cronaca

Ambulatorio in centro, futuro a rischio

 

La struttura verso la chiusura, con evidenti disagi per i residenti. L'Usl Umbria 2 non risponde: lettera aperta al presidente della Regione Tesei. AGGIORNAMENTO: il dottor Hanke si incatena al suo studio medico

 

Aggiornamento delle 19: Il medico spoletino Maurizio Hanke ha deciso. Rimarrà giorno e notte legato al suo studio medico ad oltranza se la Direzione della ASL Umbria 2 non modificherà il parere negativo che ostacola la sopravvivenza del suo ambulatorio. Nei giorni scorsi infatti era arrivata al dottor Hanke una nota con la quale il direttore della Asl 2 di Terni, De Fino, respingeva la richiesta del medico spoletino di poter prolungare il suo incarico fino a che un nuovo medico non avesse proseguito la attività nel centro storico di Spoleto, ove è rimasto un solo ambulatorio medico al servizio della parte alta della città del Festival.

La Regione aveva nei giorni scorsi emanato una deliberazione che consentiva ai medici presenti nelle zone disagiate dell’Umbria di prolungare la loro attività oltre i termini del pensionamento. E’ la situazione in cui si trova Hanke: egli è andato in pensione pochi giorni fa, il 15 settembre, e il 13 aveva fatto richiesta di prolungare il suo servizio per non chiudere definitivamente l’ambulatorio che serve tutta la parte alta del centro storico di Spoleto dove altri medici non sono voluti venire a svolgere la loro attività sostituendo Hanke. Si tratta di una vasta area geografica del Comune ove la popolazione residente è costituita maggiormente da anziani e disabili i quali hanno difficoltà ad accedere in altri ambulatori nella parte bassa della città. Il Direttore De Fino, richiamandosi alla delibera regionale firmata dalla Presidente Tesei e dall’assessore Coletto, che individuava le zone più disagiate particolarmente (ma non esclusivamente) nelle zone montane dell’Umbria, aveva respinto la richiesta di Hanke a proseguire la sua attività dopo la pensione, perché Spoleto non è un Comune montano.

Ma, spiega Hanke, “la delibera regionale non limita la efficacia della legge regionale solo ai comuni montani ma prevede che essa possa essere attuata laddove il rapporto tra medici di base convenzionati e popolazione non è equilibrato e dove, come nel caso del centro storico di Spoleto, tale rapporto è assolutamente insufficiente a garantire la assistenza ad una vasta parte della popolazione cittadina”. Pertanto, aggiunge Hanke, “la Regione e le sue espressioni politiche come la Presidente Tesei e l’Assessore regionale Coletto devono intervenire per dare giusta attuazione alla legge da loro firmata”.

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Il primo appello lanciato all’Usl Umbria 2, teso a scongiurare la chiusura dell’ultimo ambulatorio medico presente nel centro storico, è rimasto inascoltato. Ora il comitato formato da numerosi residenti nell’area ha deciso di tornare alla carica, attraverso una lettera aperta inviata direttamente al presidente della Regione Donatella Tesei. 

“La invitiamo a prendere in considerazione questa gravissima situazione. Centinaia di persone avevano nei mesi scorsi già sottoscritto un appello alla direzione della Usl Umbria 2 per indurre gli amministratori della sanità regionale a prendere in considerazione questa gravissima situazione, ma nulla è stato fatto. Recentemente la Giunta regionale ha varato una deliberazione che ha aperto uno spiraglio consentendo ai medici che vanno in pensione di rimanere in servizio oltre i limiti del pensionamento e questo avrebbe permesso al medico che attualmente è in servizio nel Centro storico di prolungare la sua attività in attesa che un giovane medico possa in futuro subentrargli”. 

La direzione della Usl Umbria 2 ha però negato tale possibilità, "sostenendo che Spoleto non è un Comune montano e questo vieterebbe la possibilità di prorogare la convenzione con quel medico. In realtà la deliberazione regionale da Lei firmata non circoscrive la possibilità di tali proroghe esclusivamente ai medici che operano nei comuni montani ma la estende alle situazioni  in cui il rapporto convenzionale con i sanitari è insufficiente a coprire tutte le aree geografiche in cui è necessaria la presenza di un medico di base, come appunto il Centro Storico di Spoleto. Spoleto ha già subito in passato pesanti attacchi alla sua organizzazione socio-assistenziale e non vorremmo che ancora una volta si ignorassero le necessità della sua popolazione in specie di quella parte di essa che risulta più debole ed esposta a rischi in questo periodo di pandemia”.



I commenti dei nostri lettori

Diogene

1 anno fa

QUESTO E' UN ULTERIORE ESEMPIO DI COME VIENE GESTITA LA SANITA' E DEL DEGRADO POLITICO , MORALE , ECONOMICO CHE STIAMO VIVENDO OGGIGIORNO.

comitato 19 giugno

1 anno fa

Che c'entra l'essere montano o meno. E poi l'appartenere ad una Comunità montana non qualifica come tale il Comune?

paneolio

1 anno fa

Non si capisce perche' la nostra citta' sia nel mirino della Regione......eppure mi sembra che la Presidente vi abbia preso diversi voti!

Inviare una lettera aperta alla Tesei...

1 anno fa

...è come inviarla alle...tre scimmiette d'io non vedo, io non sento e io non so...leggere! Attila non è passato per Spoleto mentre la Tesei e il suo degno compare geometra e assessore alla Sanità ci sono passati e si vedono tutti i danni che hanno causato alla Sanità spoletina e alla Valnerina!

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