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Spoleto, le promesse di Max Pincione accompagnano la società verso il baratro

 

Tifosi tra esaurimento e rivolta. Il 10 agosto termine ultimo per non scomparire

 

La pazienza ha un limite? Sarebbe meglio per tutti non scoprirlo. Si chiama effetto Max alias Pincione il test da evitare per il bene delle coronarie dei tifosi. Non hanno fatto in tempo a riconciliarsi con la grande voglia di salvare questo Spoleto da parte di Alberto Del Frate, che già stanno lì a domandarsi se dovranno digerire a breve il rospo della sparizione della società biancorossa. E l’assurdo è che l’ex direttore generale del Pescara, che si è beccato una condanna in primo grado per il crac del Delfino dal tribunale della città abruzzese, è solo un’entità virtuale. Che appare in videoconferenza giusto il tempo per un fugace saluto, e rimanda tutto a un domani che, molto probabilmente, non ci sarà.

Ed è questo il gioco al logoramento nel quale sta tentando di tenere i nervi saldi Alberto Del Frate. Dopo l’ennesimo tentativo, andato in fumo, di chiarire il destino dello Spoleto, c’è solo da aspettare che il braccio destro della Principessa Norah Al Saud dica chiaramente all’ex diesse biancorosso: “Caro Alberto, ci dispiace. Ma la nostra esperienza con lo Spoleto finisce qui”. Ed è proprio ciò che segna il confine, nel tifoso spoletino, tra l’esasperazione e la rivolta. Tra l’accettare tutto e prendere atto di quello che è inaccettabile. La mancata iscrizione dello Spoleto, con la cancellazione dalle scene del calcio dilettantistico, lo sarebbe. Per tante ragioni.

Ormai il tempo delle promesse, dei rinvii, dei “domani vedremo”, è davvero scaduto. Non ci saranno altre promesse, niente di niente, a medicare questa volta la ferita. Se i laboratori biochimici di Harvard misurassero il livello di stress del tifoso spoletino, i rilevatori salterebbero.

Lasciamo stare il calvario degli anni recenti, attese deluse, risultati mancati, strappi e dispiaceri a ripetizione. Ma cancellare lo Spoleto dalla mappa del cuore biancorosso sarebbe un atto vicino al sadismo. Le cose vanno chiamate per quello che sono. Al di là dei videomessaggi della presidente, questa società non ha quasi mai dimostrato di voler cercare un rapporto empatico con la pancia dei suoi tifosi.

La speranza, si dice, sia l'ultima a morire.  E sino al 10 agosto, quando scadrà il termine per l'iscrizione al campionato di Eccellenza, ci si può aspettare il colpo di teatro. Il diesse Alberto Del Frate questo lo sa, e non alzerà bandiera bianca sino alla notte in cui cadono le stelle: quella dei desideri da tenersi dentro.



I commenti dei nostri lettori

Osvaldo

4 anni fa

Pincione non è stato l'ex direttore generale ma ex presidente. Ci parlò per mesi del suo socio sceicco che doveva investire non so quanti milioni e portarci in champions in 3 anni portandoci invece nel baratro. NON FATELO ENTRARE IN CITTA', PER L'AMOR DI DIO!

bofospring

4 anni fa

Lo abbiamo detto, all'inizio, quasi tutti: "Come si fa a fidarsi di un "personaggio" simile?! Coinvolto in fallimenti di più di una società sportiva (Pescara, Grosseto...)" Ed infatti, eccoci qua a commentare quello che era facilmente pronosticabile.

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