economia
Comunicare nell'aera digitale
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Comunicare nell'aera digitale
Il 90% della popolazione mondiale non ha ancora ben compreso che siamo all’alba di una nuova era, un epoca completamente diversa che trasformerà velocemente il nostro tessuto sociale ed economico. I grandi cambiamenti dell'evoluzione umana, si riferiscono alle tre rivoluzioni industriali e la rivoluzione informatica degli anni 90, ma molti stanno
sottovalutando l’impatto che avrà la trasformazione digitale. Queste grosse trasformazioni in passato avvenivano mediamente a distanza di secoli, mentre oggi, tra la rivoluzione informatica e quella dell’era digitale sono trascorsi appena 18 anni. Il famoso scienziato americano Ray Kurzweil afferma che è un errore pensare al progresso tecnologico come a un’evoluzione lineare, perché, di fatto, è esponenziale. Nel 1900 ci volevano 150 anni per raddoppiare la conoscenza della specie umana, oggi servono meno di due anni e secondo le previsioni degli studiosi, nel 2020 basteranno settantadue giorni.
Questo aumento della velocità in maniera esponenziale, avrà un impatto forte sull’attuale economia, mettendo sotto pressione le attività tradizionali e aprendo opportunità a nuove idee o progetti. A settembre, è previsto un road show sull’argomento dove verranno illustrate anche le motivazioni per le quali riteniamo la finanza un settore trainante per i prossimi 20 o 30 ani. Chi già sta cavalcando questo fenomeno è il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che a quanto pare preferisce di gran lunga questo nuovo modo di comunicare via twitter, rispetto alle tradizionali conferenze stampa. Come già anticipato nel Report n.14, numerosi sono i casi in cui un messaggio su twitter ha anticipato anche di 45 minuti le agenzie di stampa tradizionali. A tal proposito vi anticipiamo che Neo ha deciso di adeguare i propri servizi a questo nuovo scenario, creando un profilo twitter attivo dal 1 settembre, oltre l’App già disponile su Apple Store e Android. Ecco il tweet di D. Trump del 4 luglio:
(FIGURA 1)
Il Presidente senza giri di parole, ha chiesto all’OPEC di “ridurre il prezzo adesso”, con toni quasi minacciosi sottolineando come l’organizzazione dei paesi esportatori di petrolio, stia facendo ben poco per aiutare a ridurre il costo dei carburanti. Ed è proprio sul petrolio che concentriamo la nostra attenzione questa settimana. FINANCIAL ANALYSIS & CONSULTING Il brent, registra una performance del +22,34% da inizio anno, vediamo il grafico:
(FIGURA 2)
L’impostazione grafica è ancora rialzista, ma vediamo come sono cambiate le previsioni degli analisti censiti dal sistema di Bloomberg, dopo le dichiarazioni del Presidente americano Trump:
(FIGURA 3)
La maggior parte degli esperti prevede una diminuzione del valore del petrolio, che potrebbe attestarsi intorno ai 68 dollari per barile entro la fine del 2018. La forbice tra la previsione più ottimista 76 dollari e quella più pessimista a 54 dollari, è di circa 22 punti base. Da questo momento, mettiamo il petrolio sotto osservazione, e quando il nostro sistema ci indicherà il segnale, apriremo una posizione short ovvero puntiamo sulla diminuzione del valore del petrolio. Strumenti suggeriti per questa operazione sono il Future o un Etf short. Ricordiamo che è inutile cercare di anticipare il mercato, infatti una previsione è solo un indicazione di massima su quello che potrebbe succedere, ma sicuramente non è la verità in assoluto. Aspettiamo quindi con calma che i nostri sistemi ci indichino con precisione quando è il momento più favorevole per assumere la posizione. Poiché mediamente le previsioni vengono effettuate da 50/60 analisti di banche differenti, abbiamo deciso di fare una selezione delle prime dieci banche d’affari con un elevato rating di affidabilità sull’analisi del sottostante:
(FIGURA 4)
E’ chiaro che daremo maggior peso agli aggiornamenti fatti da questa selezione di banche. Sarà nostro interesse tenervi aggiornati su gli aggiornamenti degli analisti che seguiranno nei prossimi giorni. Tornando al mercato globale, poche novità, gli Stati Uniti nonostante la volatilità dovuta alla guerra commerciale sui dazi, sembrano tenere. L’S&P 500 è sempre positivo da inizio anno con un performance del +3,75% ed un impostazione grafica moderatamente serena. La resistenza in alto, è fissata sempre a 2.801 bp e verso il basso il supporto è fermo a 2.603, questi sono i valori chiave da tenere sotto osservazione. L’Europa è ancora leggermente negativa da inizio anno con un -1,45% ma sembra che si stia allineando al mercato Usa. In leggero recupero, il mercato obbligazionario che nelle ultime settimane ha registrato un +0,48%, ma rimane sempre negativo da inizio anno. (Ytd) Alla prossima settimana!
(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl
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