cultura e spettacolo

Aggressione ad un 'rivale in amore', spoletino rinviato a giudizio assieme a due amici

 

Minacce su Facebook, pugni e calci per delle attenzioni ad una ragazza

 

Presunte attenzioni alla ragazza sbagliata avrebbero spinto uno spoletino di 23 anni a 'pianificare' una specie di agguato con tanto di ripartizione dei ruoli, insieme a due suoi amici, uno di 25 anni e l'altro minorenne. Con le accuse di rapina e lesioni personali, il gup del tribunale di Spoleto, ha


rinviato a giudizio i due ragazzi maggiorenni, mentre il minore comparirà davanti all'apposito tribunale a Perugia. I tre avrebbero picchiato un coetaneo e poi gli avrebbero sottratto il motorino. È il luglio del 2014, la presunta vittima di questa storia, è uno spoletino 23enne, a bordo del suo scooter sta transitando lungo la strada che conduce a Monteluco. All'improvviso, gli si sarebbero palesati davanti i tre ragazzi, sbarrandogli il tragitto. Il minorenne lo avrebbe tenuto fermo, bloccandolo per le spalle, gli altri due lo avrebbero colpito con il casco e con una serie di pugni, cercando di sottrargli le chiavi dello scooter. A quel punto  stando alla ricostruzione dei fatti - il poveretto avrebbe tentato di difendersi e reagire, ma gli sarebbe arrivato un violento calcio al volto. La coppia di presunti aggressori, avrebbe cercato di colpire il coetaneo oramai a terra inerme, con una grossa pietra e con il casco. Infine lo avrebbero spinto oltre il guard rail e se ne sarebbero andati con il motorino del giovane. Un passante nota il ventitreenne e lo accompagna al pronto soccorso. Il referto parla di tumefazione ematoma sottocutaneo, escoriazioni multiple al volto, al tronco, al torace, all'addome e alle gambe. Immediata scatta la denuncia che non sarà la prima. A distanza di 10 giorni dalla presunta aggressione, scatta quella per minaccia a mezzo internet. Lo spoletino che avrebbe ricoperto il ruolo principale in questa storia, su facebook, scrive chiare minacce rivolte al giovane pestato e al padre. "Ti ammazzo prima o poi, te la faccio pagare di brutto" sono alcune delle frasi incriminate. Scatta nei suoi confronti il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dal coetaneo e a non meno di 250 metri dalla sua abitazione e dai luoghi di lavoro. Il ragazzo si è costituito parte civile nel procedimento ed è assistito dall'avvocato Paolo Baliani.


 



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