Salute
Malattie cardiovascolari e prevenzione, successo per il convegno de 'Il Sorriso di Teo'
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Malattie cardiovascolari e prevenzione, successo per il convegno de 'Il Sorriso di Teo'
Teo vive. Non solo nei cuori di chi lo ha conosciuto ed amato. Grazie alle iniziative dell'associazione fondata dai suoi genitori, "Il sorriso di Teo", la cultura della prevenzione delle malattie cardiovascolari sta entrando nel tessuto sociale, culturale e sportivo della città. L'ultima iniziativa è stata inserita nell'ambito de "La Spoleto Norcia in Mtb" e si è svolta nella sala convegni della
parrocchia di San Gregorio. Medici, operatori specializzati nel campo del Bls (Basic Life Support), sportivi agonisti ed occasionali hanno preso parte al convegno sul tema: "Cuore e sport: l'importanza della prevenzione".
A portare il saluto dell'amministrazione comunale, la consigliera con delega al turismo, Paola Santirosi, in platea nella sua duplice veste di amministratrice e medico. Per il comitato organizzatore della Spoleto-Norcia in Mtb, il ringraziamento d'obbligo a Cristian Baroni, il padre del piccolo Teo scomparso prematuramente a 13 anni, è arrivato dal presidente Luca Ministrini. Ad entrare nel vivo dell'argomento è stata la dottoressa Silvia Nargiolini, cardiologa dell'ospedale di Città di Castello, la quale ha parlato dell'importanza del defibrillatore sui campi di gioco, sottolineando che la ricerca sta andando verso lo studio delle cause che portano alle morti improvvise, un terzo delle quali resta senza motivazioni mediche, anche in atleti apparentemente in buone condizioni.
I numeri sono impressionanti con 60mila casi acclarati in Italia ogni anno (di cui 1000 per soggetti con età inferiore a 35 anni). Lo sport - ha recitato una slide - non è considerato di per sé la causa di morte improvvisa, ma agisce come fattore scatenante in individui predisposti". Per questo motivo, fondamentale è stato l'intervento del D.M. del febbraio 1982, che riguarda gli accertamenti cui devono essere sottoposti i soggetti che praticano attività sportiva, agonistica e non. Una buona notizia: dall'entrata in vigore del decreto summenzionato l'incidenza delle morti improvvise nell'attività sportiva è calata quasi del 90 per cento.
Poi è stata la volta del professor Marco Pozzi (nella foto un momento del suo intervento), direttore di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica all'ospedale di Ancona, il quale ha centrato l'attenzione sugli studi fatti sulle coronarie a partire dal 1974. Pozzi ha posto l'accento sul fatto che questi studi non sono ristretti allo sport, ma valgono anche per l'uomo della strada. In particolare, però, con le nuove tecniche operatorie, le patologie delle vie coronariche possono essere risolte in modo da permettere il ritorno all'attività agonistica. Ma attenzione: mai sottovalutare i sintomi, che possono essere campanelli d'allarme molto seri.
Pompeo D'Ambrosio, medico sportivo, si è invece soffermato sul Decreto Ministeriale del 1982 riguardante la tutela dell'attività agonistica. Consiglio da non dimenticare: dopo i 35 anni, chi svolge attività sportiva con elevato impegno cardiovascolare deve sottoporsi annualmente ad un elettrocardiogramma da sforzo. Ma c'è anche un altro aspetto, non meno importante: il recupero dei pazienti cardiopatici. Lo ha affrontato, in maniera coincisa ma con la consueta chiarezza espositiva, la dottoressa Serenella Conti, responsabile della riabilitazione cardiologica dell'ospedale San Matteo degli Infermi. Oltre ad illustrare l'attività di questa struttura, la dottoressa Conti ha citato una massima di Bob Lewin, uno dei più grandi cardiochirurghi al Mondo. "Se ci fosse una pillola molto economica in grado di ridurre del 27 per cento le morti cardiache, molti europei la assumerebbero per eliminare l'ansia, la depressione ed i fattori che peggiorano la qualità della vita aumentando il rischio di patologie cardiovascolari, le quali hanno un'incidenza preponderante sulle cause di morte".
Insomma, molto è stato fatto. Ma il cammino è ancora lungo. E l'Associazione "Amici di Teo" sta aiutando i bambini e ragazzi spoletini in età scolare ad affrontarlo.
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