economia

Restituire ai soci e al territorio una Scs sana e innovativa, è questo l'obiettivo del presidente della Spoleto Credito e Servizi Heller

 

 

Riceviamo dalla Spoleto Credito e Servizi e pubblichiamo il comunicato relativo all'incontro tra il presidente Heller ed esponenti del Comune, delle associazioni di categoria e delle imprese del territorio:


"Il presidente Giorgio Haller ha accettato la sfida: se il prossimo 5 ottobre fosse omologo il concordato, o si riuscisse addirittura ad uscirne con l’aiuto dei soci, della città e delle Istituzioni, Heller rimetterà immediatamente il suo mandato convocando un’assemblea per la nomina del nuovo presidente. È questo il messaggio lanciato da Giorgio Heller che dal 5 luglio, assieme a tutto il Cda non si concede tregua portando avanti il suo programma teso a risollevare le sorti della Scs conon i rappresentanti politico-istituzionali, con le associazioni di categoria, delle imprese e delle professioni della città tenutesi giovedì nella sede di piazza Pianciani.

L’operazione è multitasking, si muove su piani diversi e paralleli, tutti utili all’obiettivo: si studia la documentazione della cooperativa, se ne acclamano le potenzialità, si verifica la solvibilità nei confronti dei creditori, si imposta e avvia la valutazione dei beni utili a ricreare ‘cash flow’. Di concerto con un pool di avvocati e tecnici si stanno valutando i dettagli giuridici ed economici che hanno portato alla situazione attuale.

Scs procederà in ogni sede a tutela della cooperativa riconfermando l‘assoluta fiducia nel Tribunale di Spoleto e nel fatto che la documentazione depositata, unitamente a quella che si andrà a consegnare, venga attentamente valutata per chiarire la posizione della Spoleto Crediti e Servizi. Heller sostiene che, al di là degli aspetti tecnici tutti risolvibili, il vero tesoro della Scs sono la storia che la lega al territorio e i soci: per questo si sta dando vita ad una serie di iniziative al fine di rafforzare questo legame allentato.

Invita a piazza Pianciani le rappresentanze del territorio che colgono l’opportunità dell’incontro per fare chiarezza ed eventualmente offrire la loro disponibilità ad essere accanto alla cooperativa. Ai presenti, tra cui il presidente del consiglio comunale Giampiero Panfili che ha già preso l’impegno di inserire nel prossimo consiglio comunale all’ordine del giorno un punto dedicato alle problematiche della scrivente, si illustra lo stato dei fatti, invitando presenti e non a concentrarsi sul presente diffondendo il concetto che ‘si deve salvare la Scs’ mettendo almeno per ora da parte il passato.

Sarà una Scs nuova e innovativa con una gestione sana affinché i soci possano rimorchiare a godere dei servizi della cooperativa. Heller conclude dicendo: bisogna aprire le finestre e cambiare aria, Scs deve vivere".



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I commenti dei nostri lettori

