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Cure e assistenza domiciliare per anziani fragili: cosa sapere

 

Come scegliere la tipologia di assistenza che fa più al caso proprio

 

Le persone che hanno un anziano malato, non autosufficiente o in una condizione di fragilità (temporanea o permanente) e non possono prendersene cura a tempo pieno e fornire l’assistenza continuativa di cui necessita, hanno due diverse possibilità davanti a sé.

La prima è inserirlo all’interno di una RSA, cioè una Residenza Sanitaria Assistenziale. Si tratta di una struttura non ospedaliera a carattere sanitario, ideata per ospitare e assistere persone che necessitano di specifiche cure da parte di più medici specialisti e di un’articolata assistenza sanitaria 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

La seconda opzione è invece richiedere un servizio di cure e assistenza domiciliare: in questo caso l’anziano può continuare a vivere nella propria abitazione e mantenere intatto il proprio contesto sociale e familiare e le proprie abitudini, ricevendo direttamente a casa i trattamenti necessari e i percorsi assistenziali utili per migliorare o conservare la sua condizione di salute.

La scelta dipende da molti fattori, tra cui l’aiuto di cui necessita la persona, la volontà di vivere in gruppo o meno, la situazione finanziaria familiare e la vicinanza che si vuole avere con il proprio caro.

Che tipologia di assistenza domiciliare esiste

A seconda dei bisogni del paziente e del livello degli interventi necessari, l’assistenza domiciliare può essere principalmente programmata (ADP) oppure integrata (ADI).

Nel primo caso, il servizio fornisce un livello di assistenza base, solitamente di competenza del Medico di Medicina Generale, per un tempo limitato e con cadenza stabilita (settimanale, quindicinale o mensile). Si tratta di interventi utili per monitorare lo stato di salute del paziente, verificare le condizioni igieniche e ambientali, erogare prestazioni mediche, infermieristiche e/o riabilitative e individuare la corretta terapia.

L’assistenza domiciliare integrata consiste invece in cure più complesse e trattamenti multidisciplinari (assistenza medica, infermieristica, riabilitativa, cure palliative ecc.) destinati a persone in gravi condizioni di salute. Questo servizio può essere di 1° e 2° livello, in base alla complessità della patologia.

Esiste anche l’Assistenza Domiciliare SAD, dedicata invece alle persone disabili con problemi fisici, psichici o sensoriali. In questo caso, lo scopo è fornire aiuto e supporto nelle attività quotidiane, nelle pratiche burocratiche e nel trasporto e il servizio può essere attivato anche solo in modalità temporanea.

Infine, esiste l’ospedalizzazione domiciliare, che consiste nel ricevere le cure tipicamente ospedaliere, ma presso il proprio domicilio, per persone che hanno subito traumi o hanno malattie gravi e per un periodo non superiore ai 60 giorni.

Buoni riscontri per l’assistenza domiciliare in Italia

Secondo lo studio domus-IT, promosso da FNOPI e curato dal CERSI, i pazienti che hanno ricevuto cure e assistenze domiciliari nel corso dello scorso anno sono soddisfatti del servizio ottenuto.

Nel dettaglio, quasi il 100% degli intervistati ha espresso una valutazione positiva sull’assistenza ricevuta (una media di 9.4 punti su 10), dichiarando di essere sempre stati trattati con cortesia e rispetto, di aver percepito cura e attenzione e di essere stati puntualmente ed efficacemente informati su tempi e modi dell’intervento.

Questi hanno riguardato in modo particolare prelievi, medicazioni semplici e avanzate, somministrazione di farmaci, gestione di device, educazione terapeutica, sanitaria, monitoraggio e misurazioni delle condizioni di salute.



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