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Il denaro non dorme mai
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Il denaro non dorme mai
Da mesi, sosteniamo che uno dei motivi per il quale il mercato azionario americano continui a salire, è l’effetto T.I.N.A (there is no alternative). Si parte dal presupposto che i mercati finanziari rispettino il principio della teoria dei vasi comunicanti, ovvero il denaro si sposta in continuazione tra un asset class e
l’altra a seconda della convenienza. Generalmente, la maggior parte del denaro si sposta tra l’asset class obbligazionaria e quella azionaria o viceversa. In questo particolare momento storico, con oltre il 25% delle emissioni obbligazionarie mondiali a tasso negativo, si cercano soluzioni alternative per avere redditività.
Il dividendo medio atteso a 12 mesi sull’indice S&P 500 è pari all’1,93%, mentre il rendimento sul titolo a 10 anni emesso dal governo Usa è dell’1,70%. Ecco perché nonostante qualche piccola correzione, il denaro si riposiziona sempre dove trova un rendimento più elevato.
Il problema, è che si sta snaturando il concetto di rischio, infatti, gli investitori pur di trovare qualche punto in più di rendimento si spostano su asset molto più rischiosi. Questo fenomeno, contribuisce a rendere il quadro generale sempre più complesso.
Marc Faber, uno dei guru più ascoltati al mondo, ha dichiarato recentemente che l’obiettivo della sua consulenza in questo particolare momento di mercato è: “Cercare di mantenere intatto il valore del portafoglio nei prossimi 3 anni”. Anche Warren Buffet, tiene quasi 1/3 del suo portafoglio in liquidità perché non trova investimenti che rispecchino i suoi parametri di valutazione.
La Neo, già da mesi ha ridotto l’esposizione del 50% sul mercato equity proporzionalmente alla propria propensione al rischio.
Grafico S&P 500:
FIGURA 1
Il grafico su base settimanale, mostra l’indice in una fase di consolidamento, i livelli da monitorare sono 3.027 (linea tratteggiata rossa) e 2.905 (linea tratteggiata verde), le cui rotture sempre su base weekly porterebbero alla creazione di un nuovo movimento direzionale sia al rialzo che al ribasso. Pazienza e disciplina, sono i due elementi fondamentali per affrontare i difficili mercati moderni. Aspettiamo con calma che sia il mercato stesso a darci un indicazione sul prossimo movimento.
A livello economico, segnaliamo una forte correlazione tra l’andamento della fiducia dei consumatori e l’S&P 500. Ma, come spesso sosteniamo, un grafico vale più di mille parole:
FIGURA 2
La linea nera (fiducia dei consumatori), generalmente ha anticipato l’andamento dell’indice globale S&P 500 (linea verde), negli ultimi mesi notiamo che vi è un disallineamento tra i due valori. Saranno molto importanti le rilevazioni sulla Conference Board ConsumeR Confidence nei prossimi mesi, per capire se siamo di fronte solo ad un rallentamento economico, oppure ad un principio di recessione.
Spostiamoci adesso, sul fronte obbligazionario e vediamo come sono le previsioni aggiornate a Settembre sui rendimenti futuri dei titoli di stato Usa. La previsione è elaborata da un panel di oltre 50 banche e società specializzate in analisi finanziaria prevalentemente di matrice americana:
FIGURA 3
Alla fine del 2021, il T-bond 10y dovrebbe avere un rendimento del 2,31%, e quindi essere superiore al dividendo medio atteso sull’S&P 500. L’anomalia è che nello stesso periodo gli stessi esperti, prevedano invece una riduzione del tasso centrale della Fed di circa 0,40 basis point.
Riepilogando, si configura uno scenario con una riduzione dei tassi dello 0,40%, e contemporaneamente un aumento dei rendimenti di circa lo 0,60% sui titoli di stato.
Tutto questo, genererebbe quasi un 1% di valore assoluto nel mercato obbligazionario, rispetto ai valori di oggi. Questo dato, se confermato, potrebbe essere un altro motivo di allarme per il mercato globale, infatti, gli asset meno rischiosi diventerebbero più appetibili. Gli elementi quindi da monitorare con attenzione sono:
- dati macroeconomici (fiducia consumatori, disoccupazione e Pil);
- Fed e tassi d’interesse.
Sono queste le micce che potrebbero innescare incendi pericolosi. Neo, pur condividendo pienamente la view di Marc Faber, ovvero che ci aspettano tre anni difficili, ha elaborato una propria strategia per cavalcare questa opportunità epocale.
E’ chiaro che, dopo questa fase di difesa, bisogna passare all’attacco!
(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl
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