società
Nuova vita per la chiesa di San Martino in Trignano
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Nuova vita per la chiesa di San Martino in Trignano
L'arcivescovo Boccardo: 'In momenti come questo si risveglia in noi la coscienza che tutto è dono'
“Una grande gioia pervade il nostro animo mentre stiamo qui riuniti per dedicare a Dio questa nuova chiesa con la celebrazione del sacrificio del Signore. Partecipiamo con fervore a questi sacri riti, in religioso ascolto della parola di Dio, perché la nostra comunità, nata da un solo Battesimo e nutrita alla stessa mensa eucaristica, cresca in tempio spirituale e intorno all’unico altare si rafforzi e progredisca nell’amore che lo Spirito Santo diffonde nei nostri cuori”. Sono una parte delle parole del rito per la dedicazione di una chiesa e dell’altare pronunciate dall’Arcivescovo Renato Boccardo a San Martino in Trignano di Spoleto.
La dedicazione della chiesa è stata per la locale comunità, ma per tutta la Pievania di S. Giovanni Battista, che comprende anche Baiano, Montemartano, S. Angelo in Mercole e Firenzuola, un evento di grande rilevanza religiosa ed ecclesiale, accompagnato da riti tra i più densi di bellezza, oltre che simbolicamente molto eloquenti. Con mons. Boccardo hanno concelebrato: don Edoardo Rossi Pievano, don Salvatore Ficarra, don Sem Fioretti Vicario generale, don Vito Stramaccia e don Davide Travagli. Diaconi, Claudio Vandini ed Alfio Tagliavento. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi della Diocesi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere don Pier Luigi Morlino. La liturgia è stata animata dal coro della Pievania, diretto da Diego Catanossi. Presente l’assessore alla valorizzazione delle culture, della qualità e della bellezza della Città e del territorio Danilo Chiodetti. Molti i fedeli delle varie comunità che si sono ritrovati per questo significativo momento, nella festa di S. Martino di Tours.
Il rito della dedicazione ha avuto inizio con l’ingresso in chiesa dell’Arcivescovo e dei celebranti; poi c’è stato il rito della benedizione dell’acqua e l’aspersione dei fedeli, delle pareti della chiesa e del nuovo altare; la proclamazione della Parola dall’ambone: i lettori hanno presentato il libro della parola di Dio al Vescovo che lo ha riconsegnato ad essi perché il tempio sia luogo in cui il Signore continui a rivolgere all’uomo la parola di Dio; le litanie dei Santi; la deposizione delle reliquie sotto l’altare dei Santi a cui è dedicata la chiesa: S. Martino di Tours, S. Ponziano e S. Gabriele dell’Addolorata; la preghiera di dedicazione; l’unzione dell’altare e delle croci con il sacro Crisma; la copertura e l’illuminazione dell’altare; l’incensazione; la liturgia eucaristica.
“Nella memoria liturgica di San Martino di Tours, siamo qui convenuti dalla Pievania di San Giovanni Battista per la dedicazione di questo luogo sacro dove - ha spiegato monsignor Boccardo - proprio attraverso la proclamazione della Parola e la celebrazione dei sacramenti, si alimenta la fede, si edifica la comunità, fiorisce la condivisione e diventa efficace la carità. E ricordiamo con commossa gratitudine la passione e la tenacia di don Gianfranco insieme all’impegno generoso di tanti nel volere e realizzare questa 'casa di Dio tra le case degli uomini'. Tuttavia servirebbe a poco rinnovare i ricordi se gli stessi non sfociassero nel ringraziamento al Signore. In momenti come questo si risveglia in noi la coscienza che tutto è dono, tutto è grazia e, pur con il grande lavoro svolto e le fatiche profuse, è sempre di più ciò che abbiamo ricevuto dalla provvidenza di Dio e dalla sollecitudine della Chiesa".
"In questo clima, possiamo ricondurre a tre parole il messaggio della celebrazione che ci raccoglie: identità, compito e missione. Una comunità ecclesiale ha una identità fatta di volti, di storie, di percorsi comuni. Il concorso dei singoli si intreccia con le esperienze condivise, con le abitudini e lo stile che si vanno consolidando. La Chiesa viva è un “edificio spirituale” composto dalle pietre vive che sono i cristiani (cf 1 Pt 2, 4-9). Vedere l’edificio sacro, viverlo partecipando alle assemblee liturgiche, collaborare alla vita comune, significa edificare continuamente l’edificio spirituale che è la Chiesa di Dio. Ecco dunque l’identità di ogni comunità cristiana, da custodire con amore rimanendo saldamente fondati in Cristo, 'pietra d’angolo', basamento solido che rende incrollabile l’edificio dei credenti. Da tale identità scaturisce il compito proprio della comunità, chiamata ad obbedire alla Parola di Dio. È la fede, dunque, ad essere in gioco, insieme ai modi per tenerla viva e coltivarla. Il primo impegno del cristiano e il compito originario della comunità ecclesiale consistono nel culto puro reso a Dio con il cuore e con la vita (cf Gv 4, 23). Una comunità locale, unita alla Chiesa particolare che è la diocesi, alimenta la confessione di fede dentro una vita di ascolto, di culto e di testimonianza. E la fede fa di noi dei contemporanei di Cristo non perché ci riporta al passato, ma perché ci rende reciprocamente presenti a Colui che è risorto e vivente nei secoli".
Infine, "il rito che stiamo celebrando ci affida una missione. Sappiamo bene che la missione è innanzitutto opera di Dio; non siamo noi a donare la salvezza né a convertire gli uomini. Ma noi abbiamo il compito di corrispondere con tutta la nostra esistenza alla chiamata del Signore. L’aspetto decisivo della missione che dobbiamo compiere consiste nella coerenza della vita personale e nella qualità della vita comunitaria. Essa richiede un’azione attiva di annuncio della buona notizia del Vangelo, ma la parte più avvincente la svolge l’esempio, con il quale si deve far vedere e dimostrare perché vale la pena aderire a Cristo e lasciarsi convocare da lui nella sua casa”.
“Grazie Eccellenza per questa celebrazione, grazie ai confratelli presbiteri e ai diaconi. Con tutto il cuore ringrazio - sono le parole di don Edoardo alla fine della celebrazione - chi ha desiderato l’ampliamento di questa chiesa: don Gianfranco Formenton che mi ha preceduto in questa comunità e che dal cielo fa festa con noi. Grazie al progettista, l’architetto Alessandro Bruni, allo scultore Armando Moriconi, all’impresa che ha fatto i lavori, al coro della Pievania che ci ha aiutato a pregare. Grazie anche alle comunità di questa Pievania per l’attenzione ai poveri sottolineata con dei cesti di alimenti. E le voglio nominare: Montemartano, Roselli, Terzo S. Severo, Baiano, S. Martino, S. Angelo in Mercole, S. Giovanni di Baiano, S. Gregorio, Ocenelli, Firenzuola, Messenano e Crocemarroggia. In questo momento di festa è stato molto importante ricordarsi dei poveri. Infine, un augurio a tutti noi: viviamo e camminiamo in comunione in questa bellissima terra, dove c’è tanta brava gente. Sono certo che faremo delle belle cose insieme”.
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