le interviste di Sol

Amministrative, Maria Elena Bececco: 'Completiamo il percorso cominciato quattro anni fa'

 

'Ripianato il bilancio e salvato il Festival. Ora facciamo raccogliere alla città i frutti di questo lavoro'

 

Bececco, gli ultimi sei mesi li ha trascorsi da sindaco. Cosa ha significato, per Lei, a livello di formazione personale e anche dal punto di vista emotivo. "Prima di tutto voglio dire che è stata un'esperienza che non avrei mai voluto fare, poiché causata da mancanza di Fabrizio. Nei precedenti tre anni e mezzo gli sono


stata molto vicina, anche se per carattere tendo a restarmene al mio posto. Mi ha insegnato tanto, prima a scuola e poi anche in amministrazione comunale, visto l'importante bagaglio di esperienza che aveva. Quindi, avendolo seguito per tutto questo tempo non ho avuto incertezze, il giorno dopo la sua morte, nel decidere di continuare e prendere in mano la situazione. Dal giorno seguente ho cominciato a lavorare a tempo pieno come sindaco".

La prospettiva è cambiata completamente da un giorno all'altro, quindi. "Sicuramente la situazione è diversa, dato che è cambiato il livello di responsabilità, di carico emotivo con il quale si fanno le cose. Prima c'era il sindaco, ora al suo posto ci sono io. Ma questi sei mesi da facente funzioni sono stati ancora più duri rispetto alla vita da sindaco, dato che non ho un vicario, non ho qualcuno cui delegare la vicesindacatura, non posso nominare il vicesindaco perché il vicesindaco sono sempre io... Ciò significa che non ho potuto allontanarmi mai dalla città, perché tecnicamente non ho un sostituto. Quindi ho rinunciato a tutte le piccole uscite che avevo deciso di fare, a cominciare dalle vacanze fino ai miei hobby, come la palestra, che ovviamente ho lasciato da parte. Anche in famiglia il rapporto è un po' cambiato, non lo nego. Posso fare un esempio?"

Ci mancherebbe. "Sembra una cosa stupida, ma rende l'idea: un tempo il rumore della pioggia mi cullava il sonno. Da quando non c'è più il sindaco il rumore della pioggia il sonno me lo toglie. Penso al 12 gennaio, all'allarme meteo e alle ronde con la protezione civile. Ricordo che all'una del mattino sono rientrata a casa perché era cessato l'allarme, ma poi ha ripreso a piovere e alle 4 mi sono alzata di nuovo: sono uscita da sola a controllare che tutto fosse a posto. Fondamentalmente senti sul collo il peso di una responsabilità importante. Ma questo cambiamento traumatico mi ha fatto crescere moltissimo, mi ha reso consapevole degli impegni e del tempo che servono al sindaco".

E allora perché ha deciso di candidarsi? "Perché se vinco (ride) posso nominare il vicesindaco e farlo 'schiattare' qui al posto mio! Al di là degli scherzi, in questi sei mesi ho visto crescere i primi frutti dei semi gettati durante il lavoro dei precedenti tre anni e mezzo. Grande è il desiderio di veder nascere quel che hai seminato e di fare sempre di più per una città che, quattro anni fa, ci ha premiato e che comunque abbiamo  gestito bene, almeno dal nostro punto di vista. Poi decideranno i cittadini, ma abbandonare adesso sarebbe stato davvero impossibile, per me. Sarebbe stato come abbandonare un bimbo appena nato".

Ma questo bimbo, in sostanza, come si chiama? Ora che l'amministrazione uscente naviga, spezzettata, verso tre direzioni differenti, che ne è del progetto originale? "Guardi, io sono entrata nel progetto a cose praticamente fatte, nel 2014, quando mancava poco alle elezioni. Il progetto veniva da più lontano, da un'amministrazione vissuta sui banchi dell'opposizione dai cinque consiglieri (quattro di Rinnovamento e uno del gruppo misto, ndr). Dopo la vittoria elettorale abbiamo intrapreso un cammino, durante il quale si sono inserite anche altre persone che non avevano fatto parte del progetto: penso a una Laureti o a un Quaranta, a un Castrovillari o a una Pula. il fatto che la Laureti si sia distaccata e sia andata con il Pd non faceva parte del progetto iniziale".

Le malelingue dicono di sì... "Io questa cosa non l'ho mai sentita. Forse era più nella mente di qualcun altro, non nelle idee di Fabrizio. Noi abbiamo aderito a un progetto diverso e intendiamo continuare con quel progetto civico".

