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Serravalle, la variante non sia un mostro
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Serravalle, la variante non sia un mostro
Presentato il progetto di fattibilità per uno svincolo necessario e atteso da 50 anni in Valnerina. Ma occorre anche preservare l'unicità dei luoghi
Variante sì, mostro no: la Valnerina non può diventare un posto come tanti altri. Da qualche settimana, ormai, si è tornati a parlare della “variante Serravalle” lungo la statale 685 delle Tre Valli. Un progetto la cui origine risale a molto tempo fa, all’incirca alla metà degli anni Settanta del secolo scorso. In particolare, dopo anni e anni di trafila e carte bollate attraverso i vari enti locali, il Ministero dei Lavori Pubblici aveva approvato, con decreto n. 1959 del febbraio 1980, i progetti dell’Anas relativi ai lavori di adeguamento e sistemazione dell’itinerario Triponzo-Serravalle-Cascia e Roccaporena. Un progetto “dolce” e consono ai luoghi interessati, che prevedeva l’utilizzo del tracciato dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia per deviare il traffico veicolare dall’abitato di Serravalle, consentendo – al contempo – un più agevole imbocco della strada per i luoghi di Santa Rita. Tuttavia, per motivi mai del tutto chiariti, si decise alla fine di non modificare più la viabilità nei pressi di Serravalle lato-Triponzo ma, al contrario, di realizzare la galleria che bypassa il cimitero della piccola frazione. La decisione fu presa con una delibera di giunta dell’amministrazione comunale di allora, la numero 36 del 12 gennaio 1981, prevaricando di fatto un decreto del Ministero della Repubblica italiana e nonostante la ditta incaricata avesse già provveduto a formalizzare tutti gli espropri necessari ai lavori previsti dal progetto originale. Nonostante l’opposizione dei residenti di Serravalle, che erano d’accordo con la realizzazione dell’opera originale, il risultato fu la revoca di tutti gli espropri e la realizzazione della galleria attuale, che da quarant’anni a questa parte anziché rendere il traffico più sicuro fa da trampolino di lancio ai veicoli, i quali raggiungono il paese provenendo da Norcia a velocità inaudite per un centro abitato, trovandosi poi di fronte allo “stop” all’intersezione con la strada per Cascia. Serravalle sopporta da 42 anni il torto subito. Poteva una delibera della giunta comunale prevaricare un decreto del Ministero dei Lavori Pubblici?. A questa domanda non c’è mai stata risposta.
Arriviamo così ai giorni nostri. La Regione Umbria e l’Anas hanno presentato un progetto (nell’immagine) da circa 35 milioni di euro – fondi del Pnrr –, volto a eliminare il traffico di passaggio dalla caratteristica frazione nursina, base del rafting e sede di alcune caratteristiche e storiche attività commerciali. Il problema è che nel corso degli anni, precisamente a marzo del 2001, il tracciato della ferrovia Spoleto-Norcia è stato gravato da un vincolo primario da parte della Soprintendenza, il che significa che – per il momento – l’Anas ha elaborato un percorso alternativo a quello della ferrovia, che pure sarebbe la soluzione ideale per la viabilità e per la salvaguardia dell’ambiente circostante.
Nel dettaglio, l’opera che si è deciso di realizzare è a tutti gli effetti faraonica, con piloni di cemento armato che verranno piantati nel tratto più delicato di tutta la Valnerina dal punto di vista idrogeologico, vale a dire quello adiacente l’intersezione tra i fiumi Sordo e Corno. Un chilometro circa di viadotto, che snaturerebbe completamente i luoghi trasformando anche Serravalle, anche la Valnerina, in un posto come tutti gli altri, con in più il rischio di vedere la variante chiusa in caso di esondazioni.
E se è giusto, anzi sacrosanto realizzare la “variante Serravalle” per rendere giustizia allo storico castello e stazione di posta lungo la via per Norcia, è altrettanto necessario rispettare le caratteristiche del territorio, la cui unicità è il vero valore aggiunto che lo rende differente da tantissime aree rurali ormai violentate dal cosiddetto “progresso”.
