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Referendum: dove sono andati i voti di destra e di sinistra
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Referendum: dove sono andati i voti di destra e di sinistra
Alfredo Andreani analizza i flussi elettorali, a Spoleto, tra le europee 2019 e il referendum 2020. La scelta del 'Sì' o del 'No' a seconda dell'orientamento politico
Pubbblichiamo la lunga, ma completa, analisi dei flussi elettorali realizzata da Alfredo Andreani, relativamente all'elettorato spoletino e al suo orientamento tra le europee 2019 e il referendum 2020.
In questo anno 2020 così difficile a causa della pandemia, il 20 e 21 settembre gli italiani sono stai chiamati a decidere, per la quarta volta nella storia repubblicana, su di un quesito referendario costituzionale.
L’oggetto del quesito era riferito alla riduzione del numero dei parlamentari, il taglio di 230 deputati e di 115 senatori.
L’iter del disegno di legge costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari ha ricevuto – come previsto dall’art. 138 Cost. – la doppia approvazione da ciascuna Camera.
Nella lettura al Senato della Repubblica, il disegno di legge non ha ottenuto la maggioranza qualificata dei due terzi, quindi 71 senatori hanno potuto esercitare la facoltà costituzionale di richiedere il referendum confermativo.
Le attuali maggiori forze politiche, che si prenderanno in esame in questo lavoro, Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia hanno tutte ufficialmente dato indicazione al proprio elettorato per il Sì, tuttavia non senza alcuni mal di pancia. A parte il Movimento 5 Stelle che è stato il promotore politico della riforma, gli altri partiti hanno manifestato nella fase della campagna referendaria (e non solo) molti distinguo. Il Partito Democratico si è espresso per il Sì, manifestando tuttavia perplessità sull’efficacia del provvedimento senza un’adeguata riforma della legge elettorale; tra l’altro molti dei suoi più importanti esponenti hanno annunciato il loro No. La Lega, parimenti, pur su posizioni formali per il Sì, ha visto sue importanti personalità schierarsi per il No. Negli ultimi giorni di campagna referendaria anche alcuni esponenti di Fratelli d’Italia hanno dichiarato la loro tentazione per il No, perché ciò avrebbe comportato una “spallata” all’attuale Governo. Forza Italia, che pur non entra nell’analisi dei flussi elettorali di questo lavoro, ha avuto le medesime ambiguità.
Assume, dunque, particolare significato indagare i flussi elettorali per meglio comprendere se queste oscillazioni fossero dovute alla semplice tattica dei gruppi dirigenti nazionali o se ciò fosse la conseguenza di effettive “fibrillazioni” del loro elettorato.
Volendo essere obiettivi, possiamo dire che nella battaglia tra il Sì e No non c’è mai stata partita fin dall’inizio. La vittoria dei Sì appariva - ed effettivamente è stata – assai scontata.
Rispetto alla dimensione nazionale molti prestigiosi istituti di ricerca hanno fornito stime dei flussi elettorali e quelle naturalmente fanno testo. In questo lavoro, sommessamente, si cercherà invece di indagare il livello territoriale spoletino, per fornire un piccolo contributo alla comprensione dei fenomeni politici e sociali locali.
Poiché la tecnica utilizzata per ottenere la stima dei flussi elettorali si è basata sul "modello di Goodman" (vedasi nota minima bibliografica e metodologia in appendice), si è deciso di prendere come riferimento la transizione tra il recente voto delle europee 2019 e il voto referendario in parola.
Per meglio commentare la parte inferenziale di questo lavoro, i flussi elettorali, è opportuno avvicinare per gradi la questione.
Partiamo del commento al successivo Cartello 1.
A livello nazionale il risultato referendario ha visto il Sì al 69,64% (17.168.702voti), il No al 30,36% (7.484.748), con il 53,84% (24.993.015) di votanti su 46.418.677 elettori. Considerato che i votanti differiscono dai voti validi per l’inclusione nella prima grandezza delle schede nulle (128.394), delle schede bianche (210.848)e delle schede contestate (323), possiamo dire che si sono astenuti dall’esprimere un voto valido il 46,89% degli elettori e di conseguenza hanno espresso un voto valido il 53,11% degli elettori.