A proposito di assessori esterni: Corrado Castrovillari che posizione ha preso? "Segue tutte le aziende in crisi. Non è collocato in campagna elettorale, non è schierato, però ci è molto vicino e ha detto che se vinciamo e siamo d'accordo viene a fare l'assessore al bilancio con noi. Ciò ci rende orgogliosi, nonostante io nutra comunque una grande fiducia nel dirigente Gori, che ha svolto un lavoro encomiabile dal puto di vista del bilancio".

A proposito di Gori, parliamo della sospensione in autotutela del concorso per il dirigente del settore finanziario e dei servizi informatici. Tuonava da più parti: la sospensione è parsa a molti la pioggia conseguente ai molti tuoni. Cosa è accaduto in realtà? "Avevamo pensato a una figura diversa rispetto a quella per cui era stato indetto il concorso del 2010. All'epoca era per il responsabile del bilancio e sviluppo economico, mentre ora oltre al bilancio ci sono anche le aree personale, sistema, informatico tributi e centrale di committenza. Abbiamo ritenuto opportuno mantenere la figura del laureato in economia e commercio come predominante, perché tra le aree di competenza di questo dirigente riteniamo che il bilancio sia quella principale. Secondo noi, insomma, un laureato in economia e commercio può avvalersi più facilmente di un valido tecnico per il sistema informatico, mentre al contrario un informatico si troverebbe a gestire con maggiori difficoltà il bilancio di un comune, che adesso è in pareggio e quindi è sano, ma che abbiamo vissuto come un problema importante sulle nostre spalle".

E questa è la storia. Ma poi che è successo? "E' successo che abbiamo subito due ricorsi al Tar: uno da parte del terzo classificato nella graduatoria del 2010, che chiede di essere scelto lui; l'altro dall'attuale responsabile dell'ufficio informatico, che chiede che anche il suo titolo in ingegneria informatica venga riconosciuto come valido per il concorso. A quel punto ci siamo consultati con uno studio legale e, individuata la soluzione più veloce per dotare il Comune di un dirigente tecnico nel minor tempo possibile, pur ritenendo infondati i ricorsi abbiamo scelto la soluzione più semplice, vale a dire includere anche altri titoli di studio all'interno del bando. Tra l'altro il Tar ha respinto la richiesta di sospensiva del terzo classificato, mentre l'altro ricorso è stato ritirato nel momento in cui abbiamo sospeso il concorso per riformulare il bando".

A proposito di bilancio, De Augustinis dice che il buco, più che coperto, è stato spalmato su di un mutuo trentennale. "Non è stato acceso nessun mutuo. Questa cosa va chiarita per bene. C'era un buco di bilancio, ereditato dalla precedente amministrazione, di poco inferiore ai 6 milioni di euro, buco dato da spese effettuate a fronte di entrate mancanti. Come noto è in corso un procedimento penale per fatti antecedenti alla nostra amministrazione. Abbiamo ripianato questo buco con economie e razionalizzazioni, senza aumentare le tasse o tagliare i servizi essenziali, cosa cui Fabrizio teneva proprio tanto. Altra questione, completamente diversa, è il disavanzo tecnico, che si è evidenziato con i nuovi principi contabili introdotti con il decreto legislativo 118/2011, entrato in vigore a gennaio 2015. Questo disavanzo tecnico, anch'esso ereditato dalle precedenti amministrazioni, si è rivelato pari a poco più di 15 milioni di euro. Tuttavia, a differenza del buco di bilancio, non si tratta di responsabilità penali, dato che le spese in questo caso non sono state effettuate a fronte di poste di ingresso false, ma vantando crediti difficilmente esigibili. Dalla competenza, la nuova legge ha vincolato la contabilità degli enti alla cassa, dunque ad avere i soldi in mano per poterli spendere. Con questi principi contabili molti comuni si sono trovati in situazioni difficili, al che lo Stato ha concesso la possibilità di ripianare questo disavanzo tecnico entro 30 anni senza prendere mutui, ma rifondendo una quota annuale che per il nostro Comune ammonta a 516 mila euro, da inserire ogni anno nel bilancio. Comunque nei recenti  esercizi siamo riusciti a rifondere in anticipo ben due ulteriori quote, al punto che da trentennale che era il piano ha ora una durata residua di 25 anni, vale a dire due in meno rispetto al previsto. Nessun mutuo, nessun prestito. Le regole sono cambiate in corso d'opera, sono divenute più strette ma ci siamo adattati".

