Salute
Spoletina affetta da malattia rara, da un mese privata dell'assistenza domiciliare
Salute
Spoletina affetta da malattia rara, da un mese privata dell'assistenza domiciliare
'Non ti tocco, ordine del Ministero'. Ma è una bufala
Inadempienza - penale - di un'infermiera o ordini precisi dall'alto? Di certo c'è solo il fatto che una donna spoletina, bisognosa di cure domiciliari, dopo cinque anni di trattamenti regolari viene ora trascurata dall'Adi della Usl n.2. la storia è di quelle paradossali e tragiche, con la protagonista della
vicenda che soffre di una malattia rarissima, la quale purtroppo comporta la comparsa di piaghe e verruche sulla pancia e ai piedi. Il bisogno di cure domiciliari è indispensabile per rimuovere le escrescenze e tenere testa al male.
E in effetti grazie all'intervento dell'Adi si stava già assistendo ai primi, sensibili miglioramenti. "Purtroppo il mio male - racconta la donna a Spoletonline - ha comportato la perdita di alcune dita dei piedi. Tuttavia, grazie alle prescrizioni mediche e all'intervento dell'assistenza domiciliare, siamo riusciti ad arginare la malattia e a salvare le altre dita, oltre che a ridurre sensibilmente il problema alla pancia. Ma ora sono precipitata di nuovo in un incubo".
Sì, perché da circa un mese la donna non riceve più le cure così come prescritte dal medico, e si sente rispondere dagli infermieri che da ora in poi si limiteranno solamente a cambiarle i bendaggi, senza più toelettare le verruche. "Una delle infermiere - precisa la paziente - mi ha detto che si tratta di disposizioni ministeriali recenti, e che quindi in base ad un fantomatico ‘nuovo protocollo infermieristico' la toelettatura non rientra più tra le pratiche dell'assistenza domiciliare. Mi chiedo come ciò sia possibile, dato che mi risulta che il 90% degli interventi domiciliari riguarda proprio la cura delle lesioni di vario genere e piaghe da decubito. Una disposizione del genere andrebbe a minare l'intero servizio di assistenza domiciliare".
E infatti non è vero niente. Non esiste alcuna disposizione o circolare ministeriale in tal senso: per appurarlo è bastato confrontarsi con altre realtà italiane che effettuano il medesimo servizio, data la difficoltà a contattare la coordinatrice locale Pier Luigia Ciucarilli tramite il centralino dell'ospedale di Spoleto. Pertanto, fermo restando il fatto che Spoletonline rimane a disposizione dell'Adi e della Usl per precisazioni e chiarimenti, la paziente in questione sta valutando di adire le vie legali nei confronti dell'infermiera che le ha riportato un'informazione rivelatasi falsa oltreché, ovviamente, di muoversi anche nei confronti dell'intero servizio, dato che anche gli altri membri del personale si rifiutano di praticarle le cure mediche di cui ha assoluto bisogno per vivere.
Una storia, questa, che rischia di gettare infamia e discredito sopra uno dei servizi sanitari più importanti ed apprezzati del territorio.
I commenti dei nostri lettori
igino raspadori
8 anni fa
“Gentile Direttore, al rientro a Spoleto ho letto il Suo articolo del 14 agosto scorso relativo al Servizio di Assistenza domiciliare nella nostra cittá. Non esprimo, ovviamente, alcuna opinione sul doloroso caso specifico non avendo ne titolo ne conoscenza di dati certi e completi sul fatto. Sento, tuttavia, il dovere di portare la mia testimonianza sul Servizio in questione perché nel corso degli anni ho avuto, purtroppo, più volte necessitá di assistenza sanitaria domiciliare per esigenze riguardanti la mia persona e quella di miei familiari. Debbo dire che ho sempre riscontrato in tutto il personale infermieristico grande disponibilitá, gentilezza, professionalitá e precisione. Per le mie esperienze dirette, quindi, ho sempre ritenuto e ritengo l’Assistenza Domiciliare una eccellenza nel panorama della sanitá pubblica di Spoleto. Come non ho mai esitato a denunciare a tutti i livelli funzionamenti ritenuti non corretti, non posso esimermi dal manifestare il mio grazie al personale infermieristico che saltuariamente ha prestato assistenza a me e a miei familiari. Ciò detto, gentile Direttore, esprimo vicinanza e ogni possibile bene alla persona che ha denunciato il disservizio e, nel contempo, auspico che sia fatta chiarezza sull’increscioso episodio. Igino Raspadori”
daniea de gregorio
9 anni fa
Parlo per esperienza personale e che, ovviamente, vale come tale. Mia madre, inferma, ha avuto bisogno in questi ultimi giorni dell'assistenza domiciliare e, nonostante il periodo (ferragosto, ferie, caldo etc), ho sempre trovato personale disposto ad ascoltare e ad intervenire con la professionalitá e l'umanitá che ho ricordo ottima, sollecita ed importantissima anche nel lungo periodo in cui è stato mio padre, anni fa, ad essere infermo e bisognoso di assistenza a casa. E con la signora Ciucarilli, ho potuto parlare nei giorni scorsi facilmente nel suo ufficio facendo una anticamera di pochi minuti. Esperienza personale, ripeto, ma che ho sentito doverosa per un servizio di così fondamentale importanza.
giobatta
9 anni fa
Avrei voluto rispondere sonoramente alla cittadina qualunque ma,altri lo hanno fatto abondantemente meglio di me.