A Spoleto l’esito percentuale del referendum costituzionale non si è discostato molto dai risultati nazionali, a parte la dimensione della partecipazione al voto; vedasi al riguardo il Cartello 1.
Nel dettaglio a Spoleto, su 28.698 elettori, suddivisi in 42 sezioni elettorali, si è espresso per il Sì il 70,96 % (8.799voti), per il No il 29,04 % (3.601),con il 43,52% (12.489) di votanti. Come scritto per il livello nazionale, poiché i votanti a Spoleto differiscono dai voti validi per l’inclusione in quest’ultima grandezza delle schede nulle (61), delle schede bianche (28)e delle schede contestate (0), possiamo dire che si sono astenuti dall’esprimere un voto valido il 56,79% degli elettori e di conseguenza hanno espresso un voto valido il 43,21% degli elettori.
Si evidenzia subito un primo scostamento di una qualche rilevanza tra i numeri del livello nazionale e quelli locali.
A livello nazionale i votanti sono stati il 53,84% degli elettori, mentre a Spoleto i votanti sono stati il 43,52% degli elettori, con una differenza di partecipazione deficitaria a Spoleto del 10,32%.
Analizzando la somma di coloro che non hanno votato o che non hanno espresso un voto valido (d’ora in poi semplicemente astenuti) si evidenzia una differenza del 9,9% relativa ad una maggiore astensione del livello locale rispetto a quello nazionale.
Differenze di partecipazione così consistenti possono essere spiegate in parte dall’effetto mobilitante che ha avuto, in molte parti d’Italia, la contestuale chiamata alle urne per il rinnovo delle cariche di alcuni comuni e regioni, tuttavia ciò non spiega completamente il maggiore astensionismo locale, atteso che in media in Umbria (dove non si votava per la regione) e nelle prime 10 città per demografia della Provincia di Perugia (dove non si votata per le comunali), il dato di partecipazione è risultato ovunque maggiore che a Spoleto.
Molto si è discusso in questi ultimi anni su una certa dicotomia elettorale tra i cittadini residenti nei quartieri più centrali rispetto a coloro che risiedono in zone più marginali.
Nel successivo Cartello 2 sono rappresentati una serie di elementi: una tabella, una cartina del territorio del Comune di Spoleto e una bussola stilizzata con i punti cardinali per orientare la cartina.
Nella tabella citata sono riportate tutte le 42 sezioni elettorali del Comune di Spoleto con numero identificativo, ubicazione del relativo seggio, percentuale di consensi per il Sì al referendum 2020 e una graduazione di colore dal rosso al blu passando per il bianco. Naturalmente non c’è necessità di elencare la consistenza del No perché essa è il semplice complemento a 100 delle percentuali ottenute dal Sì.
Il rosso più intenso sta ad indicare il minor consenso sezionale percentuale per il Sì, che dissolve verso il bianco man mano che le sezioni elettorali avvicinano il risultato generale percentuale a livello comunale del Sì, per poi colorarsi via via più intensamente di blu al raggiungimento del maggior consenso percentuale dei Sì.
L’ordine delle sezioni è stato organizzato seguendo la predetta graduazione di colori, così avremo che la sezione elettorale 1 assumerà un colore più rosso in quanto il Sì ha ottenuto 51,65%, mentre la sezione 13 sarà più colorata di blu perché lì il Sì ha ottenuto l’82,14% dei voti.
La cartina del territorio del Comune di Spoleto è stata opportunamente suddivisa per i confini di sezione elettorale (per quanto possibile) e le relative colorazioni rispettano la gradazione dal rosso al blu passando per il bianco, in osservanza alla logica esposta per la tabella.
