economia

La Banca Popolare di Spoleto non esiste più

 

Approvata dai soci l'incorporazione con Desio e Brianza. Finisce definitivamente un'era

 

Liscia come l'olio, come da copione, l'assemblea degli azionisti della Banca popolare di Spoleto ha approvato, nel corso della seduta straordinaria di ieri 7 maggio, il progetto di fusione per incorporazione dell'istituto di credito locale nella controllante Banco di Desio e della Brianza, presieduta


da Stefano Lado. Per effetto della fusione, agli attuali azionisti Bps sarà assegnata in concambio un'azione ordinaria di Banco Desio per ogni cinque azioni ordinarie del vecchio istituto. "Nel caso in cui - si legge su teleborsa.it - un azionista di Banca Popolare di Spoleto detenga un numero di azioni BPS che non rappresenti un multiplo di 5, le azioni ammesse al concambio di detto azionista saranno arrotondate per difetto al numero multiplo di 5 inferiore, mentre le azioni residue saranno acquistate da Banco Desio ad un prezzo pari a euro 0,3818, corrispondente ad un quinto della media delle quotazioni giornaliere delle azioni ordinarie Banco Desio, ponderata in base ai volumi di negoziazione, registrate nei giorni di borsa aperta ricompresi nei 90 giorni di calendario antecedenti la delibera di approvazione del Progetto di Fusione da parte dei Consigli di Amministrazione (pari a Euro 1,9092).

La fusione ha già ottenuto l'autorizzazione da parte della Banca d'Italia e, a questo punto, per renderla operativa manca soltanto il placet dell'assemblea di Desio, convocata per domani 9 maggio in prima convocazione e, in seconda, dopodomani 10 maggio. Una volta ratificata la fusione, verranno annullate tutte le azioni Bps che rappresentano l'intero capitale sociale dell'ormai ex istituto di credito spoletino, che cessa definitivamente di esistere con una sua - pur meramente formale - autonomia.
Per realizzare il concambio "1 a 5", Banco Desio sta per deliberare un aumento di capitale del valore di 2,987 milioni di euro, mediante emissione di 5.745.807 azioni ordinarie, al valore nominale di 0,52 euro ciascuna.

Anni e anni di politiche autodistruttive, faide personali, favori e veti incrociati con la politica locale e regionale e, soprattutto negli ultimi anni, indifferenza più totale da parte del mondo politico nazionale e regionale, hanno condotto al disfacimento dell'intero sistema economico della città di Spoleto, che fino a pochi lustri fa poteva contare su ben due istituti di credito autonomi e altrettante fondazioni, mentre ora vede - e in molti casi ha già visto - chiudere tutte le sue realtà produttive più floride.



I commenti dei nostri lettori

cittadino di spoleto

5 anni fa

in conclusione, si ha la sensazione di un assemblea bulgara dei tempi che furono.

Socio BPS e SCS

5 anni fa

Ho partecipato, con una certa mestizia , all’Assemblea Straordinaria BPS e convengo con Ubaldi che si è trattato di un copione giá scritto, ovvero di una morte annunciata, da tempo. Dove concordo poco è che tutto sia filato liscio come l’olio;invece, direi che ci sono stati tre elementi significativi, degni almeno di far discutere. Il primo: all’inizio l’A.D. di Banco Desio, dr.Cartone, ha comunicato che era presente,ed aveva chiesto di entrare nella discussione, un certo avvocato (mi pare che il nome sia Fanini) che intendeva rappresentare la SCS in fallimento e, quindi, era di fatto un delegato del curatore fallimentare dr. Faina. Cartone ha però subito precisato che non era stata ancora verificata la validitá della delega, e che l’esame avveniva a Milano, presso l’Unicredit. Intanto però, l’avvocato poteva esporre le sue tesi, che così si possono riassumere :il progetto di fusione era fortemente penalizzante per la SCS e per i suoi soci, il rapporto di concambio (cinque a uno) era incongruo, ed ancor più il valore dei titoli, indicato da consulenti di cui andava vidimata la terzietá. Terminato l’intervento, il dr. Cartone ha precisato che, se fosse giunta la verifica favorevole, l’esternazione sarebbe stata verbalizzata. Altrimenti , niente. Intanto, i presenti venivano invitati a partecipare ad un rinfresco, durato circa venti minuti. Il secondo: dopo il rinfresco, è arrivato un incaricato di segreteria annunciando che la verifica non c’era stata e quindi l’intervento dell’avvocato veniva cassato.A quel punto , l’AD Cartone non ha ritenuto opportuno di riaprire la discussione, che la vicenda delega-non delega aveva fortemente condizionato Il terzo: il rappresentante della SCS nel Consiglio della BPS, che pure nel CDA si era astenuto, manifestando fondate perplessitá, ha pensato bene di non partecipare all’Assemblea Straordinaria , nel corso della quale avrebbe potuto, in sede appropriata, esporre le sue riserve. L’assenza, considerato l’importante ruolo ricoperto, assume un evidente significato. Quindi: tutto previsto nel copione, ma si trattava di una tragedia, di una commedia o, magari, di una farsa?

