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Riportiamo integralmente dal Report n. 9 del 12 marzo: Al momento quindi bel tempo sull’indice Nasdaq ed obiettivi verso l’area 7.829 e 8.510 in caso di ulteriori estensioni rialziste. Ricordiamo che in quella data il Nasdaq Composite quotava 7.560 bp. Venerdì scorso l’indice Nasdaq ha chiuso a 7.826 stabilendo nuovi massimi
storici, ad una distanza di circa lo 0,03% dal nostro target 7.829, una precisione quasi svizzera dei nostri modelli previsionali. Ribadiamo uno dei nostri concetti base: “l’uomo non può prevedere il futuro”, ma nello stesso tempo ci teniamo a sottolineare la nostra capacità di individuare i livelli chiave del mercato. Solo quando si ha una visione chiara e precisa dei livelli di svolta del mercato, è possibile impostare delle strategie affidabili per ogni scenario che si delinea sistematicamente. Ma torniamo all’indice Nasdaq, che come abbiamo già detto continua a registrare nuovi massimi storici.
L’impostazione grafica è fortemente rialzista ma non è tutt’oro ciò che luccica. Il Nasdaq Composite, è composto da circa 2.593 azioni, e raggruppa tutti i titoli della tecnologia, della robotica e della new economy; il Nasdaq 100 invece riunisce i 100 titoli a maggiore capitalizzazione. Nella tabella postata in basso, abbiamo selezionato le prime dieci aziende per capitalizzazione presenti sul Nasdaq 100:
TITOLI PESO % YTD % REND 12M
APPLE 11,41 12,6 32,46
AMAZON 10,32 52,22 76,69
MICROSOFT 9,57 20,96 48,21
FACEBOOK 5,95 16,62 29,34
GOOGLE A 4,90 13,28 23,13
GOOGLE C 4,25 12,23 24,22
INTEL 2,96 13,3 56,12
CISCO 2,45 13,17 43,51
NETFLIX 2,20 114,02 158,89
NVIDIA 1,87 30,37 55,67
TOTALE 55,88
Il dato che balza immediatamente all’occhio è quello che le prime 10 aziende (in realtà 9 poiché Google ha 2 classi di quotazioni diverse) pesano per oltre il 55% di tutto l’indice Nasdaq 100, di conseguenza le altre 91 aziende concorrono a formare il restante 44%. Bisogna aggiungere poi che queste azioni, hanno raggiunto livelli di capitalizzazione mostruosi, infatti ben 6 di queste, sono presenti anche tra le primi 10 azioni dell’S&P 500, che ricordiamo è l’indice che raggruppa le 500 società americane più grandi al mondo per capitalizzazione. Cerchiamo ora di capire, numeri alla mano, se la crescita esponenziale di questi titoli, stia creando le premesse per la formazione di una bolla speculativa. Guardiamo cosa successe proprio nel 2000, quando si creò la prima bolla sul Nasdaq Composite dei titoli IT:
(FIGURA 1)
L’indice Nasdaq realizzò una performance di oltre il 995%, rispetto al 388% del Dow; in questo caso, la performance del Nasdaq fu superiore di 2,56 volte quella del Dow. Vediamo invece la situazione a oggi inserendo nel grafico anche il Nasdaq 100:
(FIGURA 2)
Il Nasdaq 100, ha realizzato una performance del 608%, rispetto al valore di 285% dell’indice Dow, con un multiplo di 2,14. Questo multiplo di 2,14 è ancora lontano dal 2,56 dell’anno 2000, ma attenzione, se zoomiamo l’analisi solo sulla selezione dei 9 titoli rispetto al Dow notiamo:
(FIGURA 3)
La differenza è raccapricciante, questi 9 titoli hanno sovraperformato l’indice Dow Jones del 1.400%, ovvero hanno realizzato un risultato superiore di ben 14 volte. Questi numeri iniziano ad assumere i connotati di una forte “bolla speculativa”. E’ molto difficile prevedere gli sviluppi, la tempistica e il successivo scoppio di una bolla speculativa, ma Neo sembra aver individuato la soluzione. Siamo sicuramente tra i primi in Italia e tra i pochi al mondo ad aver individuato quest’anomalia. Abbiamo settato un indicatore denominato “ADN”, che ci permetterà di individuare il momento preciso nel quale uscire dal mercato ed aprire posizioni short (ribassiste). Riteniamo secondo gli ultimi studi di poter anticipare di 2/3 settimane circa lo scoppio della bolla. Occhio! Potrebbe essere l’onda della vita!
(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl
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