STEFANIA DOMINICI
9 anni fa
Sono convinta della professionalitá e del grande impegno di chi lavora nel serviziio socio assistenziale domiciliare, ma sono altresì convinta che togliere le cure prescritte ad una SOLA persona RENDE VANO E NULLO il buon lavoro reso agli altri. E rispondendo ad "una cittadina qualunque" e ad "una spoletina amante della cittá" (ma non delle persone....probabilmente), che si firmassero, perchè noi la nostra concittadina la conosciamo bene e purtoppo anche le sue condizioni di salute. Auguri di buon ferragosto e ... buona salute a tutti !!! Stefania Dominici
piero lattanzi
9 anni fa
una brutta storia.....e anche sr fosse cambiata la normativa Non si interrompe Mai un trattamento fino a nuovo percorso adeguato e condiviso con paziente e MMG.
Anna Maria Martello
9 anni fa
Di passaggio a Spoleto, sono venuta a conoscenza di questa assurda vicenda. Desidero esprimere tutta la mia solidarietá alla Signora bisognosa di cure che da più di un mese le vengono negate. Mi chiedo come sia possibile accampare, come giustificazione, il richiamo alle leggi, alla luce del fatto che “ Non esiste alcuna disposizione o circolare ministeriale in tal senso: per appurarlo è bastato confrontarsi con altre realtá italiane che effettuano il medesimo servizio “. Vorrei proprio, prima di ripartire, “sentire le ragioni di chi è chiamato in causa”, come giustamente chiede la Commentarice, cioè quelle che hanno portato, secondo l’ articolo, una operatrice sanitaria a negare le indispensabili cure ad una persona gravemente ammalata. Anna Maria Martello
spoletina amante della città
9 anni fa
Concordo pienamente con il commento scritto da "una cittadina qualunque" .L'assistenza domiciliare dell'ASL di Spoleto è uno dei servizi che funziona bene e lo posso affermare in quanto ne ho usufruito per lungo tempo .Anche alcuni miei conoscenti hanno avuto bisogno di tale servizio e hanno potuto constatare l'efficienza,la professionalitá e la disponibilitá degli operatori anche sul piano psicologico.Non credo proprio che possano"trascurare" un malato.
Giuliano Maria Mastroforti
9 anni fa
Innanzitutto mi preme esprimere tutta la mia solidarietá alla signora protagonista, suo malgrado, ed anzi vittima, della dolorosa vicenda di cui all’ articolo. Questa mia solidarietá e vicinanza derivano da due motivi: -il primo è che conosco personalmente la signora, e la sua situazione di salute è purtroppo quella descritta nella cruda realtá; - il secondo è che, ancora, la vicenda si è svolta esattamente così come è stato rappresentata. Ciò detto, alcune considerazioni di ordine generale: Ora, io credo che, quando una persona decide di intraprendere la sua carriera nel mondo socio-sanitario – che sia primario, medico, infermiere, analista, fisioterapista- debba avere, come si dice, “ scienza, conoscenza e coscienza”. Mentre le prime due qualitá si studiano e si imparano, l’ ultima, la COSCIENZA, è una qualitá innata che appartiene alla persona in quanto tale ed alla sua dimensione morale ed etica. Esistono certamente norme deontologiche in ogni professione, ma la loro infrazione da parte, ad esempio, di un ingegnere, di un avvocato o di un commercialista non mette a repentaglio la vita di nessuno. Diverso è il discorso in campo medico, nel quale la competenza, la diligenza e l’adesione alle necessitá dei pazienti, sia fisiche che psicologiche, sono l’ essenza stessa della professione, dalla quale dipende assai spesso la loro vita. Non dimentichiamoci mai che i “pazienti” siamo noi stessi “ammalati”. Aggiungo di più: siccome dò atto a Daniele Ubaldi di essersi informato e documentato prima di scrivere quello che ha scritto, non ho motivo di dubitare dei quadri normativi e regolamentari che attualmente stabiliscono i protocolli operativi per casi come questo. Ma anche se, per sciagurata ipotesi, fossero sopravvenute normative più stringenti e penalizzanti, dove sono finite la “ coscienza” e l’ etica e la deontologia delle persone che, dopo cinque anni di cure efficaci dicono alla paziente : “arrivederci e grazie, d’ ora in poi cavatela da sola!” ?? Questi sono i chiarimenti che la “CITTADINA QUALSIASI” dovrebbe pretendere, invece di un garantismo ad un tanto al chilo, poiché non si può sbrigativamente liquidare come una “follia ferragostana” il disperato grido di aiuto di una malata che sicuramente, prima di trovare ospitalitá su queste colonne, avrá avuto risposte “da quelli che contano” che non le hanno lasciato altra possibilitá che mettere al corrente di questa situazione l’ opinione pubblica. Vogliamo forse rispolverare il vecchio detto maoista “ Bastonare il cane che affoga”? Concludo con una considerazione di ordine generale: Piuttosto che inseguire le “eccellenze” nella chirurgia robotica, ed in quelle “eccellenze” da pubblicare su “Lancet” od altre riviste mediche mondiali, la sanitá pubblica, ed anche quella spoletina, ha necessitá di servizi efficaci, efficienti ed aderenti alle necessitá quotidiane di una popolazione che forse non sente così impellenti gli interventi chirurgici teleguidati da Boston o Mosca, ma di una sana “manutenzione” di una comunitá purtroppo bisognosa anche di cure quotidiane domiciliari. Grazie per l’ ospitalitá Giuliano Maria Mastroforti
una cttadna qualunque
9 anni fa
Forse prima di fare commenti negativi sarebbe bene approfondire le questioni e sentire le ragioni. di chi è chiamato in causa..Sembra che alcuni lettori abbiano il piacere di parlar male di tutto e tutti senza ponderazione e ancor prima di aspettare chiarimenti opportuni specialmente per casi così delicati.
giobatta
9 anni fa
SONO COSE CHE SOLO A SPOLETO POSSONO SUCCEDERE,POI VOGLIAMO CHE SPOLETO SIA CITTA' DELLA CULTURA
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