cultura e spettacolo

Palazzo Collicola preso d'assalto

 

Tanti gli amanti dell'arte e i curiosi presenti alla cerimonia di inaugurazione delle mostre invernali, visitabili fino a febbraio

 

Grande successo per l'inaugurazione delle mostre invernali di Palazzo Collicola. Circa 350 le persone che hanno visitato le stanze che ospitano il ciclo espositivo, che durerà per tutta la stagione invernale fino alla fine di febbraio e che include tre nuovi progetti espositivi. Il piano terra ospita “SpazioN”, mostra personale dedicata all'artista umbro Nuvolo, curata da Bruno Corà, Aldo Iori e Paolo Ascani. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con l'Associazione Archivio Nuvolo di Città di Castello, sottolinea la capacità di Nuvolo – all'anagrafe Giorgio Ascani (1926-2008) – di esplorare, attraverso la pittura, le diverse dimensioni dello spazio. Nel titolo della mostra, infatti, l'elevazione "alla ennesima" del termine "spazio" intende indicare la quantità di variazioni utilizzate dall'artista nelle sue opere, realizzate nel corso di una lunga carriera. L'esposizione offrirà al pubblico una visione d'insieme della produzione di Nuvolo, mettendo in luce la sua ricerca e la sua complessa identità artistica. Le opere in mostra provengono da importanti collezioni private e pubbliche, sia in Italia che all'estero, e dall'Archivio Nuvolo di Città di Castello, che fornisce anche parte del supporto logistico della mostra. L'esposizione, che anticipa le celebrazioni che nel 2026 accompagneranno i cento anni dalla nascita dell'artista, sarà corredata da schede critiche che illustreranno i vari cicli e da un catalogo con saggi dei curatori Bruno Corà, Aldo Iori, Paolo Ascani e di Saverio Verini.

Il piano nobile di Palazzo Collicola accoglie “Senza mai sfiorire. Densità e leggerezza nella scultura italiana contemporanea”, mostra collettiva a cura del direttore dei Musei Civici di Spoleto Saverio Verini. L'esposizione si inserisce in un filone di ricerca che, a partire dalla storica manifestazione Sculture nella città del 1962, curata di Giovanni Carandente, ha visto Spoleto affermarsi come un imprescindibile punto di riferimento per la scultura contemporanea. Concentrandosi su una generazione di artisti nati negli anni Settanta, la mostra presenta al pubblico una selezione di opere che, attraverso l'esplorazione della materia e dello spazio, danno vita a un percorso espositivo capace di coniugare interpretazioni differenti del linguaggio scultoreo. L'allestimento, caratterizzato da un'opera per stanza, è pensato per valorizzare la singolarità di ogni lavoro e creare un dialogo intimo tra le opere e il Piano Nobile di Palazzo Collicola, sottolineando possibili corrispondenze tra i lavori degli artisti e gli ambienti che li accolgono. Il dato anagrafico, insieme alla riflessione sulla dimensione plastica, non si configura come unico elemento distintivo. Tutte le opere esposte, infatti, sembrano condividere una specifica tensione interna, come evidenzia il sottotitolo della mostra, "Densità e leggerezza nella scultura italiana contemporanea": in ogni lavoro coesistono richiami alla tradizione ed elementi che sembrano contraddirla, senso di gravità e leggerezza, resistenza/durata e carattere effimero. Il progetto espositivo si pone in continuità con la mostra La sostanza agitata, ospitata nell'estate del 2023 al piano terra di Palazzo Collicola, che ha proposto un'indagine sulla scultura contemporanea in Italia attraverso le opere di artisti under 35. Senza mai sfiorire vede la partecipazione di: Giorgio Andreotta Calò, Francesco Arena, Micol Assaël, Francesco Barocco, Rossella Biscotti, Francesco Carone, Sara Enrico, Giovanni Kronenberg, Marzia Migliora, Fabrizio Prevedello, Giovanni Termini, Patrick Tuttofuoco.

Sempre al Piano Nobile, nella stanza accanto alla Biblioteca Carandente, è allestita “A typical Afranio thing! 1924 - 2024: omaggio all'artista a cento anni dalla nascita”, mostra personale di Afranio Metelli (Campello sul Clitunno 1924 - Spoleto, 2011), curata da Serena Schioppa, in collaborazione con Mahler & LeWitt Studios. La mostra intende celebrare il centenario della nascita dell'artista umbro, noto per il suo approccio eclettico difficilmente incasellabile. L'esposizione presenta quattro cicli di opere, tutte incentrate sulla ripetizione degli stessi soggetti: autoritratti, nature morte, pugili e un "d'après" Balthus, una serie ispirata al celebre quadro dell'artista francese, Lezione di chitarra. Le piccole variazioni, che emergono in ogni ciclo di opere, creano un contrasto tra il familiare e l'ignoto, tra il quotidiano e l'eccezionale. Metelli manipola i diversi soggetti in modo quasi ossessivo, trasformandoli in un rito visivo che si ripete incessantemente. Sebbene all'apparenza semplici, le opere rivelano una trama complessa, fatta di sottili differenze che sembrano testimoniare una ricerca costante sulla possibilità di generare nuovi significati attraverso la ripetizione. La mostra stimola lo spettatore a concentrarsi sui dettagli, a scoprire le differenze nascoste e a riflettere sul valore estetico della reiterazione. Quest'ultima, per Metelli, non corrisponde mai a ridondanza, ma sembra diventare atto meditativo e, insieme, pratico: una continua riscoperta che trasforma l'arte in un processo infinito di variazione. La mostra è l'esito di una residenza svolta dalla curatrice presso lo studio e archivio Afranio Metelli grazie al supporto di Mahler & LeWitt Studios. L'esposizione, inoltre, è stata l'occasione di un attento lavoro di pulitura delle opere pittoriche e di stabilizzazione di quelle scultoree. Parte delle cornici delle opere in mostra è stata progettata e realizzata appositamente per l'occasione.



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