economia
Point break - Punto di rottura
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Point break - Punto di rottura
Abbiamo preso in prestito il titolo dell'omonimo film del 1991 di Kathryn Ann Bigelow, prima donna a vincere il premio Oscar a miglior regista 2010. Nella foto che abbiamo pubblicato nel report precedente n.22, è palese l'aria di tensione tra la Merkel e Trump. E' chiaro che la
politica estera dell'amministrazione Trump, stia portando grossi cambiamenti tra i partner europei e i paesi asiatici. Ma un grafico, spesso vale più di mille parole:
(FIGURA 1)
E' evidente che i mercati già abbiano metabolizzato questo nuovo cambio di rotta, l'SP 500 e l'EURO STOXX 50 dopo aver avuto un andamento sincronizzato, ad un certo punto hanno iniziato a divergere creando un vero e proprio punto di rottura. Dove può portare questa rottura è difficile da comprendere in questo momento, sicuramente il passaggio dalla globalizzazione al protezionismo non è un fenomeno da sottovalutare. Tenendo conto che gli Usa pesano per quasi il 40% sui mercati finanziari, concentriamo la nostra attenzione proprio sull'SP 500. Partiamo da un grafico di lungo periodo, ovvero dai minimi del 2009:
(FIGURA 2)
L'analisi fatta con il modello di Elliot, illustra un movimento a 5 onde terminato il 26 gennaio 2018 a 2.872, se questo massimo non verrà superato, il modello suggerirà l'avvio di una forte fase correttiva con un movimento di tipo A,B,C. Inoltre, secondo un recentissimo studio di Robert Prechter (massimo esperto mondiale sull'utilizzo della "Elliot Wave Theory") se questo massimo appunto a 2.872 dell'SP 500 non dovesse essere superato, si salirebbe di un grado e quindi invece di una correzione, potrebbe esserci una vera e propria inversione di tendenza. In questo momento quindi l'SP 500 diventa il sorvegliato speciale, postiamo un grafico di breve periodo:
(FIGURA 3)
Gli indicatori evoluti di Bloomberg, ci forniscono una serie di informazioni rassicuranti, infatti al momento classificano nella norma la chiusura di venerdì a 2.779 ma nello stesso tempo indicano i livelli di guardia verso l'alto a 2.801 e verso il basso a 2.603. Riepilogando, fino a quando l'indice SP 500 si mantiene all'interno di questi valori, possiamo restare moderatamente tranquilli. La rottura di uno dei due livelli, sia verso l'alto che verso il basso, segnalerebbe l'inizio di un nuovo movimento impulsivo. Come anticipato nel report della settimana scorsa, la Federal Reserve come previsto ha alzato il tasso di interesse, ma poiché la manovra era stata ampiamente scontata dal mercato, il titolo 10y non ha avuto grosse ripercussioni, anzi ha mantenuto il suo rendimento a circa 2,91%. Merita qualche nota anche l'intervento di Mario Draghi della Bce, il quale ha dichiarato il 14 giugno, che il QE terminerà gradualmente entro la fine dell'anno, ed inoltre i tassi si dovrebbero mantenere invariati per almeno i prossimi 12 mesi. L'acquisto di obbligazioni da parte della banca centrale, continuerà con 30 miliardi di euro al mese fino alla fine di settembre, successivamente scenderanno a 15 miliardi di euro, negli ultimi tre mesi dell'anno. Nella foto, vediamo la composizione dei grandi titoli detenuti dalla Bce:
(FIGURA 4)
Dopo le parole di Draghi, l'Euro ha toccato un massimo a 1,1851 per poi chiudere a 1,1634, un ribasso di circa il 2%. Anche in questo caso, è difficile prevedere cosa succederà dopo la fine del QE, probabilmente ci sarà instabilità. L'era digitale, sta portando a una completa rivoluzione del sistema economico, inoltre richiede competenze e approcci personali totalmente inediti, il capitale psicologico diventerà quindi l'asset chiave del terzo millennio.
Per chi è interessato a scaricare il report è possibile iscriversi al sito www.neoreport.com.
(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl
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