Vero è pure che, al momento, l’incrocio per Cascia presenta tratti di pericolosità difficilmente riscontrabili altrove. “Il problema è ampio – dichiara a Spoletonline il sindaco di Cascia Mario De Carolis – e credo che la variante sia un’opera strategica fondamentale per la sicurezza e la viabilità. Al momento la Regione e l’Anas ci hanno solo presentato la prima versione del progetto, è chiaro che tutto ciò che riguarda il paesaggio e la sicurezza dal punto di vista idrogeologico sarà oggetto di discussione nella fase partecipativa, prima dell’approvazione definitiva”.
Fase partecipativa che, logicamente, spetta al Comune di Norcia gestire, visto che è Norcia la “padrona di casa” per l’intero tratto che sarà interessato dal cantiere. Sotto questo aspetto, il sindaco Boccanera ha le idee molto chiare: “Per ora abbiamo visto soltanto il progetto di fattibilità – dichiara a Sol –, certamente l’opera è molto importante ma non deve nascere un mostro nel cuore della nostra terra. Non appena riceveremo il progetto lo valuteremo dapprima nella conferenza dei capigruppo, dopodiché insieme a tutte le forze politiche della città organizzeremo la partecipazione. Il progetto sarà sottoposto all’attenzione della Conferenza dei servizi, della Soprintendenza, della Regione per ciò che riguarda il possibile rischio idrogeologico, e anche dello stesso ufficio Paesaggio dell’Urbanistica del nostro Comune. Il nostro obiettivo è quello di togliere il traffico pesante da Serravalle, che deve tornare ad essere un gioiellino per il nostro turismo, quasi un’isola pedonale in cui trovare pace e ristoro. Togliere il traffico la valorizzerebbe ma, al contempo, non possiamo creare un mostro in mezzo alla natura. A breve, l’Anas convocherà anche una sorta di preconferenza informale, in cui tutti gli attori interessati potranno esprimere la propria opinione. Perché certamente va bene la sicurezza, ma non si può distruggere un territorio come quello di Serravalle, così bello e caratteristico. Come ‘padroni di casa’ – conclude Boccanera – abbiamo voce in capitolo nel rispetto di tutte le sensibilità, a cominciare da quelle degli stessi residenti di Serravalle”. E se è vero che Serravalle deve tornare ad essere un gioiellino per il nostro turismo, sicuramente la soluzione più efficace è quella che, in ogni caso, consenta ai turisti un accesso al paese e alle sue bellezze naturali ben visibile, agevole, sicuro e non impattante.
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I commenti dei nostri lettori
Persio64
1 anno fa
la Variante è necessaria! ma quello pubblicato è uno sgorbio provocatorio che lascia intuire uno scempio. L'Anas facesse un progetto di fattibilità serio e poi ne riparliamo.
Maurx
1 anno fa
Caro Daniele forse non ricordi bene quello che successe in tempi della prima variante o forse eri troppo giovane. Non sono abituato a scrivere su internet perché non ho la possibilità di controbattere in diretta quello che voglio dire. Se capita l’occasione ne parliamo a voce. L’unica cosa che voglio sottolineare che da una piantina con dei segni colorati già parliamo di “ecomostro”. Vorrei solo che riflettessi su queste due situazioni che si potrebbero verificare in una zona altamente sismica come la nostra. Pensa se crolla il ponte in muratura che da Serravalle va a Cascia, oppure pensa se l’abitato a ridosso della strada crolla. Questa opera non è “strategica” è una opera di PROTEZIONE CIVILE.
Marino Pierantozzi
1 anno fa
È veramente una schifezza Chi progetta un obbrobrio del genere merita che gli si venga tolta la laurea e mandato nei cantieri per imparare il lavoro
Come deturpare la Valnerina!
1 anno fa
Questa variante è un'assurdità che rovinerebbe una tra le più belle zone della Valnerina! E' incomprensibile come questi "scienziati" abbiano partorito questo scempio quando, se volevano una variante, potevano fare una galleria che bypassasse Serravalle e lasciare questo bellissimo paesaggio inalterato invece di deturparlo con questo obbrobrio di progetto!
luk52
1 anno fa
Una cagata pazzesca !!!!
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