le interviste di Sol

Amministrative, De Augustinis: 'Lavoro, ricostruzione e bilancio le mie priorità per far volare Spoleto'

 

'Le banche devono cambiare atteggiamento'. E sulla mobilità alternativa: 'Costruiamo la città dei sogni, con la Rocca e Lucrezia Borgia protagonisti accanto a tante altre mete'

 

Le tre priorità del sindaco De Augustinis durante i primi 100 giorni di governo in caso di vittoria. "Tanto per cominciare queste elezioni capitano proprio a ridosso dell'apertura del Festival. Reputo questa una prima occasione per vedere da vicino se il Festival dei Due Mondi avrà il successo che merita. A parte questa priorità di forza maggiore, ritengo che dovremo


concentrarci sulle questioni del lavoro, dei finanziamenti per i restauri degli edifici pubblici e un serio controllo sui conti dell'ente, per comprenderne le reali disponibilità".

Partiamo dal lavoro. "Dobbiamo immediatamente aprire un tavolo di trattativa con il Ministero del Lavoro e con quello dello Sviluppo economico. Forse il prossimo governo accorperà i due ministeri in uno unico, con a capo Luigi Di Maio, il che senza dubbio innalza il livello del discorso. Dato che sembra proprio che il ministro sarà il leader dei 5 Stelle, ritengo che sarà doveroso avviare un'interlocuzione anche con quelli che a Spleto continuano ad essere rappresentanti del movimento: che diano una mano, perché il lavoro è una priorità e l'appartenenza politica non conta niente su questo tema. Dobbiamo assolutamente capire il futuro delle aziende in crisi, l'ho detto anche nel corso dell'incontro con gli operai".

Quindi i 5 Stelle, esclusi non si sa ancora bene per quale motivo dalla competizione elettorale locale, potrebbero tornare protagonisti a urne chiuse. "Hanno diverse idee interessanti, alcune penso di rubargliele (sorride, ndr), per esempio sull'imprenditoria giovanile. Chi vorrà collaborare sarà sempre il benvenuto".

La seconda priorità di cui parlava è l'edilizia pubblica. "Vogliamo sapere quando arrivano i finanziamenti per gli uffici e l'edilizia pubblica di Spoleto".

Intende i fondi per la ricostruzione post-sismica? "Intendo tutto: terremoto, danni diversi, danni da cattiva amministrazione... danni vari, insomma. Dalle istituzioni non vogliamo promesse, vogliamo sapere quando arrivano i quattrini per davvero. E' indispensabile che l'amministrazione sia posta nelle condizioni di intervenire subito su molte situazioni di degrado assoluto. Le risorse che sono già presenti le utilizzeremo per opere specifiche, come ad esempio la caserma Minervio lungo il lato di piazza Garibaldi. In questo caso i soldi ci sono e, con essi, la possibilità di provvedere da subito a offrire un biglietto da visita decente per chi arriva a Spoleto da quel lato. Non è male anche l'interlocuzione con qualche cooperativa di Spoleto, che in termini di housing sociale - mi si passi l'espressione - ha dimostrato di avere delle idee da valorizzare".

E chiudiamo la carrellata delle priorità con il bilancio... "Su questo punto occorre effettuare un'attenta ricognizione e poi sanare laddove se ne presenti la necessità. Diciamo che ciò che ci attende è un'eredità con beneficio d'inventario. La ricognizione deve riguardare anche le reali disponibilità di cui dispone l'ente. Per esempio, se si può fare qualcosa in materia fiscale la facciamo subito, ma prima dobbiamo appurare per bene quali sono le entrate e le uscite. Dobbiamo capire cosa c'è e cosa non c'è nel bilancio preventivo del Comune".

A proposito di bilancio e di materia fiscale, gli amministratori uscenti - tra i quali figurano due dei Suoi competitor - si vantano di aver sanato il buco di bilancio trovato in eredità senza avere aumentato le imposte ai cittadini... "Sulle imposte dico che è vero, non le hanno alzate ma per il semplice motivo che a Spoleto abbiamo già le aliquote massime, le più alte d'Italia, dunque le imposte non erano ulteriormente innalzabili... Riguardo il debito di bilancio, è stato risanato contraendo un altro debito. Si tratta di un mutuo trentennale preso con la Cassa depositi e prestiti, quindi si paga. L'unico aspetto positivo è stato che Spoleto aveva le carte in regola per accendere questo mutuo, a differenza di altre città".

Cosa pensa della situazione relativa alla Protezione civile a Spoleto? E in particolare del gruppo comunale. "A Spoleto la protezione civile sta probabilmente subendo gli effetti della concentrazione a Foligno, che è fuori del cratere, della centrale operativa unica dell'Umbria. Di conseguenza, non essendoci un feedback diretto con Spoleto, che forse avrebbe avuto più titolo per essere il centro cui destinare la gestione di questo tema, la nostra prociv è rimasta emarginata. Riguardo la situazione del gruppo comunale, invece, l'idea che mi sono fatto per ora è meglio che non la dico... Forse bisognerà fare una riflessione, anzi senza forse: faremo una riflessione per valutarne meglio in concreto professionalità, competenze e trasparenza dei suoi effettivi. La nostra amministrazione deve rispondere a tre caratteristiche: dobbiamo essere professionali, competenti e trasparenti, dobbiamo far capire alla gente cosa succede, condividere tutti i fatti che sono di interesse generale. Nel momento in cui dici chiaro e tondo come intendi operare, può darsi che qualcuno non sia d'accordo sulla tua linea ma di sicuro puoi guardarti allo specchio serenamente".

