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TERREMOTO, LA PROPOSTA DI CONFARTIGIANATO: UNA “ZONA FRANCA” CON SGRAVI FISCALI PER LE IMPRESE E PER I TURISTI

 

 

La rappresentanza delle aziende associate al sistema Confartigianato Imprese dell’Umbria dell’area del sisma, in audizione di fronte alla competente Commissione regionale, ha suggerito alcuni provvedimenti che l’assemblea regionale potrebbe emanare per far decollare la ricostruzione e per aiutare l’economia dei territori colpiti dal terremoto attraverso la creazione di una “zona franca”, con agevolazioni fiscali e contributive.


“La ripartenza dell’economia e della vita sociale dei territori del cosiddetto cratere – la premessa del segretario di Confartigianato Umbria, Stelvio Gauzzi– è indissolubilmente legata all’avvio della ricostruzione degli edifici, sia pubblici che privati. Operazione indispensabile, oltre che per il consolidamento statico, per fare in modo che ogni attività ritrovi il proprio sito produttivo, laboratorio o officina. Ma anche la casa di ciascuna famiglia e quei luoghi di aggregazione sociale propri del territorio. E’ impensabile, a nostro parere – ha sottolineato Gauzzi – prevedere una qualsiasi ripartenza o addirittura il ripristino della normalità senza dare avvio e continuità alla ricostruzione materiale dei luoghi e degli edifici”. 

Snellire l’iter burocratico

Confartigianato lamenta come ormai da oltre tre anni gli uffici pubblici preposti alla ricostruzione scontino, oltre alle lungaggini delle procedure burocratiche, la cronica mancanza di personale qualificato al controllo delle pratiche.

Per questo Confartigianato Imprese Umbria propone che tutte le economie oggi a disposizione della Regione per risparmi avuti nelle erogazioni dei vari bandi o concessioni di aiuto nelle zone del cratere vengano convogliate per potenziare l’Ufficio della ricostruzione (Usr Umbria) e per verificare il corretto funzionamento delle procedure da parte dei dirigenti preposti.

“Queste disfunzioni – ha spiegato Gauzzi – non solo recano un danno alla ripresa del territorio, ma aumentano le problematiche, perché accumulano ritardi nelle pratiche, specialmente nei pagamenti. E a caduta – è l’allarme lanciato – andranno in sofferenza anche le piccole attività del territorio che sono di supporto alle imprese che operano nella ricostruzione”.

Confartigianato ha ricordato che in alcune zone del cratere gli enti locali devono approvare progetti di studio o di opere pubbliche che, per morfologia dei luoghi, impediscono la presentazione delle pratiche per la ricostruzione privata. Da qui la richiesta di un iter che garantisca celerità.

Il master plan

Gauzzi ha poi parlato del master plan di sviluppo della Valnerina contemplato nella legge regionale 8/2018: “Ad oggi si sono perse le notizie di questa lodevole idea. Considerando anche il progetto per le aree interne, chiediamo – è la richiesta del segretario della Confartigianato – che occorra dare avvio quanto prima a un serio lavoro di integrazione fra questi due studi, per consentire anche di cogliere le opportunità di questi luoghi, ricchi di storia e tradizione e pregevoli dal punto di vista naturalistico”.

La “zona franca”

Per questo Confartigianato invita la Regione Umbria a farsi portavoce presso il Governo nazionale di una proposta che renda questi territori colpiti dal terremoto “una zona franca”, con regimi di sgravi o esenzione contributiva e fiscale, almeno fino al ritorno alla normalità. Una misura che possa premiare chi è rimasto ancora a lavorare in questo territorio e magari attrarre investimenti. E poi, agevolazioni per i turisti, che potrebbero detrarre le spese della vacanza nella zona franca.



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