economia

Quotazioni petrolio, il rintracciamento è dietro l’angolo?

 

Vera e propria accelerazione per le quotazioni dell'oro nero

 

Sotto il profilo dell’analisi dei grafici, non sembra che il rintracciamento sia così vicino per l’oro nero. Infatti, le quotazioni petrolio hanno subito una vera e propria accelerata, andando a superare delle soglie di resistenza parecchio importanti. Ad ogni modo, c’è da sottolineare la presenza di alcune informazioni e dati, che hanno uno stretto legame con le scorte di petrolio, oltre che con potenziali incrementi relativi alla produzione di greggio, ovviamente con protagonista l’Arabia Saudita, che potrebbero minare la stabilità del prezzo del petrolio.

Vari gruppi di analisti, infatti, sono molto preoccupati del fattol’Arabia Sauditapossa decidere di tagliare ancora una volta la produzione senza prendere accordi con le altre potenze, esattamente come si è verificato tra febbraio e marzo dello scorso anno. Identico timore sul fatto che l’OPEC possa evidenziare una produzione di ritorno online durante la riunione del prossimo mese di marzo, anche in virtù della super ripresa che hanno fatto registrare i prezzi dell’oro nero.

In quest’ultimo caso, tra l’altro, il petrolio potrebbe dover fare i conti proprio con il suo rally legato al miglioramento di vari fattori rialzisti, come ad esempio la messa a disposizione dei vaccini, così come tutte quelle aspettative che sono strettamente correlate alla ripresa della domanda, nonché ai vari tagli che sono stati applicazioni sulla produzione dell’OPEC+.

Quali sono i livelli da tenere sotto controllo

Negli ultimi giorni, il petrolio ha fatto registrare un rialzo che si aggira intorno al 2%, confrontando tale dato con la chiusura di una settimana prima. Quel che conta è che, al momento, la proiezione attuale è in una fase rialzista e, solo per pochi istanti, le quotazioni sono salite addirittura avvicinandosi in maniera sensibile al livello psicologico dei 60 dollari.

Ad ogni modo, uno degli aspetti che preme maggiormente mettere in evidenza è quello di aver finalmente oltrepassato la notevole resistenza legata alla zona 59,2 dollari, ovvero l’obiettivo di prezzo che era stato fissato in precedenza. Qualora dovesse ricevere ulteriore conferma, tale break rialzista potrebbe stimolare le quotazioni fino a raggiungere l’area di 66,95 dollari in un primo momento e l’area da 74,75 dollari, in un secondo momento.

La corsa verso nuovi primati

Il prezzo del petrolio, intanto, sembra continua nel suo trend in aumento, andando a far registrare dei nuovi primati, oltrepassando anche la quota di 60 dollari al barile. Sia le tensioni che si sono avute in Medio Oriente che una nuova fiducia nella ripresa economia, grazie anche al piano vaccini, hanno stimolato in maniera adeguata il greggio. Adesso l’unica domanda degli esperti è fin dove possano spingersi le quotazioni dell’oro nero.

La soglia dei 70 dollari al barile fa il suo gran ritorno tra le stime degli esperti. In queste prime due settimane del mese di febbraio, in effetti, le quotazioni sono salite ancora di più fino a toccare dei veri e propri picchi da record. In modo particolare, le quotazioni hanno ampiamente oltrepassato una quota pari a 60 dollari al barile, garantendo nuovi e più freschi stimoli al settore dell’energia.

Nel corso delle ultime ore i future del greggio WTI stanno scambiando a oltre 60 dollari al barile, ed erano da un anno e un mese che non si verificava una simile situazione. Il discorso, in fin dei conti, può essere tranquillamente fatto anche per la quotazione del Brent, che assume valori altrettanto positivi. Il prezzo arriva fino a 63,38 dollari al barile. Sono diversi i fattori che stanno sostenendo questa forte ripresa del petrolio. In modo particolare le notizie di tensione che arrivano dal Medio Oriente, con la preoccupazione per una nuova guerra in quell’area, che ha portato il petrolio ad avere una reazione ancor più verso l’alto.



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