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Amministrative, la proposta di Spoleto 2030 e di Diego Catanossi rompe gli schemi abituali della politica
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Amministrative, la proposta di Spoleto 2030 e di Diego Catanossi rompe gli schemi abituali della politica
Programma inclusivo e in continua evoluzione, partecipazione dal basso e il concetto di 'cura' al centro dell'azione. I temi di un centrosinistra di prospettiva
Non chiamateli giovani. La proposta politica di Diego Catanossi – 36enne professore di filosofia con un passato da direttore di istituto per minori – e della sua lista Spoleto 2030 trascende l’età anagrafica media – 44 anni – ed è tutta proiettata verso il futuro, in perfetta linea con Azione di Calenda, di cui la lista è in qualche modo espressione (4 tesserati su 24).
Già consigliere comunale indipendente del Pd, poi tesserato con i dem durante gli anni d’oro di Matteo Renzi, Catanossi rappresenta il centrosinistra fuori dagli schemi, europeista e con una profonda radice cattolica, con l’inclusione e lo studio come pilastri fondamentali.
Ieri pomeriggio, nella sede elettorale di via Porta Fuga, il più anagraficamente giovane dei sette candidati sindaco si è presentato in conferenza stampa, illustrando il programma e spiegando le ragioni della scelta di correre da solo e con un’unica lista. Quattro i tavoli fondamentali di Spoleto 2030: Crescita e sostenibilità – coordinato da Marco De Angelis, Qualità della vita – coordinato dal dottor Carlo Gaggi, cultura e innovazione dello stesso candidato sindaco e, infine, Sviluppo del territorio, coordinato dall’architetto Stefano Giannetti. Tutti i coordinatori hanno affiancato Catanossi in conferenza stampa, insieme alla capolista Marta De Angelis, da anni impegnata nei servizi socio-sanitari con l’Aglaia prima e nella Usl poi.
Il programma di Spoleto 2030 si fonda sulla partecipazione e le proposte dal basso, allo scopo di “far trovare pronta la città – ha dichiarato Catanossi – nel momento in cui usciranno i bandi del PNRR. In parte sono stati finanziati i progetti già esistenti, ma il grosso deve ancora nascere e abbiamo l’obbligo di farci trovare pronti”.
Il concetto di “cura” della città e della persona è particolarmente sentito da Spoleto 2030. “Sono un insegnante, voglio lasciare il segno – le parole del candidato sindaco – e sono anche consapevole del fatto che la città non si cambia in due mesi e neanche in cinque anni: ma vogliamo invertire una tendenza che non è sana, che non fa il bene della nostra città”.
Dall’accoglienza turistica al decoro urbano, dal piano verso l’emergenza demografica che incombe fino a progetti per invertire la fuga di cervelli da Spoleto verso altri territori che offrono spazio ai giovani davvero validi: Spoleto 2030 ha elaborato un programma inclusivo e, soprattutto, in continua evoluzione sulla scorta delle proposte che giungono dai cittadini.
Ma attenzione: non chiamateli giovani, perché sarebbe riduttivo per la qualità complessiva della proposta, per il livello della lista e anche per chi, come il candidato sindaco, ad appena 23 anni ha varcato la soglia del consiglio comunale per la prima volta. Ed è successo ben tredici anni fa…
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