Maurizio Hanke

8 anni fa

Rispondo per la parte che mi riguarda al socio SCS storico. 1) La nomina di un presidente romano è stata decisa non da me, ovviamente, ma da alcuni consiglieri che hanno ritenuto di interrompere una tradizione di presidenze spoletine tra cui molte autorevoli come quelle citate. Molto meno autorevole è la attuale e su questa, della quale un commento sopra riportato ha giá svelato alcune cose interessanti,,mi riservo di portare all'opinione pubblica informazioni dettagliate su una persona che senza alcun titolo professionale, umano, societario o cittadino è stato scelto dai alcuni consiglieri spoletini solo per garantirsi una maggiore libertá di azione (quale? non lo so viste le condizioni attuali della societá). Ma di questo, come ho detto parlerò presto più diffusamente. 2) E' vero che la assemblea. ha, a marzo, approvato un bilancio pressochè sovrapponibile a quello giá approvato dalla Assemblea convocata da Marcucci, ma devo sottolineare che diversamente il Collegio sindacale, non avrebbe permesso di smentire se stesso approvando un bilancio sostanzialmente dissimile dal precedente che aveva avuto la sua approvazione. Poi, nel bilancio approvato dalla assemblea di giugno relativo al 2016, modificazioni ne abbiamo apportate anche significative. 3) Il fatto che il verbale della Assemblea non sia stato ancora pubblicato sul sito non è da addebitare a me, ma alla gestione attuale, essendo io uscito dal CdA il 4 di luglio u.s. pochi giorni dopo della stessa assemblea. 4) La alienazione dei cespiti è subordinata, in concordato preventivo, alla approvazione del Giudice e dell'Organo della Procedura. Fino al 4 luglio tale Organo non ci ha autorizzato ad alienare nulla, quindi un piano delle alienazioni non è stato nemmeno abbozzato. 5) La corresponsione degli emolumenti ai vecchi amministratori non ci è stata autorizzata dal Commissario giudiziale al quale io stesso avevo chiesto la autorizzazione. In mancanza di essa non ci è stato possibile procedere alla liquidazione degli importi relativi. 6) Le dimissioni dei due amministratori non sono state pubblicizzate perchè all'Assemblea di giugno con la loro sostituzione si dava per accettate le loro dimissioni e quindi i soci ne furono automaticamente informati. La Societá e il nuovo CdA nelle settimane scorse non hanno invece comunicato oltre alle mie, le dimissione del consigliere Graziano Luzi che dovevano essere comunicate ufficialmente.

socio andrea sperelli

8 anni fa

C’è una frase, nel comunicato di Herr Heller , che mi ha particolarmente colpito, laddove asserisce: “mettendo almeno per ora da parte il passato”. Interessante concetto, che potrebbe avere molteplici risvolti, quali: • “Lassamo perde, volemose bene, simmo ‘e Napule paisá”; in fondo, siamo tutti amici, compagni, camerati, compari d’anello e di merende • Quelli che hanno ridotto la SCS e la BPS in mutande, vale a dire con una perdita certificata complessiva , in due anni , di circa 280 milioni di euro (vedere intervento del Presidente MPS Profumo del Luglio 2012), facendo parte,costoro, del passato, verrebbero quindi condonati, amnistiati, obliati, glorificati in vita • Si presume che Herr Heller non conosca la circostanza che il CAPO DEI COMMISSARI DELLA BANCA D’ITALIA ebbe a definire, in una pubblica riunione, la gestione precedente come “banca del malaffare”; puntualmente denunciato, il Prof. Brancadoro è uscito dal procedimento prosciolto “perché il fatto non sussiste”. • In sintesi, che fine hanno fatto quei 280 milioni? Quali iniziative imprenditoriali hanno supportato, quante ricerche scientifiche internazionali hanno finanziato, quali fondazioni ne hanno tratto giovamento? • L’azione di responsabilitá nei confronti degli Amministratori colpiti dal commissariamento va avanti o finisce a tarallucci e sagrantino? Ditecelo, almeno ci facciamo un sorsetto. E poi, quando si parla di “passato”, a quanti anni indietro ci si riferisce? Se risaliamo alle Guerre Puniche, ci imbattiamo nel sistema sicuro per assolvere tutti. Propongo di esporre il caso BPS alla nuova Commissione parlamentare presieduta da Casini, nominata ieri, per farci due risate e scriverci sopra un romanzo umoristico. Abbiamo infine letto del formale, solenne, impegno del Presidente Panfili; ce ne rallegriamo, ma mi sa che i fuochi oramai sono spenti; quando erano ardenti, i pompieri non arrivavano mai.

IL QUALUNQUE

8 anni fa

IL QUALUNQUE per Ex Socio condivido molto l'idea di intitolare una piazza a questi figuri spoletini e mi permetto di consigliare un luogo con piazzale quello dell'isola Ecologica dedicandola a coloro che ridussero l'economia cittadina a monnezza.

