Che poi diciamocelo...
Il 2020 sta finendo
Che poi diciamocelo...
Il 2020 sta finendo
Che poi diciamocelo: era ora... Non pretendo mica le scuse dal 2020, mi basterebbe che ci dimostrasse che è pentito...
Questo 2020 se ne sta andando. I bilanci d’obbligo ad ogni fine anno a braccetto con i buoni propositi per quello che verrà sono un filo impegnativi questa volta ma proprio per questo non possiamo esimerci dal farli.
Quest’anno era partito con tutti i migliori auspici eh.. una bella fetta di gente salutava il 2019 come anno affatto positivo e per quanto si temesse l’anno bisesto non potevamo mica immaginare avrebbe scintillato così tanto! La crisi già c’era, l’economia stava messa maluccio, la politica sempre nel solito limbo di incoerenza ed evanescenza, la tv sempre più spazzatura, la musica non aveva partorito nessun Battisti e tanto meno i Beatles. Non pensavamo proprio potesse andare peggio, a limite un pareggio, zero a zero e palla al centro.
Poi dalla Cina un sacco di gente inizia ad ammalarsi, non eravamo nuovi neppure a questo, quindi, cosa che sappiamo fare benissimo, l’abbiamo presa a ridere.. ridi,ridi! Arriva qui il signor Covid-19 ma una nuova categoria di personaggi pubblici, nuova in termini di presenza mediatica, inizia a raccontarci che di coronavirus siamo pieni da sempre, è il virus che ci becchiamo tutti gli anni, un’influenza, per qualcuno poco di più. Allora abbiamo quasi provato a tirare un respiro di sollievo finché il respiro non ha iniziato a mancare a un sacco di gente, mancare fino a morire. E allora abbiamo conosciuto l’esperienza del lockdown, tutti chiusi in casa (mi chiedo ancora quelli con gli amanti come abbiano fatto..)ma pieni di coraggio, di spirito umano, di voglia di uscirne e di sostenerci l’uno con l’altro. Abbiamo visto balconi prendere vita e concerti quotidiani in diretta streaming. Ma anche ambulanze, carri funebri, contato i morti e contato i sopravvissuti e gli asintomatici. Ci siamo arrabbiati per i pochi soldi che abbiamo ricevuto, chi li ha ricevuti, e ci siamo disperati quando dalla sera alla mattina non abbiamo più avuto la possibilità di far mangiare i nostri figli. Abbiamo imparato a fare il pane, a fare il lievito madre per forza di cose, ci siamo fatti andare bene le penne lisce, abbiamo pregato in cuor nostro che si trovasse un rimedio, un vaccino. Qualcosa, qualunque cosa, che ci tirasse fuori da questo incubo. Abbiamo sentito tutti i Mourigno e gli Ancelotti del lunedì mattina, quelli che sanno senza sapere ma gli piace sparare sentenze e con i social si sentono ancora più importanti perché bene o male c’è chi li considera anche solo per un secondo. Abbiamo visto i negazionisti che negavano l’evidenza come nella miglior tradizione di tradimenti coniugali, abbiamo contato una schiera di esperti, veri questa volta, che però dicevano tutto e il contrario di tutto mandando noi poveri ignoranti in un baratro di non comprensione. Abbiamo rispettato le linee guida e abbiamo continuato a credere che a suon di Dpcm sarebbe andato tutto bene e si, ne saremmo usciti. Poi siamo usciti. Una gran voglia di respirare l’aria fuori da casa, di prendere il sole, di andare a mangiare la pizza, di prendere un aperitivo, di ballare sulla spiaggia. Abbiamo fortemente voluto la riapertura della scuola come simbolo di un ritorno alla normalità ma purtroppo, senza troppi preamboli, nel frattempo non si sono preparati, loro che dovevano preparare il terreno più sicuro, e allora siamo ritornati mezzi chiusi ma più stanchi, meno impauriti e più arrabbiati. Abbiamo sperato di vivere un Natale “normale”, di andare a messa a mezzanotte e guardare il Bambino che nasce con la voglia di rinascere anche noi. Niente da fare, se ne parla a Natale del prossimo anno, forse, anche se ora.. c’è il vaccino. E allora riecco i Mourigno di noi altri nonché i negazionisti dei miei stivali che, come dice una nota giornalista italiana, probabilmente non hanno neppure la terza media ma con lo sdoganamento della libertà di espressione attraverso i social fanno gli esperti virologi, chimici e astrologi pure, e si prendono il loro momento di gloria oltre a risultare chiaramente ridicoli. Ma non volevate tutti un vaccino? E adesso che c’è... siamo proprio, tristemente, il paese di Pulcinella!
