cronaca

Rubate le foto storiche al Comunale

 

Tra i cimeli sparite le immagini della promozione in C 2 della Fortis di Marcello Pasquino

 

Una delle peculiarità che distinguono i ladri dagli altri criminali è quella di compiere azioni che procurano un guadagno personale danneggiando il prossimo. In sintesi si può dire che i ladri sono al tempo stesso malevoli e cretini. Non si riesce a capire, infatti, quale possa essere il tornaconto economico per coloro che hanno rubato le foto storiche del calcio spoletino che erano conservate nei locali della sala stampa del Comunale. Un furto che rischia di passare sotto silenzio, visto che nessuno lo ha sinora denunciato. Tanto più l’Assessorato comunale allo sport. Che vantaggio possono avere questi cretini nel portarsi a casa la foto di Helenio Herrera mentre dirige l’allenamento della Roma, o quella in cui parla con il decano e maestro del giornalismo sportivo, Sandro Morichelli? Che cosa hanno ottenuto portandosi a casa la foto di Marcello Pasquino, che viene portato in trionfo in quella memorabile domenica del 7 maggio 2006 quando, battendo per 1 a 0 la Picchi Livorno con una mefistofelica punizione di Falzone, guadagnò la promozione in C2 con la Fortis Spoleto? Quale piacere ha guidato la loro mano quando hanno staccato la foto del settore “prato” con i nomi dei protagonisti di quella irripetibile impresa?

I ladri provocano in ognuno di noi un senso di rabbia e d’impotenza. In realtà si possono – anzi si devono – contrastare. Innanzitutto mettendo in campo tutti gli strumenti per combatterli. Sarebbe bastata una porta blindata o un sistema anti intrusione. La malvagità di chi odia la bellezza del patrimonio sportivo di un'intera città si sposa, purtroppo, con l’incuria delle autorità che tollerano simili nefandezze. E, in alcune menti particolarmente bacate, che non si possono assolutamente giustificare, può aver dato l’idea di una indifferenza o, peggio, di una sorta di “via libera” ad ogni istinto predatorio.

Il problema, com’è evidente, non ha a che fare soltanto con il civismo. C’è qualcosa di molto, molto più grande e cruciale in questa fase che deve essere di ripartenza. Anche della valorizzazione del patrimonio storico-sportivo. Se questo è un bene da tutelare, come del resto lo stadio che è uno tra i pochi in Italia a sorgere in pieno centro storico (l’altro esempio è Siena da cui si dovrebbe imparare molto, nonostante le vicende finanziarie), deve essere trattato come una priorità, una priorità vera. Da parte sia dell’amministrazione comunale sia della società sportiva che ne cura la gestione. Il fatto che sia stato profanato un luogo dove erano custodite le memorie dei grandi eventi calcistici cittadini è uno spunto simbolico da prendere al volo. E non certo dalla Principessa Norah Al Saaud se, come è ormai certo, il Comunale tornerà nelle mani dello Spoleto.



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