di attività nei tempi indicati dagli indicatori di processo (48 ore dall’ingresso in struttura)? Crediamo che la logica dell’integrazione tra presidi abbia come primo obiettivo, prima ancora della suddivisione delle attività da svolgere in ogni singola struttura, la salute dei cittadini e la qualità dei servizi erogati: se non si riescono a gestire volumi ed esiti in un singolo presidio, occorre prevedere il supporto di attività da parte di un ulteriore presidio, tanto più se quest’ultimo risulta già operativo e con volumi ed esiti in grado di garantire qualità e sicurezza delle cure".



I commenti dei nostri lettori

Robin Hood

1 anno fa

Temo proprio che il destino del nostro ospedale sia quello di 'lager' per anziani e luogo di eutanasia, come già accade in Canada.

Dalla situazione si deduce questo:

1 anno fa

Se da parte dei politici non arriva presto a una definizione chiara del Terzo Polo Ospedaliero, in molti cittadini matura sempre più l'impressione che le Autorità Sanitarie Regionali vogliano trasformare l'ospedale spoletino da "San Matteo degli Infermi a San Matteo degli Inermi".

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