Se Bececco diventa sindaco cosa fa nei primi 100 giorni? "Vado in vacanza (ride)! Per me dire cosa farò nei primi 100 giorni è strano, perché il lavoro da prima cittadina lo sto vivendo come un continuum e quindi non penso ci siano priorità particolari. Stiamo facendo un percorso e tante cose verranno naturali. Penso, ad esempio, ai  lavori pubblici nelle frazioni già deliberati, che a breve andranno a regime. Però è vero, a pensarci bene una cosa va fatta: spostare lo Sportello del cittadino".

Anche voi?! "Sì, lo sposteremo. Perché quando lo abbiamo portato in centro, all'interno di un immobile comunale, lo abbiamo fatto proprio per quelle economie necessarie alla copertura del buco di bilancio. Abbiamo spostato sia lo Sportello sia la sede dell'Ase, risparmiando in termini di affitti per oltre 100 mila euro l'anno. Però, effettivamente, ascoltando i cittadini e vivendo proprio le difficoltà di accesso alla struttura, nonostante rimanga l'idea di avere degli uffici in centro per rivitalizzarlo, adesso che il bilancio è risanato dobbiamo pensare di ricollocare lo Sportello in un'altra posizione, sicuramente più accessibile".

In centro lascerete qualcosa? "Sì, pensiamo di rimanere in zona, di non portarlo completamente fuori dalla città ma in una situazione diversa. Sarà in un contesto più vicino al centro rispetto alla vecchia sede di via dei Filosofi, ma più comodo e accessibile, con parcheggi nelle immediate vicinanze".

Altri progetti già in cantiere? "Lavoriamo per realizzare un'area camper che vorremmo realizzare sfruttando il parcheggio della Ponzianina, che va sistemato con i lavori per attrezzare l'area di sosta. Stiamo cercando la soluzione più rapida e funzionale".

Capitolo a parte merita il Festival. "E' il cavallo di battaglia di tutti... Lo presiedo pro-tempore da fine dicembre, concluso  il periodo di transizione di Dario Pompili a seguito della scomparsa del sindaco. Sicuramente è una macchina importantissima per Spoleto, l'evento più importante e ha avuto davvero del miracoloso, 61 anni fa, nel portare la nostra città alla ribalta in tutto il mondo. Ci sono stati alti e bassi durante la sua storia, ma in quest'ultimo periodo - e sicuramente anche lo scorso anno - le stagioni del Festival sono state positive. L'edizione 2017, poi, per la quale temevamo un calo delle presenze a seguito del sisma, si è rivelata un grosso successo: il Festival ha compiuto un altro piccolo miracolo".

E poi Ferrara voterebbe per Lei... "Ha detto così, è vero, perché con Fabrizio ha avuto un buonissimo rapporto e quindi lui pensa che si è trovato molto bene con la passata amministrazione, nonostante l'ultimo rinnovo del contratto sia stato di tre anni piuttosto che di cinque".

Però che opinione ha Lei del Festival a livello di sviluppo economico? "Sarebbe sicuramente importantissimo che si tornasse a produrre e creare spettacoli a Spoleto, per tutto quel che riguarda non solo la parte artistica ma anche l'aspetto tecnico: costumi, scenografia ecc. D'altronde siamo partiti anche con l'Accademia del costume e della scenografia che va verso questa direzione. Avere in città, grazie all'Accademia, personale specializzato per la realizzazione di questi spettacoli sarebbe interessante, come anche avere spettacoli durante tutto l'anno. Fabrizio c'era riuscito a Natale e a Pasqua: certo, il problema è di tipo economico perché i soldi del Ministero hanno 90 giorni di tempo per essere spesi, dopodiché li si perde. Ma noi potremmo ricorrere ad altre forme di mecenatismo per creare questi momenti differenti all'intero dell'anno. Il Festival rimane l'evento più importante, ma deve essere gestito e tutelato. Non è stato facile, nel giro di un mese dalla morte di Fabrizio, nominare un nuovo consiglio d'amministrazione e presiederlo. Una forte responsabilità, per me. Ma non riuscire a creare un nuovo consiglio avrebbe messo in pericolo il Festival, dato che non sarebbe stato possibile firmare i contratti e procedere all'esecuzione stessa della manifestazione. E' stato un momento complicato, e sono orgogliosa di aver raggiunto questo obiettivo in maniera tranquilla mettendo in sicurezza anche il Festival di quest'anno, che altrimenti sarebbe stato a duro rischio".

Ultima sul ballottaggio. "Bececco vince".

Sì, ma per farlo si allea tra il primo e il secondo turno? "Questo lo si dovrà vedere proprio con le dinamiche delle elezioni. Noi siamo liste civiche: chi dovesse decidere di votarci al ballottaggio sa che rimaniamo liste civiche".



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