cultura e spettacolo

Applausi per Massimo Popolizio con Uno sguardo dal Ponte

 

Il regista si confronta di nuovo con un grande testo della letteratura americana del ‘900 (dopo la pièce del 2019 tratta da Furore di Steinbeck) e ne esce più che vittorioso

 

I presupposti per un’ottima riuscita c’erano tutti. Produzione – la Compagnia teatrale Umberto Orsini -, cast - di prim’ordine - ma soprattutto regia: Massimo Popolizio si confronta di nuovo con un grande testo della letteratura americana del ‘900 (dopo la pièce del 2019 tratta da Furore di Steinbeck) e ne esce più che vittorioso.

Estremamente – e volutamente – cinematografico, Uno sguardo dal ponte, tratto dall’omonimo dramma di Arthur Miller, racconta una storia di passione travolgente in cui la mano del destino è padrona indiscussa della scena, come in un dramma greco. E come in un dramma greco l’avvocato Alfieri, interpretato da un ottimo Michele Nani, ha la stessa funzione del coro: narra, attraverso un lungo flashback, una torbida vicenda familiare ambientata tra gli immigrati siciliani della proletaria Brooklyn e le impetuose passioni di un uomo perdutamente innamorato, interpretato egregiamente dallo stesso Popolizio. I triangoli amorosi, gli interessi individuali e un’anomala relazione erotica spingono il protagonista, un antieroe “edipico” moderno, a perdere il lume della ragione e ad autodistruggersi per colpa della sua stessa passione.

Un racconto semplice e diretto che, tra le maglie di una trama chiara e apparentemente prevedibile, nasconde la complessa oscurità delle relazioni amorose. La scena stessa, essenziale ed insieme completa, è metafora della profonda complessità, apparentemente inaccessibile, non solo dei vincoli familiari ma anche degli stessi personaggi del dramma. A partire dall’oggetto del desiderio per eccellenza, la “nipote adottiva” Caterina, interpretata da un’acclamata Gaja Masciale, la quale si rivela essere sì una donna, ma nelle vesti di una ragazza, matura e al contempo acerba, odiata ed amata dal protagonista che non riuscirà a lasciarla andare, ma nemmeno a conquistarla definitivamente.

Un’anteprima nazionale che sbalordisce e meraviglia il pubblico spoletino, piacevolmente colpito all’uscita dal teatro Nuovo Menotti da questa grande e intensa storia (come suggerisce lo stesso Popolizio) “raccontata come un film... ma a teatro”.



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