politica

Sanità pubblica ed efficiente: si può

 

Maurizio Hanke (Alternativa Popolare): "Proporrò in Regione un'autentica rivoluzione. Ecco come si torna agli standard qualitativi di un tempo"

 

Nel corso degli ultimi venti anni il sistema sanitario nazionale ha subito un depauperamento impressionante dovuto a scelte di politica nazionale quantomeno discutibili. Anche in Umbria, il progressivo depotenziamento dei Nosocomi unito a una politica incerta di ampliamento della rete di assistenza territoriale, ha contribuito in maniera significativa al crollo drammatico della qualità del servizio sanitario umbro, fino a qualche decennio fa punto di riferimento per numerose regioni limitrofe e non. Come in altri ambiti della cosa pubblica, anche in materia di sanità si è perduto – negli anni – il contatto con il cittadino-contribuente, troppo spesso vittima di liste d’attesa chilometriche e costretto, di fatto, a rivolgersi al privato per sostenere visite, controlli e addirittura operazioni di fondamentale importanza per la sua salute, per i quali non è accettabile attendere sei o anche dodici mesi in lista.

Discorso a parte merita la rete ospedaliera, con particolare riferimento all’ospedale di Spoleto: non è accettabile che una struttura come quella spoletina venga continuamente depotenziata e ridimensionata. Dobbiamo lavorare per rendere gli ospedali efficienti, in grado di limitare la loro funzione alla assistenza degli acuti lasciando alle case di comunità e alla medicina territoriale l’assistenza ai pazienti cronici e alle patologie meno importanti. La rete della emergenza urgenza va potenziata e non dismessa.

Ciò che farò se verrò eletto sarà battermi per una vera e propria rivoluzione, vale a dire il ripristino di una sanità di prossimità, che sia pubblica e all’avanguardia. Al contempo, i direttori generali delle Asl dovranno essere obbligati a chiedere un parere sulle loro delibere a organi consultivi, nominati dai sindaci dei comuni che fanno parte delle Asl stesse. Una sanità pubblica ed efficiente è ancora possibile, a patto di realizzare una concreta razionalizzazione dei costi amministrativi e del personale non sanitario all’interno delle nostre Asl. Un cattivo andazzo di certa politica clientelare cui l’Umbria è stata abituata per decenni ha portato il nostro sistema sanitario un eccessivo affollamento di personale amministrativo, dirigenziale e non, per di più senza razionalizzare i centri di costo attraverso appalti condivisi per le spese vive riguardanti le materie prime, la strumentazione grande e piccola, la cancelleria ecc. Tutto questo a scapito della qualità del servizio, già minata da scelte scellerate in ambito nazionale.

La nostra, per fortuna, è una piccola regione: possiamo ancora sostenere una sanità pubblica di qualità a prescindere da Roma e dalle “mode” privatistiche di questo preciso periodo storico.

Spazio politico-elettorale autogestito

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