economia

Sell in may and go away..?

 

 

Nelle ultime settimane si diffonde a macchia d'olio un vecchio detto Usa sulla stagionalità dei mercati. Vendi a maggio e rientra il giorno di Saint Léger, ovvero il giorno 15 settembre nel quale si celebra l'omonimo Festival di quattro giorni dedicato alla corsa dei cavalli. Sicuramente il volume degli scambi


tende a diminuire con l'avvio della bella stagione, aumenta la propensione per week end o mini vacanze e forse le aziende diffondono i nuovi piani industriali preferibilmente nei mesi autunnali piuttosto che primaverili. Ma sicuramente non crediamo che si possa operare sull'aspettativa di un proverbio, anche se qualcuno potrebbe obiettare con la solita frase: ma è un dato statisticamente significativo. Come nel nostro stile postiamo subito la tabella dei rendimenti mensili negli ultimi

19 anni, cioè a partire dal 2000 dell'SP500:

(Figura 1)E' chiaro che qualsiasi serie storica a posteriori può fornire informazioni ma in questo caso non rileviamo nulla di particolarmente significativo.
Anche perché i mesi che hanno ottenuto le peggiori performance in assoluto sono ottobre 2008 con un - 16,94% e settembre 2002 a -11%, tutte date dopo la festa di St.
Léger.

In sintesi si potrebbe dire che generalmente se si vende a maggio, e si ricompra a settembre, va quasi sempre bene ma quelle volte che va male ci facciamo male sul serio.
Cerchiamo adesso di capire con attenzione il duro e silenzioso lavoro degli analisti finanziari, che spesso vengono sottovalutati poiché i margini di errore sono considerati elevati dai "non esperti" e "dilettanti":

(Figura 2)

Nel riquadro notiamo in verde la percentuale di analisti che sono per il Buy rispetto al totale degli analisti che sono autorizzati a monitorare il titolo.
Questa è un'indicazione molto importante, infatti il titolo Banca Monte dei Paschi di Siena, dopo aver registrato un valore di zero (nessun analista consigliava il buy) da luglio 2016, quando il titolo valeva circa 30 euro, si è improvvisamente svegliato:

(Figura 3)

Nel grafico postato, nella parte bassa notiamo come il ratio buyers sul campione preso in esame sia pari al valore di zero per circa 22 mesi e improvvisamente in data 10 maggio 2018 con il titolo quotato a 2,72 l'indicatore si spostava verso l'alto dando un debole segnale di acquisto (weak buy).
Sappiamo tutti che il giorno successivo, BMPS ha comunicato di aver chiuso finalmente in utile un esercizio dopo molti anni, il primo trimestre 2018 presenta un utile netto di 187,6 milioni.
Probabilmente qualche analista fiducioso sull'attuazione del nuovo piano industriale ha rivisto in meglio le proprie stime.

Nei prossimi report e nelle nuove Neo Equity Table, inseriremo questo ulteriore dato che ci permetterà di avere indicazioni ancora più esaustive sulle prospettive del titolo.
Nell'attesa che finisca il divertente siparietto in atto nel teatro della politica italiana, proviamo a dare un occhio al sempre più pericoloso mercato obbligazionario.
Abbiamo spesso esaminato la situazione negli Usa, ma vediamo adesso l'Europa:

(Figura 4)

L'aggregato globale europeo registra un +0,34% da inizio anno, con una proiezione su base annua di circa lo 0,90%. Tutte le scadenze brevi e a medio termine sono negative, per trovare redditività
bisogna andare su scadenze a 10 anni e più.
Anche la qualità del debito è particolarmente in contrazione: infatti, i rating A, Aa, Aaa sono anch'essi negativi da inizio anno. Positivi solo i rating Baa. 
Confermiamo la nostra view di prudenza e DEFCON 4, tenendo una liquidità elevata in portafoglio almeno del 20% o più. Non sappiamo se parteciperemo alla festa di St Léger, ma per quella data vogliamo fare grandi performance!

(*) Chief Analyst - Neo Consulting Srl



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