economia

Ricostruzione, Confartigianato chiede rispetto per il territorio e le sue imprese

 
 
 

La presidente Severini: 'Il disegno di legge della Regione contiene più di un punto oscuro. Pronti al confronto su tutti i tavoli'

 

Puntare sulla ricostruzione per ridare ossigeno economico a territori in crisi profonda da anni e rilanciare la filiera dell'edilizia, che nello Spoletino vede presenti molte imprese con esperienza e professionalità. E' la via per ricreare posti di lavoro e rigenerare spazi ormai sterili da anni. "Il nostro territorio deve tornare ad essere fulcro del sistema ricostruzione, perché


ha tutti i requisiti per affrontare questa ripartenza". Con questo messaggio la presidente di Confartigianato Spoleto, Valeria Severini, sta da tempo sollecitando i diversi interlocutori ed è la posizione che con impegno stanno portando avanti i tre rappresentanti del territorio all'interno del direttivo Confartigianato Edilizia Perugia: Marco Arca, Anna Montefalchesi e Mauro Verrelli.

Nei giorni scorsi, in occasione della riunione del Direttivo Provinciale dell'Edilizia di Perugia, proprio per affrontare i problemi burocratici creatisi a seguito del sisma del 2016, hanno rappresentato con forza quesiti e problematiche all'attenzione del Presidente Edilizia Provinciale Augusto Tomassini, che si è dimostrato più volte attivo nelle richieste da parte di Spoleto.

I temi più importanti messi in discussione nella riunione hanno riguardato il Disegno di Legge della Giunta Regionale relativo alla ricostruzione delle zone colpite dal Sisma del 2016, la Legge 24.07.2018 n.89 (Conversione del D.L. 55/2018) e le ordinanze commissariali n. 59, 60 e 61.

In tutti i casi, gli imprenditori presenti al direttivo, hanno espresso delusione e preoccupazione per come si stanno approcciando le problematiche già da tempo segnalate.

"Nel Disegno di legge della Giunta Regionale - dichiara ancora la presidente Severini - non si capisce perché l'art.18 (Interventi nello spazio rurale) sia applicabile integralmente nei Comuni di Norcia, Cascia, Preci e Monteleone di Spoleto, parzialmente applicabili nei Comuni inclusi negli allegati 1 e 2 del DL 189/2016 e non applicambili ai restanti Comuni ricadenti nell'Articolo 1 del DL 189. Ricordiamo che i Comuni del cratere sono 15 e gli altri Comuni con segnalazione e riconoscimento dei danni sono addirittura 64, e rappresentano il 35% del danno complessivo creato dagli eventi sismici del 2016. Cosi facendo non si permette a una notevole fetta di edifici, gravemente lesionati, di beneficiare di quelle agevolazioni per prevenzione, quali delocalizzazione, riduzione dei piani con incremento dell'area di sedime fino al 100%, delocalizzazione di attività produttive ecc".

"Non si capisce - prosegue la Severini - come mai i proprietari degli edifici gravemente danneggiati non possano utilizzare la norma che 'per cause impeditive documentate dipendenti dal dissesto dei terreni' permetterebbe loro di delocalizzare il proprio fabbricato spostandolo da un zona altamente a rischio. Tutti sappiamo come l'intera Regione Umbria sia a rischio Dissesto Idrogeologico. Il rischio concreto è quello di far sì che il proprietario, visto comunque il persistere del problema, decida di rinunciare al contributo oppure faccia l'intervento con il rischio di problematiche future. Ma così facendo le imprese sarebbero comunque penalizzate in questo momento di scarso lavoro".

Nel corso del direttivo si è inoltre discusso della conversione in legge del D.L 55/2018, con cui si è aumentata la soglia di obbligatorietà per l'attestazione SOA che è passata da 150 a 258 euro.
"Peccato però - chiosa la presidente - che tale innalzamento di soglia valga solamente per la ricostruzione leggera! Ci domandiamo perché la stessa impresa non possa eseguire lo stesso importo di lavori sia che siano di ricostruzione leggera che pesante".

Infine, prendendo in esame l'Ordinanza n.59 del 31 luglio 2018 riguardante le modalità e le procedure di verifica a campione sugli interventi di ricostruzione privata ammessi a contributo, Confartigianato si chiede, leggendo l'articolo 2, a chi verrà addebitata la sospensione dei lavori nel caso in cui, in fase di verifica, venissero riscontrate inesattezze nella compilazione dei progetti. E' evidente che le imprese non potrebbero sicuramente accollarsi settimane, se non mesi, di fermo cantiere.

"Auspichiamo - conclude Valeria Severini - un dialogo più approfondito con le aziende presenti nei territori di Spoleto e della Valnerina, proprio per avere un riscontro ed una più ampia possibilità di confronto. L'Associazione ha come ruolo quello di farsi portavoce dei propri iscritti soprattutto nei tavoli istituzionali, non dimenticando i diretti interessati e le imprese sulle quali queste decisioni ricadono, imprese che cercano all'interno dell'Associazione un Sindacato capace di recepire le reali necessità del territorio e che sia risolutore di importanti tematiche".



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