Socio SCS storico

8 anni fa

Il comunicato della presidenza scs, affiorato alle cronache dopo sette giorni, ci induce ad alcune benevole considerazioni: - Lo stile del comunicato appare inusuale, lasciando spazio a qualche sfocatura, sin dall’inizio: il termine omologo(che significa analogo) viene usato al posto di omologato ( cioè convalidato dal Tribunale) ; tutto il procedere delle proposizioni e dei periodi somiglia allo slang degli italo-americani, formulato per concetti semplici senza legami tra loro - L’opzione antitetica tra omologazione e uscita dal concordato viene posta senza argomentazione, come si trattasse di tirare a “testa o croce”; e poi perché, in un caso o nell’altro, il Presidente si dovrebbe dimettere, quando sarebbe invece il momento di sporcarsi le mani, come del resto giá ha fatto con la Societá di Investimenti di ROMA CAPITALE? - Il metodo multitasking (di solito applicato nel campo informatico) cosa significa realmente? Un mio amico, non sufficientemente acculturato, ha ritenuto che si trattasse di prelevare nuovo capitale da molte tasche; ma come si può sperare di riuscirci, quando i Soci SCS hanno lasciato nei cassonetti ben sessantaseimilioni di capitale sociale? - Nel comunicato, dal tono sentimental-generico, non si fa cenno alla situazione delle Societá partecipate dalla SCS , con tanto di coordinamento e controllo, ed attualmente in stato fallimentare - Non si fa nemmeno cenno al gigantesco debito verso la Banca di cinta senese, che pretende 15 milioni di euro Infine, vorremmo rivolgere al Presidente Heller le stesse domande che abbiamo indirizzato a Maurizio Hanke (l’iniziale in H pare un requisito presidenziale), senza ricevere alcun cenno di risposta. • Come può una istituzione di ispirazione cooperativistica , sorta 122 anni fa, decidere di nominare un presidente romano, sconosciuto ai più, dopo aver annoverato presidenti, tutti spoletini, del calibro di Giulio Cesari, Luigi Profili, Filippo Sinibaldi, Loreto Luchetti, Luigi Contenti? Lo statuto non lo vieta, ma la logica lo contraddice • Come mai l’Assemblea dell’ottobre 2016 ha bocciato il bilancio del vecchio Consiglio, salvo poi riconfermarlo, pari pari, sei mesi dopo? Il “copia e incolla” era tale che i Sindaci revisori dei conti hanno dichiarato di approvarlo perché era…uguale • Come mai si è parlato di “continuitá aziendale” per poi dichiarare che molti cespiti (immobili e mobili, quadri compresi) verranno posti in venditá? Sará anche possibile, ma occorre un piano dettagliato. Probabilmente la scelta del nuovo presidente, giá a capo della ROMA CAPITALE INVESTMENT FOUNDATION , che si occupa, tra molto altro, anche di gestioni immobiliari , può essere stata dettata da tale obiettivo. Come mai ora si vuole dimettere? • Come mai i vecchi amministratori, che non hanno percepito un euro, sono stati impediti nella loro volontá di devolvere i gettoni di presenza , non percepiti, ai terremotati? • Come mai due consiglieri, eletti a dicembre, si sono dimessi senza che ne sia saputo ufficialmente nulla, tanto da sembrare desaparacidos? • Come mai non viene pubblicato ancora il verbale dell’ultima Assemblea? Il Notaio lo ha redatto? Domande semplici, direi banali; rispondere non dovrebbe essere difficile, anche monotasking.

Ex Socio

8 anni fa

Abilitá nella scrittura senza argomenti, e senza interlocutori. Tentativo di ardunare le associazioni di categoria e l’amministrazione comunale ( che in passato quando avrebbe dovuto non si è mai vista) Ma questo fantomatico nuovo presidente di una societá ormai quasi estinta cosa vuol fare? l’unico modo di interloquire lo può fare solo verso i soci, per riconquistarne la fiducia dopo che hanno perso tutto? ma per fare cosa? Per allungare l’agonia con una asfissia ? Forse l’unica cosa possibile da fare e chiedere alla amministrazione comunale di intitolare una piazza, la più brutta e la più scalcina, ai grandi spoletini che hanno realizzato questa grande operazione di non avere più ne la Banca ne la SCS.

