economia

Paese che vai, usanze che trovi

 
 
 
 

 

La settimana scorsa scrivevamo: “Gli elementi quindi da monitorare con attenzione sono: dati macroeconomici (fiducia consumatori, disoccupazione e Pil) e tassi d’interesse. Sono queste le micce che potrebbero innescare incendi pericolosi”. Infatti, il dato relativo all’indice ISM manifatturiero, è uscito


nettamente inferiore a 47,8 punti, contro il 50,1 previsto dagli esperti ed inferiore comunque al dato di agosto di 49,1. Era dall’anno 2009 che non si registrava un valore così basso dell’indice ISM. Solo questo dato ha creato un forte nervosismo sul mercato, tant’è vero che nella giornata di giovedì 3 ottobre, il Dow Jones si portava a livello intraday a circa il – 4% rispetto alla chiusura di venerdì.

Invece, sorprendentemente, un altro dato economico strategico ha riportato il bel tempo sui mercati, infatti il tasso di disoccupazione è sceso al 3,5% (rispetto al 3,7% delle previsioni), corrispondente ad un livello visto l’ultima volta 50 anni fa, nel dicembre 1969. Il Dow Jones ha recuperato ampiamente le perdite ed ha concluso la settimana con un accettabile -0,92%. Questi dati contrastanti, confermano che ci troviamo in un area molto delicata, e questi cambiamenti repentini del sentiment del mercato, devono invitarci alla prudenza per le prossime settimane.

Tom Orlik, capo economista di Bloomberg Economics ha dichiarato: "Il nuovo indicatore di probabilità di recessione negli Stati Uniti mostra un segnale di avvertimento e mostra che la probabilità di una recessione nei prossimi 12 mesi è di circa il 25%. Tenendo conto dei venti contrari legati all'incertezza commerciale e al rallentamento globale, ci aspettiamo che la resilienza del settore dei consumatori e ulteriori tagli da parte della Federal Reserve sostengano la crescita ".

Al momento quindi, prudenza con moderato ottimismo infatti invertendo la lettura del nuovo indicatore di probabilità di Bloomberg, leggiamo che ci sono circa 75 probabilità su 100 di non essere ancora in recessione. Poiché riteniamo molto importante la situazione economica per il futuro dei mercati finanziari, questa settimana analizziamo come sono composti gli indici delle tre principali economie mondiali. Analizzeremo la composizione settoriale dell’S&P 500, ovvero le 500 azioni più importanti degli Usa, le 600 più importanti d’Europa con l’indice Stoxx Europe 600 e l’indice Shanghai Composite composto da oltre 1.500 titoli.

 

FIGURE 1, 2 e 3

Come si evince chiaramente, l’indice americano ha una distribuzione più ottimale rispetto agli altri indici. Ci sono cinque settori che hanno un peso tra il 12 e il 13%, che rappresentano circa il 65% dell’intero paniere. Poi ci sono sei settori, che rappresentano il restante 35%. In Europa la situazione è molto diversa, il settore industriale e quello finanziario pesano per il 37% di tutto il paniere. Il settore finanziario resta ancora molto elevato con un peso del 18%, che sale addirittura al 20% se si analizza l’Euro Stoxx 50.

Questo settore ha ostacolato molto la crescita dell’indice europeo. Inoltre, appare evidente come l’Europa sia indietro al resto del mondo per quanto riguarda il settore informatico e quello tecnologico, con un peso del 5,50%, contro il 13,47% degli Usa e l’8,62% della Cina. La Cina invece, concentra la sua economia su tre settori in particolare che hanno un peso di oltre il 58%. Il settore industriale è parte trainante dell’economia della Repubblica Popolare: da solo pesa per oltre un quarto rispetto a tutti gli altri settori.

Tutte e tre le economie registrano un dato molto significativo: i beni voluttuari - cioè quelli che soddisfano i bisogni secondari e voluttuari dell'uomo - hanno sorpassato i beni primari, sinonimo questo di economie con popolazioni con benessere maggiore e quindi più propense al consumo. Nelle prossime settimane, costruiremo un sotto indice Usa con i 5 settori macro, uno europeo con 3 settori macro, ed uno cinese sempre con 3 settori macro. Monitorando quest’indici “home made”, avremo segnali più precisi e tempestivi. 

(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl



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