Una prima banale osservazione ci conduce ad affermare che in ogni sezione elettorale il Sì è prevalso sul No, tuttavia la forbice tra il minimo e il massimo è particolarmente amplia, infatti tra la sezione 1 - dove si regista il minimo di consenso per il Sì - e la sezione 13 - dove si registra il massimo di consenso per Sì - ci sono ben 30,49 punti percentuali di divario.
Il No ottiene maggiore consenso nelle sezioni elettorali centrali della città con una propaggine di intensità rilevante verso la parte Est del territorio comunale.
Il Sì, di converso, ottiene una maggiore consistenza in tutte le aree meno centrali con particolare intensità nel quadrante Nord e Nord-Ovest e nella zona tendente al Sud.
Avendo sempre ben chiaro che il Sì è prevalso ovunque, non appare inesatto affermare che le ragioni del No abbiamo trovato maggiore accoglimento nella zona che, pubblicisticamente, viene indicata come ZTL (Zona a Traffico Limitato).
Questa dinamica non è nuova né a Spoleto né nelle medie e grandi città italiane. Gli elettorati che risiedono nelle aree più centrali della città e dove maggiore è il costo al mq delle abitazioni (si potrebbe inferire dove insistono ben definite categorie sociali), tendono ad aver comportamenti elettorali anche molto differenziati rispetto a coloro che risiedono nelle zone maggiormente rurali.
Questo fenomeno, relativamente a Spoleto, è stato più marcatamente indagato nell’ambito di una mia precedente pubblicazione, nello specifico "Elettori In Movimento" del 2019, rintracciabile online all’indirizzo: https://online.fliphtml5.com/oxjqo/eshe/
Occupandomi di analisi elettorali da molti anni, posso dire che la dicotomia centro-periferia a Spoleto è un elemento caratterizzante la vita politica da sempre, tuttavia le forme che essa ha assunto negli ultimi 10 anni la allineano alle dinamiche ormai riscontrabili in quasi tutte le medie e grandi città italiane. Basti pensare che fino ai primissimi anni 2000, a Spoleto, i maggiori insediamenti della sinistra erano localizzati nelle zone rurali e viceversa la destra aveva le sue performance migliori nella parte “ZTL” della città, poi - con un’accelerazione notevole negli ultimi 7-8 anni - i bacini elettorali paiono essersi completamente rovesciati.
Relativamente ai risultati del referendum 2020 non può dirsi che essi rispecchino totalmente la dislocazione prevalente del consenso dei partiti, perché abbiamo detto che ufficialmente tutti i maggiori partiti si sono espressi per il Sì, tuttavia appare interessante vedere come, ad esempio, la più intensa distribuzione territoriale del No ricalchi alcune delle zone di maggior recente insediamento elettorale del PD; vedremo poi, nel paragrafo dedicato alla stima dei flussi elettorali, che proprio il PD è stato il partito che più di altri ha contribuito in termini assoluti al risultato del No.
In questa sede si può concludere che esiste una qualche rilevante differenza tra l’intensità di comportamento politico degli elettori che gravitano intorno alla zona centrale della città, rispetto a quelli che risiedono nella parte più periferica.
Anche se il focus di questo lavoro verte sul referendum costituzionale 2020 è necessario richiamare alla mente i risultati delle elezioni europee 2019 a Spoleto, per la semplice ragione che per stimare i flussi relativi al referendum 2020 occorre assumere un riferimento elettorale. Maggiori spiegazioni tecniche sul perché di questo, sono rintracciabili nella nota minima bibliografica e metodologia in appendice.
Il commento al Cartello 3 sarà, quindi, molto rapido.
Nel Cartello 3 sono riportati i voti in termini assoluti e percentuali che la Lega, il Partito Democratico, il Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia hanno ottenuto a Spoleto in occasione delle elezioni europee del 26 maggio 2019.
Sono state indicate solo le predette 4 forze politiche perché la successiva stima dei flussi elettorali riferiti al referendum 2020 a Spoleto sarà incentrata solo su questi partiti.