Sempre caro mi fu questo ermo terrazzo ...

8 anni fa

HELLER CHI????!! DA IL TEMPO DI ROMA 26 LUGLIO 2016 " Dal supermercato del Tribunale fino ai consiglieri municipali della Capitale. I 28 indagati pensavano di riuscire a passare sotto in naso delle istituzioni. Invece ieri gli uomini della Dia hanno notificato 16 ordinanze di custodia cautelare (8 in carcere e 8 ai domiciliari) nei confronti di altrettante persone accusate di aver creato un’associazione a delinquere dedita al riciclaggio e all’usura. Gli indagati avrebbero messo in piedi «un sistema connotato dalla continuitá - scrive il gip - dalla frequenza e dalla particolare intensitá dei rapporti (...) proiettati alla commissione delle attivitá illecite e alla ricerca di sempre maggiori guadagni». Tra i sodali spicca il nome di Giovanni Benedetto Stranieri, giá coinvolto in un procedimento dalla Dda e oggi legale di un boss della ’ndragheta. L’uomo, che durante le «trasferte» a Santo Domingo si faceva sostituire dal figlio Enrico nel ruolo di organizzatore (insieme a Roberto Castroni), è un ex carabiniere del Comando Provinciale di Roma, all’epoca dell’indagine in aspettativa per malattia. Il «maresciallo», come lo chiamavano soci e vittime, era dedito alla tenuta generale della contabilitá del gruppo, come dimostra la telefonata del maggio 2013 intercorsa tra Castroni e Stranieri: «Ieri sera pure ho fatto tardi per rifare tutta l’agenda..ancora mi mancano un paio di cento nomi..hai capito?..se no è un macello». Nel concedere i prestiti a tassi elevati, chiedevano poi di lasciare in bianco il beneficiario sugli assegni ricevuti in garanzia, così da impedire l’identificazione della loro provenienza illecita. Tra le persone coinvolte ci sono anche Massimiliano Polidori, vice direttore della Banca delle Marche (filiale romana di via Crescenzio), e Wladimiro Palaia, direttore della Banca Popolare dell’Emilia Romagna (filiale di via Filippo Nicolai). I bancari avrebbero emesso mutui alle vittime per consentire all’organizzazione di recuperare i crediti omettendo anche di segnalare le operazioni sospette. E se nell’ordinanza spunta il nome di Spurio Oberdan (legato alla Banda della Magliana), tra gli arrestati vi è un pregiudicato vicino alla ’ndrangheta di Cutro. Gli inquirenti hanno individuato due bar, dediti al riciclaggio, divenuti delle centrali operative dell’associazione: la pasticceria Svizzera, in largo Gaetano la Loggia, e il bar Sargenti, in via Donna Olimpia. Ma è guardando alle vittime che ci si accorge della spavalderia degli indagati. Una banda che non temeva di minacciare Antonio Aumenta, all’epoca consigliere del XII municipio: «Tu conosci il lato buono mio! non farti mai conoscere il lato cattivo eh!?» dice Castroni al politico. E poi ci sono i gestori del supermercato in via Golametto, a due passi dal tribunale, e di quello interno alla stessa cittadella giudiziaria. «Gli indagati Mele e Cermola – scrive il gip spiegando come i titolari fossero stati di fatto espropriati della loro attivitá – (erano ndr) gli effettivi titolari e coloro che disponevano e decidevano dell’impresa Doval(....)societá che all’epoca delle indagini conduceva il supermercato sito all’interno di questa Cittá Giudiziaria». Anche Giorgio Heller, presidente di «Roma Capitale – Investments Foundation», la stessa in cui Alemanno ricopriva la carica di presidente onorario, era stato minacciato: «Giorgio il tuo comportamento non mi piace voglio vedere se mi cerchi o ti devo venire a cercare». L’inchiesta, comunque, è partita indagando sulla compravendita di immobili da parte di un pensionato.

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