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La triste crisi dell'Oculistica
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La triste crisi dell'Oculistica
Da vera e propria eccellenza a reparto sempre più in difficoltà, dotato di appena due sole unità e addirittura privato di strumentazioni tecnologiche
Nei giorni scorsi i media hanno riferito di un concorso della USL 2 il cui risultato è stato contestato di fronte al Tar. Si tratta di quello per il Primario Oculista, ruolo che è vacante da oltre 5 anni. L’ultimo a ricoprirlo, con grande professionalità, unita ad altrettanta umanità, è stato il dottor Gianni Lupidi, uno dei rarissimi e veri primari a scavalco che Spoleto abbia conosciuto. Egli veniva regolarmente nel SanMatteo, dove, regolarmente, visitava ed operava.
Il successore facente funzioni di Lupidi, però, un medico del Presidio di Foligno, a quanto risulta alla nostra Associazione, nell’arco di 5 anni di “reggenza” non avrebbe mai messo piede a Spoleto, né in ambulatorio e neppure in sala operatoria. Cosa francamente disdicevole, considerando il fatto che ha comunque ritenuto opportuno proporsi, partecipando al Concorso, come Primario sia di Foligno che di Spoleto. L’Oculistica di Spoleto non se la passa proprio bene, e venire a conoscenza di certe cose su un Reparto che è stato un fiore all’occhiello della disciplina in campo regionale, genera solo tanta tristezza.
Il personale medico ospedaliero è praticamente sceso a due sole unità le quali, peraltro, debbono assicurare la loro presenza anche a Foligno, dove gli specialisti, che sono ben 6, hanno evidentemente bisogno, per coprire i turni, dell’aiuto spoletino. E’ stato calcolato che, nell’arco di qualche anno, le ore assistenziali specialistiche settimanali, a Spoleto, sono calate da 210 ad 80. Il risultato è che, oggi come oggi, lo specialista manca il pomeriggio, per l’intero sabato e, logicamente, nei giorni festivi.
Se hai un problema all’occhio in quei periodi, è inutile bussare al PS di Spoleto, perché ti mandano di corsa a Foligno. E dire che, neppure tanti anni fa, il SanMatteo poteva contare addirittura sulla reperibilità notturna e festiva dell’oculista! La diminuzione del personale ha comportato, naturalmente, un pesante calo sia della quantità ma anche della qualità delle prestazioni. A Spoleto si utilizza da anni uno strumento, peraltro molto costoso, che consente di effettuare l’OCT, ovvero la Tomografia Ottica Computerizzata. Tramite l’OCT si possono analizzare nel dettaglio gli strati della cornea, la retina ed il nervo ottico. Quest’esame è indispensabile per la cura e la diagnosi di patologie oggigiorno molto, e sempre più, diffuse (degenerazione maculare senile, retinopatia diabetica, glaucoma). Nel san Matteo gli strumenti erano due, perché due erano gli specialisti che lo usavano regolarmente e quotidianamente. Quando uno dei due medici si è trasferito altrove, la DG, invece di lavorare per la sua sostituzione, ha pensato bene di inviare una delle due apparecchiature, poiché sottoutilizzata, in un altro Ospedale dell’USL2.
Sia il personale medico che quello di comparto, anch’esso ridottosi negli anni, fanno miracoli per “tirare avanti” ma lavorano sempre sul filo del rasoio, perché basta un nonnulla (un’assenza improvvisa) per scatenare una crisi con la “c” maiuscola. Così come , di tutti questi fatti, è venuta a conoscenza la nostra Associazione, si presume che ne sappia qualcosa, e forse anche più, anche il nostro Assessore comunale alla sanità che, come è noto, è il Sindaco Sisti. Se così è (e lo è certamente perché sarebbe da non credere se fosse il contrario), vorremmo sommessamente ricordargli che stiamo parlando di Sanità pubblica, un argomento che ha dominato la recente campagna per le regionali e che ha visto anche lui ed un suo consigliere sulle “barricate”. A quando qualche primo segnale di “inversione di rotta”?
I commenti dei nostri lettori
Voce di frontiera
2 giorni fa
Non c’è limite alla scelleratezza !
La cecità più che gli spoletini sta colpendo i politici,
2 giorni fa
Oltre ad avere delle infinite caratteristiche e delle condizioni determinanti per l'esistenza di esseri viventi, la Terra ha due poli: Polo Nord e Polo Sud. Condizioni, queste, che, in un qualche modo, regolano la sua funzionalità. Detto ciò, in fatto di sanità, non si capisce perché nella provincia di Perugia si debba stravolgere questa regola naturale. Se è giusto che la città di Perugia rappresenti territorialmente il "polo Nord", non si capisce perché Foligno, che geograficamente si trova al centro del territorio della provincia, debba costituire il "secondo polo ospedaliero", dato che più a Sud c'è Spoleto. Città quest'ultima dove convergono le "linee magnetiche",(le necessità sanitarie), di altre due valli: Val Nerina e val Tiberina. Tutto questo è paragonabile a un cataclisma: È uno stravolgimento ingiustificato della sanità della Regione, orientato a peggiorare la situazione. Che i politici non vedono.
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