le interviste di Sol

'Beyond the Ocean', mostra fotografica di Cristiana Lolli dal 27 giugno all'11 luglio

 

Viaggio dentro se stessi attraverso le immensità dell'oceano

 

Un viaggio simbolico, introspettivo, alla ricerca di se stessi utilizzando l’acqua dell’Oceano come elemento, strada e veicolo. Si chiama Cristiana Lolli la giovane fotografa autrice della mostra “Beyond The Ocean”, aldilà dell’Oceano ma anche oltre l’oceano, in programma dal 27 giugno all’11 luglio al coworking di via del Mercato. L’esposizione racconta di una ragazza e del suo cammino verso se stessa, la sua libertà interiore, la leggerezza d’animo che era perduta e che si riconquista attraverso ritmi diversi e contemplazione dell’immenso. Con un messaggio finale valido per tutte le generazioni. Spoletonline ha voluto conoscere la giovane artista.

Cristiana, da cosa nasce l'idea di questa mostra? “L’idea della mostra in sé nasce dalla voglia di far parte dell’arte di questa città nelle due settimane in cui più amo essere qui… è la mia prima mostra, ho voglia di esprimermi; spero sia un linguaggio che piaccia alle persone. Sono curiosa di vedere le loro reazioni, ascoltare i loro pensieri”.

Il confine tra il desiderio di narrare e il bisogno di scoprire se stessi. “Penso mi riesca più facile esprimermi con concetti piuttosto che trovare le giuste parole, ed è proprio mentre uno si sofferma a pensare sull’idea che ha di quel qualcosa che scopre se stesso. Quando si va ad una mostra ci si interroga anche inconsciamente e quando finiamo di vederla, sicuramente qualcosa in più di noi, anche una cosa minima, del nostro modo di pensare, la scopriamo. E a me piace per questo narrare”.

Dunque interpreti la fotografia come veicolo di emozioni e sentimenti. “Essendo una che non ama mai parlare troppo, probabilmente lo faccio attraverso le immagini”.

La tua è una lettura dell'ambientalismo in chiave introspettiva, da contrapporsi al mondo dell'apparire: quanto c'è di Cristiana in questo modo di intendere la vita, l'ambiente e la riflessione? “La fotografia è comunicazione, l’immagine che noi ci facciamo del mondo che ci circonda che arriva al cervello dipende esclusivamente dagli occhi, poi attraverso la nostra mente elaboriamo sensazioni. Quando si guarda una fotografia non si possono non provare emozioni: che sia una risata o a volte anche una lacrima, dipende tutto da ciò che abbiamo dentro. Come disse Ansel Adams: ‘la fotografia non si fa con la macchina fotografica. Ma con ciò che hai vissuto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato’. Attraverso la fotografia possiamo affrontare grandi discorsi senza parlare, che ciascuno può interpretare in infiniti modi; quindi la foto rimarrà per sempre viva perché ogni persona che la guarderà, anche a distanza di anni, lascerà un po’ di sé. È uno scambio di idee”.

Beyond the Ocean è prima di tutto un viaggio: quanto è cambiata la protagonista di questo viaggio rispetto a prima di partire? “Prima di partire, la ragazza in questione viveva in un caos e sentiva la necessità di mettere in ordine la propria vita. Vivendo in una città come Milano dove l’apparenza fa da padrona, gli spazi e la quotidianità della città iniziavano a starle stretti. Il bisogno di libertà, con ‘l’aiuto’ del lockdown, era diventato la sua prigione personale. Questo bisogno si è fatto sempre più forte: ritrovare la vera essenza della libertà e quella leggerezza d’animo che è sempre appartenuta alla ragazza. Il contatto con la natura che ha potuto assaporare in un momento come quello che tutti stavamo passando, è stato per lei una porta sul mondo. Un soffio di aria pura”.

L’oceano come immensità degli spazi ma anche acqua come simbolo di vita, da cui tutto è partito: il messaggio che vuoi lanciare, e lasciare, con la tua mostra. “Sì, soprattutto l’oceano come immensità di spazi! Nell’oceano c’è un’energia pazzesca, travolgente… ho coltivato un immenso amore per l’oceano, ho vissuto a Fuerteventura per 6 o 7 mesi e mi sono da subito sentita a casa. Non mi è mai mancato nulla, ogni fine turno di lavoro andavo a trovarlo e tutta la stanchezza scivolava via. Ricordo di aver pensato: ‘Certo che fino ad ora io il mare non ho mai capito cosa fosse’… Per me è stato quella spinta che serve nella vita. In continuo movimento… scorre, si agita, si calma, ti avvolge… Con Andare ‘al di là dell’oceano’ intendo andare oltre l’apparenza, la paura, poiché se ci soffermassimo a osservare solo la superficie, non scopriremmo mai le meraviglie che l’oceano nasconde, le sensazioni. Il messaggio che vorrei lasciare con la mia mostra è di prendersi i propri spazi e soprattutto, appunto, andare oltre”.



I commenti dei nostri lettori

Lettore.

3 anni fa

Mi sono lasciato trasportare dalle parole profonde dell'intervista e mi sono ritrovato a galleggiare in un oceano di emozioni. Brava!

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