roberto

5 anni fa

Giampy mi scusi può spiegarmi le responsabilitá di questo Sindaco sulla chiusura della Pozzi della Minerva ed ora sulla situazione dell BPS? Mi spiega come può paragonare Vini nel mondo con Don Matteo? Ha presente che differenza di visibilitá nazionale e mondiale (ne sará sorpreso ma ci sono anche turisti stranieri che nei loro paesi vedono Don Matteo) danno le due manifestazioni? Lasciamo in pace Don Matteo, avremo modo di rimpiangerlo nei prossimi anni!

Giampy

5 anni fa

Così finisce un'era di auge per Spoleto!!!! Quello che mancava da svendere, è stato definitivamente svenduto, regalata, il gioiello spoletino , la banca degli spoletini è stata svenduta dagli attuali amministratori e azionisti (SPECIALMENTE LORO!!!! perché proprietari di azioni) e dai nostri cari politici spoletini, con il nostro amato Sindaco, che non hanno mosso una paglia, non hanno detto, proferito una parola, non hanno fatto nessun'atto, un'azione concreta per salvarla, Grazie a questi uomini!!!!!! Cosa è rimasto a Spoleto; dopo la chiusura della Pozzi, della Minerva, della cava Cementir, e Vini nel Mondo, adesso la nostra banca; il Festivallino di Spoleto e la solfa infinita ed ormai indigesta, mal digerita, dolorante, ed anchilosata serie tv, di Don Matteo, pagati profumatamente con l'erogazione di finanziamenti pubblici, con le tasse che pagano gli spoletini, e con la tassa i soggiorno che pagano i turisti; perché non vi vendete anche questi? Il signor Cesari si è rivoltato nella tomba: Cari politici perché non avete voluto salvare la banca? Spero che in seguito non vi svendiate anche il fiato degli spoletini. Ce ne ricorderemo alle prossime elezioni. Addio cara BANCA POPOLARE DI SPOLETO, Giampy

Gabriele V. R. Martinelli

5 anni fa

Nel salotto della mia modesta casa romana spicca “La Madonna della Seggiola”, appartenente alla mia famiglia fin dal Settecento, la fotografia di mia zia Suor Teresa, al secolo Lida Martinelli, per diciotto anni amministratrice generale delle Suore della Sacra Famiglia, un porto d’armi dato dal prefetto napoleonico del Trasimeno, da palazzo Travaglini, nell’attuale via Tobagi, ad un mio antenato di nome Luigi Conti. Appesi al muro ci sono soprattutto documenti e fotografie riguardanti il mio bisnonno Francesco Salvatorelli, tra gli altri un diploma rilasciatogli dal Ministro dell’Interno per la sua partecipazione alle campagne garibaldine, una foto di lui tra i dirigenti della miniera quando era capo del personale, prima di essere licenziato per aver difeso i minatori contro l’amministrazione, altri ricordi. Incorniciato nel mio salotto c’è anche un certificato azionario della Banca Popolare, a nome di mia nonna Maria Salvatorelli in Martinelli. Che tristezza guardarlo stasera, quante speranze di famiglie spoletine finite così…

Il qualunque

5 anni fa

Un grazie speciale con menzione va fatto agli ultimi presidenti e a tutti i consiglieri di amministrazione che con spirito tutt’altro che di servizio hanno permesso questo inglorioso finale alla storia di una Banca Nata per volontá del visionario Cesari

Musedu

5 anni fa

Giulio Cesari ringrazia tutti!

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