Per completezza di informazione, si tenga ulteriormente conto dei seguenti dati riferiti alle elezioni europee 2019 a Spoleto: elettori 29.711; votanti 16.393; schede non valide (bianche incluse) 379.
Il successivo Cartello 4 riporta la stima dei flussi elettorali dalle europee 2019 al referendum costituzionale 2020 a Spoleto. In esso è riprodotta una tabella a doppia entrata: in cima alle colonne ci sono i simboli delle 4 forze politiche indagate, mentre sul lato sinistro di ogni riga (di chi guarda) sono indicate le scelte referendarie.
La lettura di questa tabella deve avvenire per colonna, dall’alto verso il basso.
Nelle caselle sono inscritti dei numeri che rappresentano la percentuale di elettori spoletini che avendo scelto un determinato partito alle europee 2019, poi, al referendum 2020, hanno optato, rispettivamente, per il Sì, per il No o per l’Astensione. Naturalmente ogni colonna deve dare come somma 100%.
Come si potrà notare, osservando la prima colonna, il 53,94% degli elettori spoletini che alle europee 2019 avevano votato Lega, al referendum costituzionale 2020 hanno votato Sì, un esiguo 1,39% ha optato per il No, mentre il 44,67% dei votanti Lega alle europee 2019 si è successivamente astenuto in occasione del referendum 2020.
Questo alto numero di astenuti non deve sorprendere perché il livello generale di astensione al referendum 2020 a Spoleto è stato molto superiore rispetto a quello delle europee 2019. I votanti per le europee 2019 a Spoleto furono il 55,17% degli elettori, mentre al referendum solo il 43,52%, con una differenza di 11,65 punti percentuali;
Con riferimento alla Lega si può concludere che l’indicazione per il Sì del gruppo dirigente ha subito un contraccolpo su versante dell’astensione; i distinguo di alcuni esponenti nazionali di quel partito per il No non hanno avuto presa nell’elettorato di riferimento, almeno a Spoleto.
Il Partito Democratico a Spoleto ha avuto dinamiche tali da aver suddiviso il proprio consenso delle europee 2019 tra il Sì e il No, senza rilevanti attrazioni verso l’astensione. Infatti, su 100 elettori che alle europee 2019 a Spoleto avevano votato PD, al referendum 57 (57,27%) hanno votato Sì, 42 (42,73%) hanno votato No, mentre non si rilevano flussi verso l’astensione.
A scanso di equivoci, diciamo subito che i flussi sono stime, pertanto risentono inevitabilmente di margini di errore statistico, tuttavia gli indici di affidabilità del modello, presentati della nota minima bibliografica e metodologica, ci inducono a pensare che essi siano contenuti.
La scelta dell’elettorato del PD è stata più controversa rispetto all’indicazione ufficiale nazionale per il Sì. Questo dato non appare controintuitivo, non solo perché alcuni esponenti di rilievo assoluto dell’area del PD nazionale si erano espressi per il NO, ma anche perché durante l’iter parlamentare del disegno di legge costituzionale di riduzione del numero dei parlamentari – che poi ha condotto al referendum in parola – il gruppo senatoriale del PD, l’11 luglio 2019, aveva votato contro la sua approvazione; solo a seguito della costituzione del Governo Conte-bis, con la partecipazione diretta del PD accanto al M5S, il Partito Democratico è approdato sulle posizioni del Sì; tuttavia le oscillazioni della segretaria nazionale del PD circa le indicazioni di voto non possono essere liquidate come semplici posizioni tattiche perché il suo elettorato, alla prova dell’urna, è apparso effettivamente contrastato. Gli argomenti critici rivolti alla riforma circa una sua limitata organicità e l’incertezza sulla futura legge elettorale hanno avuto una qualche udienza nell’elettorato del PD.
Colpisce l’osservatore la non apprezzabilità di flussi astensionisti nell’elettorato del PD, che confermano e rafforzano un trend già rilevato alle europee 2019 di rinnovata mobilitazione dei democratici dopo alcuni anni in cui il fenomeno astensionistico li aveva severamente penalizzati.
