cultura e spettacolo

Conto alla rovescia per lo spettacolo del Teatro Lirico Sperimentale 'A Christmas Eve'

 

Intervista a Stefano Ricci, uno dei due registi

 

Si avvicina la sera della prima esecuzione assoluta di ‘A CHRISTMAS EVE', lo spettacolo commissionato dallo Sperimentale nell'ambito del progetto "Opera Nova" che inaugura la 69ma Stagione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, e per l'occasione abbiamo intervistato il regista Stefano Ricci. Oltre ad essere uno


 spettacolo super blindato infatti, di cui le uniche informazioni che circolano sono il fatto che la musica sia di Andrea Cera, e che sia eseguita dall'Ensemble dello Sperimentale guidato dal direttore d'orchestra Marco Angius, in realtà lo spettacolo è speciale anche perché segna il debutto nell'opera lirica dei drammaturghi e registi romani Stefano Ricci e Gianni Forte, duo irriverente e visionario, fenomeno teatrale di questi ultimi anni, autori tra l'altro anche della nota serie tv "I Cesaroni".

Stefano come mai tanta segretezza?
Credo che ogni creazione abbia bisogno di un suo spazio per emergere e fiorire, tanto più in uno spettacolo di teatro contemporaneo in cui il tema trattato è un tema difficile come quello degli abusi familiari. Diciamo che la formula di intrattenimento viene messa un po' da parte e si pensa principalmente al rispetto del tema trattato e di chi vive queste situazioni ogni giorno. Per questo abbiamo mantenuto un perimetro di concentrazione.

Cosa c'entra il Natale con questo tema? sopratutto ora che è estate.
Il Natale è per antonomasia il momento di massima celebrazione dell'istituzione familiare. Il momento in cui si recupera il valore della famiglia. Probabilmente però il Natale è anche una resa dei conti, e noi abbiamo immaginato la vigilia proprio come il punto di non ritorno per la nostra protagonista, Anna. Lei deve fare i conti con un'esistenza che è stata irrimediabilmente deviata da un incidente occorsole anni prima. Il Natale viene a scardinare quelli che sono i luoghi comuni di questa festività, cioè la perdita del suo valore reale con la nascita di Gesù, per raccontare quella che è la trasformazione di un momento così spirituale in un'elaborazione borghese di consumo e di confezione. Come la neve che scende a coprire tutto, anche gli abusi familiari.

Cosa dobbiamo aspettarci da questo spettacolo?
Sarà uno spettacolo da fruire, non ci saranno dibattiti né coinvolgimenti diretti con il pubblico. Ma il dialogo sarà continuo lo stesso proprio per il modo in cui viene raccontata la vicenda attraverso le parole, il momento e la musica. Sicuramente il fattore emotivo è forte e determinante.

Dalla tv all'opera lirica, come mai questo salto?
Non siamo partiti con la tv, la nostra rimane comunque una formazione teatrale, classica. Poi durante il nostro percorso, la curiosità ci ha spinto ad indagare i media, ci siamo trovati ad un certo punto a lavorare per la tv ed il cinema. Lavorare con l'opera lirica significa per noi continuare a mantenere quello stato di vigilanza rispetto al presente che ci porta a conoscere e utilizzare tutti i codici linguistici possibili per affrontare temi che appartengono a tutti.

E poi Spoleto...
Il tipo di collaborazione che abbiamo stabilito con il Lirico è motivo di soddisfazione; c'è stata una sorta di contaminazione creativa tra noi, indipendentemente dai frutti, dal risultato che porterà, questo è già un fattore vincente, sopratutto in un paese come il nostro, privo di mezzi e di interesse verso la cultura. L'idea della collaborazione è già un passo in avanti.

Progetti per il futuro?
Ci sono sempre dei progetti perché la voglia di confronto con gli altri c'è sempre. Ci sono sia progetti di lirica vera e propria, sia di teatro. Prossimamente partiremo per Madrid e poi faremo la nostra nuova produzione a dicembre con un lavoro su Pasolini. Ma sopratutto c'è la voglia di continuare a indagare. Con Christmas Eve l'invito era talmente allettante che non potevamo rifiutare. Abbiamo scritto una storia che poi è stata musicata, affrontare la lirica con questo primo passo, e non con un'opera già conosciuta, è sicuramente una vertigine che ci spinge ad affrontare questo mondo ancora di più.

 



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