cronaca

Spoleto ospedale Covid, l'allarme di Il Cerchio e Legacoop: 'A rischio 50 posti di lavoro'

 

La residenza sanitaria protetta, a seguito dell'ordinanza della presidente della Regione Tesei, rischia di essere smantellata. 'Manteniamola in città trasferendola a Terraia'

 

Duro colpo arriva dall'ordinanza regionale di riconversione dell'ospedale San Matteo degli Infermi in ospedale covid per la Residenza Sanitaria Protetta di Spoleto. Il servizio territoriale "San Paolo", pur non rientrando fra i servizi sanitari, si trova attualmente inserito presso il presidio ospedaliero e a seguito dell'ordinanza di riconversione, anche l'RSA sta per essere smantellata e i suoi ospiti inviati a casa o in altre strutture, al di fuori del loro territorio d'origine.

“Abbiamo rivolto il nostro appello alla Presidente Tesei – afferma Serenella Banconi presidente della cooperativa sociale Il Cerchio - affinché si occupi di queste posizioni lavorative la cui situazione, in caso di perdita dell'impiego, andrà ad incidere inevitabilmente sulle famiglie e sul tessuto sociale del nostro territorio. Riguardo la RSA, che ricordiamo essere un servizio territoriale, come cooperativa ci siamo già detti disponibili e pronti a collaborare a un rientro immediato di tale servizio nella sede di Terraia, accanto alla Residenza Protetta già gestita dalla Usl, dove peraltro la stessa RSA ha avuto la sua sede fino al 2013”.

La RSA è un servizio a titolarità pubblica (Usl - Distretto n.2 dell'Umbria), che presenta una forte impronta sanitaria pur non essendo a tutti gli effetti un servizio sanitario. La RSA ospita, per un periodo variabile tra le poche settimane e alcuni mesi, persone non autosufficienti che non possono essere assistite in casa, e che necessitano di un'articolata assistenza sanitaria finalizzata, ove possibile, al recupero funzionale e all’inserimento sociale.

A fronte dell'ordinanza della Presidente Tesei, volta a tutelare la salute e la sicurezza di tutti gli umbri, le 12 figure professionali che operano nella RSA di Spoleto stanno per perdere il loro posto di lavoro. Insieme a loro, anche i 24 operatori ospedalieri e 12 addetti al triage, per un totale di circa 50 soci della cooperativa.

Sull’argomento è intervenuta anche Legacoop che chiede la difesa dei lavoratori e dei servizi sanitari territoriali ed offre la massima collaborazione alla Regione Umbria, al Comune di Spoleto ed alla Usl per trovare una soluzione condivisa a questa situazione emergenziale.

“La gestione dell’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia è sicuramente difficile – afferma Andrea Bernardoni di Legacoopsociali Umbria – tuttavia crediamo che pur nell’emergenza si debba cercare di difendere i servizi sanitari presenti nel territorio di Spoleto ed i numerosi lavoratori del privato sociale coinvolti nella gestione dei servizi sanitari di Spoleto. In queste ore la cooperazione sociale si è attivata per trovare delle soluzioni in grado di liberare la struttura ospedaliera mantenendo però i servizi a Spoleto, il trasferimento della RSA nella struttura di Terraia va in questa direzione. Offriamo la massima disponibilità alle istituzioni regionali e comunali ed alla Usl siamo pronti a collaborare per trovare soluzioni in grado di difendere i servizi sanitari territoriali della città e gli oltre 50 lavoratori impegnati in queste attività”.

Dal 2013 ha sede nell'ospedale, ma non è obbligatorio che sia inserita in una struttura sanitaria ed infatti sino a quel momento l’RSA era ospitata nella struttura di Terraia.

“Diversamente – conclude Serenella Banconi - ci chiediamo che fine faranno i nostri anziani e, di conseguenza, quale sarà il destino dei nostri soci-lavoratori. Un provvedimento istituzionale volto alla tutela della collettività non può gettare nel disagio sociale 50 famiglie del territorio, soprattutto quando vi sono alternative possibili”.



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