Il M5S, che è da considerarsi politicamente il promotore della riforma costituzionale soggetta al vaglio referendario, ha votato Sì con il 58,92% del proprio elettorato spoletino delle europee 2019, mentre il 41,08% di coloro che votarono M5S alle europee 2019 in occasione del referendum 2020 si sono astenuti; non si rilevano per il M5S flussi significativi verso il No.
Appaiono intuitivi i flussi pentastellati verso il Sì, come la non rilevanza dei flussi verso il No, meno intuitiva è l’alta astensione rilevata, la quale non è facilmente spiegabile o quanto meno potrebbe non dipendere da un unico fattore prevalente; vale anche per il M5S l’osservazione fatta per la Lega, ovvero il generale alto livello di astensione al referendum 2020 rispetto alle europee 2019 a Spoleto, giocoforza, da qualche parte si deve esser prodotto. Inoltre, l’elettorato del M5S è ancora molto fluido e le logiche di appartenenza forte sembrano ancora non operare.
Un caso particolare riguarda la dinamica di flusso di Fratelli d’Italia a Spoleto che, pur in presenza di indicazioni per il Sì dalla leadership nazionale (per 4 volte in Parlamento i gruppi di Fd’I hanno votato per il Sì alla riforma costituzionale, anche se negli ultimi giorni di campagna referendaria alcuni esponenti di Fd’I hanno paventato un No per dare una “spallata” al Governo), ha visto i flussi attestarsi in larga maggioranza verso il No. Su 100 elettori spoletini che hanno votato Fd’I alle europee 2019, solo 9 (9, 19%) hanno votato Sì al referendum 2020, 37 (37,71%) hanno votato No e 53 (53,10%) hanno scelto l’astensione. Fd’I è stata inserita in questa analisi per effetto del forte trend di crescita registrato a livello nazionale, tanto da essere considerata da tutti i sondaggisti la seconda forza del centro-destra, sopravanzando di molto Forza Italia. D’altro canto anche il voto in molte regioni nel 2020 conferma questa evidenza, tuttavia a Spoleto alle europee 2019 lo stock di voti incassato da Fd’I li poneva ancora abbondantemente sotto quota 1.000 (846), al di sotto di Forza Italia, quindi relativamente piccoli spostamenti di gruppi di elettori, in qualche modo strettamente correlati fra loro, possono dar luogo a deviazioni consistenti di flussi; rimane tuttavia la questione, da indagare maggiormente, circa il rapporto 1 a 4 tra il Sì e il No a Spoleto, mentre la stima dei flussi per questo partito a livello nazionale rivela rapporti di circa 2 a 1 a favore del Sì.
Anche se il Cartello 4 per semplicità di comunicazione non aggiunge altre informazioni, l’analisi dei flussi effettuata mostra altri dati di un qualche rilievo, come il fatto che su 100 elettori spoletini che alle europee 2019 avevano votato altri partiti oltre quelli menzionati, circa 60 di loro hanno votato No al referendum 2020, mentre l’86,52% di chi si era astenuto alle europee 2019 ha poi confermato questa scelta in occasione del referendum 2020.
Il Cartello 5 ci conduce ad un’ulteriore lettura dei flussi referendari 2020 a Spoleto.
Il referendum 2020 ha visto a Spoleto il Sì ottenere 8.799 voti, il No raggiungere 3.601 voti, mentre si sono astenuti dall’esprimere un voto valido 16.298 elettori (per la definizione di astenuti si faccia riferimento alla nota bibliografica e metodologica in appendice).
In questa sede si vuole rispondere alla seguente domanda: qual è la composizione percentuale del Sì, del No e degli Astenuti al referendum costituzionale 2020 in base al contributo dei partiti?
Cerchiamo di spiegare meglio la questione.
Si consideri questo esempio.
