economia

Waka waka!

 
 
 
 

 

This time for Africa…così cantava Shakira durante i mondiali del 2010 in Sudafrica. Questa settimana torneremo a parlare delle capitalizzazioni mondiali e della relativa analisi dei flussi. Vediamo subito come


sono capitalizzati i mercati racchiusi in macro aree: 

FIGURA 1

L’Europa esce sconfitta nella sfida con i mercati, negli ultimi venti anni quasi tutti i paesi hanno dimezzato il loro valore di borsa (tranne alcune piccole eccezioni). I mercati hanno sentenziato un parere molto negativo sul processo dell’Unione Europea, mentre i cittadini europei venivano distratti da teatrini politici e notizie magistralmente manipolate, l’economia dell’intera area entrava in una fase di forte recessione.

I burocrati di Bruxelles troppo presi dal difendere le proprie poltrone, non hanno elaborato nessuna valida strategia per la ripresa economica. L’America grazie alla discussa amministrazione Trump, ha raggiunto nuovi massimi storici sull’indice Nasdaq nella giornata di giovedì 25 aprile (8.151). Molto bene anche le famigerate tigri asiatiche che hanno raggiunto livelli importanti in termini di capitalizzazione.

Oltre alla Cina e all’India che rappresentano due paesi in forte crescita, segnaliamo Indonesia, Thailandia, Corea del Sud e Taiwan in forte espansione. Analizzando i singoli paesi in termini di capitalizzazione, si possono trarre informazioni molto importanti:

FIGURA 2

Un'analisi superficiale potrebbe far pensare che un paese come l’Ucraina sia più sviluppato rispetto ad una nazione come la Nigeria, sia per la storia passata (colonizzata dai mongoli, dai polacchi, dall’impero russo fino all’indipendenza), sia per la prestigiosa Università di Odessa tra le migliori facoltà di matematica al mondo, dove sono stati formati i migliori maestri di scacchi. I numeri invece raccontano un'altra storia, la Nigeria ha una capitalizzazione di circa 11 volte più grande dell’Ucraina.

Addirittura un paese quasi sconosciuto dell’Africa meridionale senza sbocchi sul mare come il Botswana ha un peso di quasi il doppio rispetto all’Ucraina. Ma vediamo come si è comportato l’indice SGI Pan Africa che rappresenta le principali società quotate sui mercati azionari africani o che esercitano la loro attività prevalentemente in Africa:

FIGURA 3

Nel grafico lo abbiamo confrontato con l’S&P 500 ed entrambi gli indici sono stati “normalizzati” con una base di partenza di 100 su un periodo di 10 anni. L’indice americano tocca il valore 259 (ovvero ha incrementato di 2,59 volte il proprio valore) mentre l’indice africano ha leggermente perso di valore attestandosi a 93 (un calo di circa il 7%). In questo momento ci sembra particolarmente sottovalutato e potrebbe rappresentare un ottima idea per la diversificazione del portafoglio.

Con gli indici azionari americani che sono sui massimi storici, l’imminente arrivo di maggio che apre una stagione non molto favorevole ai mercati (sell in may and go away), vediamo cosa dice l’analisi dei flussi su Etf Reverse, ovvero gli strumenti che puntano a ribasso (short):

FIGURA 4

Da inizio anno (ytd) come evidenziato con il cerchio rosso, notiamo un aumento consistente degli Etf short sul mercato americano che hanno superato il bilione di controvalore. E' chiaro che questo dato non deve essere letto come un imminente calo degli indici, ma interpretato correttamente come informazione base nell'operatività. Sapere che i professionisti stanno coprendo le posizioni long o iniziando ad aprire piccole posizioni short, può essere un informazione molto preziosa.

Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare... 

(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl



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