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Calcio integrato, la Ducato celebra i suoi campioni

 

 

Aspettavano tutti l'ovazione per la prima squadra gialloverde. Ma, al Teatro Romano, la standing ovation è stata tutta per loro: i ragazzi del calcio integrato. Che la Ducato sia una società viva ed un passo avanti alle altre sul piano della valorizzazione del calcio 


come strumento di integrazione sociale (una sorta di mantra per il presidente Michele Zicavo), lo dimostra la creazione di questo team formato da ragazzi normodotati e da alcuni disabili. Tra questi, chi si è conquistato la passerella è Luca Maggiori. Lui viene da Montefalco ed ha trovato nel calcio il suo piccolo mondo di gloria. "Una volta - racconta - sono stato a Coverciano ed ho segnato un gol che valeva doppio. Sapete perché? L'ho fatto in rovesciata!". E giù una marea di applausi. Come quelli che ha riscosso Luca Santon, aspirante cronista e, un tempo, tifosissimo della Monini. Sino a quando la sua passione per il volley è stata tradita nel modo inglorioso in cui tutti sappiamo. Ora Luca guarda le partite su Sky e commenta quelle dei suoi compagni con la stessa verve. "Siamo una delle poche società in Umbria che ci dedichiamo a questo tipo di attività - spiega l'istruttore Davide Feliziani che si occupa del progetto insieme alla insegnante di educazione fisica, Emanuela Clementini, vedova del compianto sindaco Fabrizio Cardarelli-. La squadra è composta da ragazzi normodotati, che però non possono segnare ma passare la palla ai loro compagni diversamente abili. L'integrazione sta proprio qui. Non tanto nel momento sportivo, ma in quello di coesione e confronto tra ragazzi. Che hanno cementato una grande amicizia". La squadra di calcio integrato viene invitata spesso a disputare esibizioni in diverse città umbre e non solo. "Ci sono società che, purtroppo, fanno finta di avere in organico squadre di calcio integrato - aggiunge Feliziani -. In Umbria, credo che ai nostri livelli ci sia solo la Polisportiva Don Bosco di Perugia".
Poi, un invito al Comitato umbro della Federazione gioco calcio. "Qualcosa si sta facendo - conclude Feliziani -, ma è ancora poco. Speriamo che la presenza del consigliere regionale Emili abbia fatto capire come la Ducato ci tenga a questi ragazzi e che, se bisogna cambiare la cultura del calcio, si deve iniziare a pensare anche a chi non ha avuto gli stessi mezzi, ma sopperisce con l'entusiasmo e la passione alla sua condizione psicofisica". Vedere questi ragazzi portarsi la mano sul petto al suono dell'inno di Mameli, o recitare insieme agli altri il giuramento del calciatore, è stata un'istantanea rimasta impressa nella mente e nel cuore di tutti.


 



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