Poniamo che in un ipotetico voto referendario il Sì abbia raccolto 30 voti; sia, inoltre, che il partito “A” alle europee abbia conquistato 1.000 voti e che solo il 2% abbia votato Sì alle successive consultazioni referendarie, mentre sia che il partito “B” alle elezioni europee abbia incassato 100 voti e che il 10% abbia poi votato Sì alle votazioni referendarie.
I flussi percentuali del partito “A” (2%) sono minori di quelli del partito “B” (10%), ma il contributo assoluto all’esito referendario del Sì del partito “A” è maggiore di quello del partito “B”, infatti il contributo assoluto al risultato referendario del partito “A” è di 20 voti (pari al 66,67% dei 30 voti raccolti dal Sì), mentre il partito “B” contribuisce con 10 voti al Sì referendario, cioè solo per il 33,33% dei 30 voti raccolti dal Sì.
Fuori dall’esempio, la risposta alla domanda posta in ingresso è il Cartello 5, il quale deve essere letto per direzione orizzontale.
Fatto 100 il risultato spoletino del Sì al referendum 2020, il 38,2% proviene da elettori che alle europee 2019 avevano scelto Lega, il 27,1% deriva da elettori che alle europee 2019 avevano votato PD, il 13,8% giunge da elettori pentastellati delle europee 2019, lo 0,83% da elettori che alle europee 2019 si erano espressi per Fd’I; il complemento a 100 della somma dei contributi precedenti è da ascriversi agli altri partiti che parteciparono alle europee 2019 e agli astenuti delle europee 2019.
A questo punto si potrebbe dire che il primo azionista del Sì al referendum 2020 a Spoleto è stato l’elettorato della Lega, seguito da quello del Pd e poi da quello del M5S.
Per quanto concerne il No, la logica di lettura del Cartello 5 è la medesima. Il PD contribuisce con il 50,74% dei voti del No, Fratelli d’Italia con l’8,6%, la Lega con il 2,47%, mentre l’elettorato spoletino del M5S delle europee 2019 non fornisce alcun contributo al No referendario.
In questo caso è il PD fare la parte del leone in termini consensi per il No referendario, seguito a distanza dal Fd’I e dalla Lega.
Su 100 astenuti al referendum 2020, la Lega fornisce un contributo del 17,14%, il 5,21% sono elettori che alle europee 2019 avevano votato M5S, Fratelli d’Italia apporta il 2,61%, mentre il PD non contribuisce all’astensionismo.
Come si noterà nel cartello 5 la somma per riga non fa il 100%: le percentuali mancanti sono ascrivibili agli altri 11 partiti che parteciparono alle europee 2019 e agli astenuti.
Gli atri 11 partiti che parteciparono alle europee 2019 hanno contribuito per circa il 38% al risultato referendario 2020 del No a Spoleto, mentre coloro che si astennero alle europee 2019 hanno confermato la loro scelta astensionistica per circa il 70%.
APPENDICE - NOTA MINIMA BIBLIOGRAFICA E METODOLOGICA
I flussi elettorali sono frazioni di elettorato che - tra un’elezione e un’altra - mutano o confermano il proprio orientamento elettorale. Lo studio scientifico di ciò, va sotto il titolo di «analisi dei flussi elettorali» ed è un campo in cui si fa largo uso di modelli statistici.
In genere, questo tipo di analisi si effettua sulla base dei risultati dei partiti tra due opportune elezioni, tuttavia è possibile considerare dinamiche di "flusso" anche tra quantità di idonei caratteri sociali dell’elettorato e i risultati elettorali: ne sono un tipico esempio le relazioni tra condizione lavorativa (oppure età, titolo di studio, livello del reddito, etc.) e le scelte elettorali.
Nel prevalente dibattito pubblico giornalistico, concernente i risultati elettorali, ci si concentra molto sulle percentuali di consenso ottenute dai vari partiti, tuttavia essendo queste calcolate solo sui voti validamente espressi, si omette l’informazione concernente coloro che si sono astenuti, così può accadere che un partito incrementi le proprie percentuali di consenso ma perda elettori. Nell’approccio scientifico all’analisi dei flussi elettorali, invece, si tengono in opportuna considerazione tutte le possibili scelte dell’elettore ivi inclusa l’astensione, l’annullamento della scheda, il voto nullo, la scheda bianca, oltre che, naturalmente, il voto valido.
