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Stage, le ragioni per cui vale la pena intraprenderli per la propria carriera
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Stage, le ragioni per cui vale la pena intraprenderli per la propria carriera
Una pratica comune a molte aziende ma che rischia di diventare una spirale per migliaia di giovani lavoratori
Per anni, il concetto di stage è diventato una pratica inflazionata tra le imprese. La maggior parte delle aziende, infatti, prima di assumere un giovane lavoratore, con poca esperienza o, addirittura, fresco di laurea, preferisce metterlo alla prova, senza troppi vincoli contrattuali, attivando la formula dello stage.
L’idea, di per sé, non è malvagia, perché in questa pratica vi è il mutuo vantaggio da parte dell’impresa, che abbassa i costi e i rischi legati all’assunzione di una nuova risorsa, e dei giovani apprendisti, che così possono iniziare a mettere le prime vere esperienze lavorative sul proprio curriculum.
Il nodo della questione è che, in alcuni casi, molti giovani lavoratori entrano in un loop senza fine di stage, tirocini e apprendistato, senza mai vedersi confermato un contratto.
Tanti allora si chiedono se davvero ne valga la pena o non sia l’ennesima trovata per spremere lavoratori e poi mandarli a casa.
A ben guardare, in linea teorica, nessuna azienda avrebbe interesse a sfruttare un lavoratore, insegnandogli il mestiere, per poi lasciarlo andare.
I fattori che possono determinare la conferma o meno del contratto sono tanti e molti di questi, spesso, non dipendono dalla semplice volontà del datore di lavoro o dalle capacità dello stagista.
Cosa resta, però, alla fine dello stage, se non pochi mesi di esperienza?
Per quanto possano essere legittimi i dubbi che molti giovani nutrono nei confronti di questo tipo di esperienza, i fatti dimostrano che lo stage in azienda resta ancora uno dei modi privilegiati per riuscire ad entrare nel mondo del lavoro, seguendo il percorso professionale scelto. La ragione è semplice, non tutti gli stage sono uguali.
Tra tutti quelli più noti, curriculari o extracurricolari che siano, quelli che sembrano offrire maggiori opportunità professionali sono gli stage post laurea, meglio se inquadrati all’interno di un percorso formativo, come un master.
Il motivo per cui questo tipo di stage sembra avere una marcia in più, rispetto ad altre tipologie di stage, magari slegati dalla formazione, risiede nell’inquadramento all’interno di un percorso professionalizzante più strutturato e complesso.
Si prendano ad esempio i master post laurea con stage di 24ORE Business School, una delle scuole più affermate nella formazione post laurea e pioniera di questa formula didattica.
Tutto il percorso dei master, di fatto, è finalizzato a trasformare lo studente in una figura professionale competente e capace di portare avanti delle mansioni concrete e reali, una volta inserito in un contesto lavorativo vero e proprio.
I docenti sono professionisti attivi nel mondo aziendale, la metodologia didattica è improntata sul learning by doing, in modo che gli studenti possano applicare immediatamente sul campo le conoscenze apprese e consolidarle in competenze reali.
Tutto il percorso è finalizzato a preparare lo studente proprio all’esperienza di stage finale in azienda, della durata di ben due mesi.
In questo modo, le aziende partner della scuola, ben 1300, possono contare su figure professionali già avviate e formate, abbattendo così tempi e costi di formazione e contare su professionisti proattivi e competenti.
Organizzato in questo modo, lo stage aziendale rappresenta a tutti gli effetti un trampolino di lancio concreto nel mondo del lavoro, in contesti aziendali di tutto rispetto e con reali possibilità di carriera per il futuro lavorativo.
Non è un caso che le percentuali di conferma degli stagisti, anche al termine del percorso di prova, si attestino sul 95%, la quasi totalità dei partecipanti.
La minoranza che non prosegue il lavoro nelle aziende può comunque contare su un’esperienza fatta in contesti di grande rilievo, nel settore scelto, e un titolo qualificante che certifica le competenze acquisite e attribuisce, senza dubbio, un certo peso al curriculum.
Va da sé, allora, che nonostante le titubanze e i dubbi legati ancora a questa modalità di accesso al mondo del lavoro, dati ed esperienze dimostrano come sia un’opportunità concreta, per tutti i giovani aspiranti professionisti del futuro.
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