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L’alibi della sicurezza e dei numeri
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L’alibi della sicurezza e dei numeri
Spoleto resta in attesa di risposte dalla Regione in merito al futuro dell'ospedale: fin qui tante parole e nessun atto concreto per la riattivazione dei reparti chiusi in passato
Come Catone, che concludeva ogni suo discorso ai Romani parlando della pericolosa Cartagine , così la nostra Associazione, finché ne avrà la possibilità, si impegnerà nella battaglia per il ripristino del Punto Nascita di Spoleto. Che non è affatto velleitaria e, per chi non l’avesse ancora capito, è il cuore del problema-riattivazione dell’Ospedale DEA , dal momento che la presenza di un Punto Nascita implica l’attività dei servizi essenziali per l’emergenza urgenza.
E’ una battaglia che sicuramente infastidirà qualcuno, ma non certamente gli oltre 10000 spoletini che hanno firmato una petizione alla Regione in tal senso. L’abbiamo ripetuto in tantissime occasioni: Spoleto non meritava, e non merita, di essere presa in giro. L’alibi della sicurezza e dei numeri, sbandierato per giustificare le decisioni inique e per ottenere in malafede il parere negativo del Ministero, non ha retto e non regge all’esame dei fatti. I numeri di Spoleto erano assolutamente validi ed i suoi livelli di sicurezza del tutto pari a quelli di altri centri della Regione: non solo non risulta agli atti, fino a prova contraria, alcun documento della USL che paventasse l’ insicurezza dell’Ostetricia del SanMatteo, ma ci piace ricordare che proprio il Primario Fabrizio Damiani arrivò ad organizzare un incontro con la popolazione avente per tema “Nascere a Spoleto: una scelta libera e sicura”.
Certamente il Covid incise negativamente, come in tutti i Nosocomi, sugli organici. Ma erano vuoti che potevano essere colmati, se solo si fosse voluto, così come è avvenuto per altre realtà della nostra USL. Spoleto, il suo Punto Nascita, l’intero Ospedale sono stati invece sacrificati, dirottando i suoi Primari e personale su Foligno e anche altri Presìdi. Non c'era alcuna giustificazione tecnica, ma solo una giustificazione politica, che veniva spacciata sotto la denominazione “Progetto terzo polo”. Ora, se veramente le proteste degli spoletini hanno avuto un senso, producendo i risultati elettorali che sappiamo ed incidendo quindi sull’assetto regionale, risulterebbe veramente molto spiacevole se venissero nuovamente sollevati pretesti tecnici e finanziari per non dare le risposte dovute, cercando gli usuali alibi (sicurezza e numeri) o inventandosene di nuovi: sarebbe il proseguimento della solita politica, con la sinistra al posto della destra e con un ennesimo affossamento, ahinoi!, dei diritti di Spoleto e della Valnerina.
Diciamolo chiaramente: di una politica siffatta, basata anche su trasversalismi di comodo, la nostra città ne ha anche le tasche piene. Chissà che non sia giunto il momento di operare dei radicali cambiamenti, considerando che il depauperamento che gli spoletini stanno vivendo, nella sanità ospedaliera in primis, ma anche in altri ambiti, se si lasciano così le cose ed i protagonisti, potrebbe risultare irreversibile.
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I commenti dei nostri lettori
Carlino
1 giorno fa
Ho la vaga sensazione (sic) che quella della Proietti sia la politica delle belle parole, delle belle intenzioni (dichiarate), che non ci risparmia nemmeno uno dei cliché del luogocomunismo, fra pose ecumeniche e sorrisi accattivanti .... quanto ai FATTI, prego ripassare....
Enzo
4 giorni fa
Hanno vinto le elezioni,grazie ai voti di Spoleto,adesso,non gli interessa più.Poveri noi che ci abbiamo creduto.
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