L’analisi dei flussi elettorali può rivelare, altresì, dinamiche sommerse tra apparenti identità di consistenza elettorale di un’opzione politica, infatti – ad esempio - può accadere che un partito pur registrando il medesimo livello di consenso assoluto in due elezioni diverse, abbia avuto notevoli flussi di voto in uscita e altrettanti flussi di voto in entrata che - producendo un saldo nullo fra loro - mascherino questa movimentazione.
La stima scientifica dei flussi elettorali può realizzarsi, essenzialmente, con due tecniche: una basata sull’intervista diretta a un campione statistico di elettori e un’altra attraverso regressioni ecologiche che utilizzino risultati reali, rilevati a livello di sezione elettorale, tra due votazioni. Quanto presentato nei Cartelli 4 e 5 di questo lavoro è il frutto dell’utilizzo della seconda tecnica, in particolare si dichiara l’impiego del «modello di Goodman».
Coloro che valessero studiare la trattazione originale del modello in parola possono riferirsi a «L. Goodman, EcologicalRegression and the Behavior of Individuals, American Sociological Review, XVIII, Vol. 18, 1953, pp. 663-664», quelli invece che volessero approfondire il modello con un testo in italiano possono consultare «Piergiorgio Corbetta, Hans M.A. Schadee, Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali, Il Mulino, 1984», mentre coloro che volessero averne un’idea rapida e molto semplificata possono far riferimento al cap. 4 di una mia pubblicazione, ritracciabile online all’indirizzo:
https://online.fliphtml5.com/oxjqo/eshe/
In questo piccolo lavoro si prendono in esame i risultati delle elezioni europee 2019 a Spoleto e gli esiti del referendum costituzionale 2020 a Spoleto. Il modello statistico utilizzato presuppone l’identità dell’elettorato, dunque per ridurre al minimo la deviazione da questo presupposto si è scelto di raffrontare i risultati del Referendum costituzionale 2020 con le elezioni generali più prossime, cioè le europee 2019. Inoltre, il lavoro si è concentrato su quattro forze politiche: Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia.
Si precisa che la categoria «astenuti» è data dalla differenza tra il numero di «elettori» e il numero di «voti validi».
Sono state prese in esame 40 su 42 sezioni elettorali a causa di problemi di outliers.
I Cartelli 1 e 3 sono l’espressione grafica di semplici statistiche descrittive, la precisione delle scale cromatiche del Cartello 2 è stata ottenuta con la scrittura di un semplice programmino informatico in VBA, mentre i Cartelli 4 e 5 sono la rappresentazione grafica di statistiche inferenziali attraverso il citato «modello di Goodman».
L’errore statistico è quantificato dall’indice VR: quanto più esso è elevato maggiore è l’incertezza della stima. In letteratura scientifica si accetta l’idea che valori di VR inferiori a 10 indichino un buon modello, valori di VR tra 10 e 15 indichino un modello da prendere con le dovute accortezze, mentre modelli con VR maggiori di 15 andrebbero rifiutati.
In questo lavoro l’indice VR è 8,13, quindi buono.
L’indice R2 descrive la capacità delle rette di regressione di adattarsi ai dati reali. R2 può variare tra 0 e 1. Valori prossimi a 1 indicano un buon adattamento delle rette di regressione.
Si riportano, di seguito, i valori registrati per le rispettive regressioni.
R2 Sì = 0,992; R2 No = 0,978; R2 Astenuti = 0,997.
Infine, si dichiara che l’algoritmo di convergenza usato è quello noto come «Iterative Proportional Fitting Procedure» di Deming-Stephan con un massimo di 1,00E+4 iterazioni e un’approssimazione di convergenza massima dell’ordine di 1,00E-5.
Alfredo Andreani
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