Sono onesta. È stato un anno terribile ma per alcuni versi anche no. In quest’anno ho scoperto la paura, la precarietà, il sentirsi impotente di fronte ad alcuni eventi, e non che la malattia prima non esisteva ma il Covid ce l’ha portata potenzialmente in casa, senza se e senza ma, e se non in casa tua in quella del dirimpettaio, troppo vicina per far finta che non ti riguardi. In quest’anno tutti gli abbracci e i baci con i miei figli si sono ridotti al lumicino e non credo ci sia bisogno di spiegare quanto questo generi sofferenza. In quest’anno però ho anche riscoperto la dimensione di casa e di famiglia, io che correvo sempre come la pallina del flipper. Ho iniziato a godermi i miei spazi, la mia cucina, i compiti con i bambini, il pranzo tutti e quattro insieme, parlare con mio marito faccia a faccia e non via messaggio tra un impegno e l’altro. Ho scoperto quali sono le persone che veramente mi mancano, quelle con cui una serata valeva veramente la pena di essere vissuta e anche quelle delle quali posso fare serenamente a meno. Ho capito di essere una persona fortunata per tanti motivi e uno di questi è per gli amici che ho. Ho capito che la mia famiglia è veramente il mio perno, quella di origine e quella che ho creato. E sono convinta che in tanti avranno riscoperto le stesse cose che ho riscoperto io. Sui piatti di questa bilancia quindi metto bene e male, ma questo è parte del regolamento.. e saluto questo 2020 con un senso di liberazione ma anche un senso di gratitudine per tutte le cose che mi ha ricordato. A questo punto me le ricordo, le ho ben comprese, dunque se il 2021 volesse essere così cortese da essere un pochino meno invasivo, leggermente più socievole e un tantino meno catastrofico per il mondo intero (perché poi alluvioni, terremoti e compagnia non sono mica mancati!) sarei ancora più grata. Non faccio progetti per il prossimo futuro che non mi sembra aria, ma un paio di cosette da fare ce le avrei, 2021 piacendo!
E come si suol dire buona fine e soprattutto buon inizio!
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I commenti dei nostri lettori
gsn
4 anni fa
Cerco di coprire le voci del silenzio per andare oltre la zolla di mondo in cui mi muovo. E’ fatta di persone che hanno studiato ma non ci sono narratori, intellettuali ma cose così. Un mondaccio, direbbe qualcuno, per molti versi ma alla fine è lì che pascolano le idee. Vivevo (e vivo) in questo angolo di terra che è bello, essenziale, lontano dai fatti che accadono e quando è arrivato l’ospite indesiderato, il virus pandemico la zolla è diventata campo e il campo un orizzonte che guarda lontano. Il tempo, il mio si era fermato con il terremoto che ha devastato il Centro Italia e la mia zolla, appunto Che altro deve succedere, mi sono chiesto. La pandemia ci ha fatto scoprire la fragilità dell’essere, Ci dice che siamo ospiti di un pianeta unico, azzurro e bianco. Azzurro come i mari che lo ricoprono, bianco come le nuvole che corrono veloci spinte dai venti. Azzurro, verde e marrone come le foreste e le terre che i mari circondano. … un paradiso di vita immerso nell’immensità dell’Universo. Nulla sarà come prima. Il virus non rispetta i confini degli Stati e le leggi degli uomini. Non conosce l’importanza del prodotto interno lordo, non sa nulla di impresa, lavoro, consumo … Mentre i ghiacciai si sciolgono, le stagioni cambiano, i terremoti devastano il virus ci dice che non siamo i padroni del pianeta Lui, il nemico corre veloce, attacca e si moltiplica, muta per adeguarsi all’ambiente che incontra. Il 2020, l’anno orribile che sta andando è suo Quello che sta nascendo, il 2021 tornerà nostro se sapremo mettere ordine e cambiare. Rispettando la natura rispettiamo noi stessi Non vado oltre. gsn . Buon 2021 sperando che sia tale per ognuno di noi 31 dicembre 2020, h. 23:00
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