Come vede la sua giunta? "La vedo composta da persone dotate della massima professionalità, competenza e trasparenza, cioè in linea con i nostri principi".

D'accordo, ma ha già in mente qualche nome? "No, perché ritengo che dipenderà dall'esito delle elezioni. Stiamo parlando di una 'pentalleanza', cinque liste in coalizione. Tutti avranno il loro spazio. E dico di più".

Prego. "I miei assessori potrebbero addirittura essere tutti dei tecnici. Chiaramente tecnici d'area politica".

In apertura di intervita ha accennato al Festival. Parliamone più nel dettaglio. "Il Festival dei Due Mondi, in questo momento, ha uno statuto che è piuttosto obsoleto, bisogna metterci mano. L'ultima volta è stato fatto nel 2013, adesso andrebbe un po' rivisto anche perché altre norme sono entrate in vigore e qualche cosa va fatto. Questo però richiede, ovviamente, il coinvolgimento di vari soggetti: non possiamo pensare che il sindaco e la giunta decidano cosa fare del Festival. Sono coinvolte altre istituzioni. Ritengo comunque che professionalità e competenze dovrebbero essere internazionali".

E quindi, magari, scelte attraverso un bando internazionale? "E' prematuro dirlo, ma ci penseremo perché professionalità e competenza sono fondamentali. Per ora facciamo questo Festival qui, che inizia dopo le elezioni. Poi valuteremo".

Parliamo del centro storico, da mettere a sistema con la mobilità alternativa. Purtroppo, da risorsa invidiata la scala mobile si è trasformata in un mostro mangia-soldi: due milioni di euro l'anno. "In questo caso non si è calcolato il costo che tutto questo apparato avrebbe determinato dopo la sua realizzazione. Soprattutto non è stato calcolato in relazione alle reali possibilità economiche della città . E' come se una persona comune, con uno stipendio normale, abbia preso a lavorare con sé 20 cuochi e dieci camerieri. Evidentemente non è in grado di far fronte a uno sforzo economico di tale entità".

Un problema serio. "Senza dubbio. Per contro, di positivo c'è che con la mobilità alternativa si supera abbondantemente il problema della viabilità nel centro storico. Se utilizzata appieno è una soluzione assolutamente eccellente: nemmeno a Roma hanno scale mobili così ben realizzate, mentre quelle di Perugia non sono neanche paragonabili alle nostre. Però, per farle 'rendere', come si dice, occorre mettere a punto due operazioni".

Quali? "Prima di tutto il sistema della mobilità alternativa va pubblicizzato di più, perché può essere esso stesso un'attrazione, anche turistica. Va venduto meglio il prodotto: spesso neanche si sa che esiste, non è indicato bene. In secondo ordine, intorno al sistema della mobilità alternativa occorre creare delle attrazioni particolari, oppure realizzare indicazioni che indirizzino verso queste attrazioni il movimento turistico, pedonale".

Cosa intende in concreto? "Per ogni località raggiunta dalla scala mobile, per ogni uscita del tapis-roulant, creiamo un sistema di supporto che può essere un tipo di commercio, un percorso religioso per esempio vicino al Duomo, una peculiarità differente: insomma, una mèta per ogni uscita della mobilità alternativa. Poi dovremo anche utilizzare tutte le varie fiction che ci sono a Spoleto...".

Che poi è una sola, Don Matteo. "...Beh, forse se ne farà un'altra. Comunque, a proposito della mèta, non dimentichiamo la Rocca Albornoziana".

Il vero gioiello della città, tagliata fuori dal mondo. "Esattamente. Si può e si deve valorizzare meglio. Gli orari di apertura e chiusura possono essere cambiati, la Rocca può essere utilizzata anche in chiave spettacolo. Per esempio potremmo usare la figura di Lucrezia Borgia, magari con degli ologrammi o con lo stesso sistema in essere presso la Domus Aurea, a Roma, in virtù del quale sarà possibile entrare alla Rocca e viverla come all'epoca di Lucrezia, nel XVI secolo. Se si crea una sinergia tra l'arrivare con la scala mobile e ritrovarsi in un mondo assolutamente fantasmagorico e virtuale, che ci riporta indietro nel tempo, allora si è in grado di offrire uno shock emotivo forte,  emozionare il visitatore e porre Spoleto sotto un aspetto storicamente meraviglioso. Ma il 'meraviglioso' dobbiamo cercarlo in certi posti, tra arte e storia. Andiamo alla Rocca e rivediamo Lucrezia che si muove e ci racconta la sua, di storia: forse ci possiamo emozionare e, soprattutto, abbiamo trovato una mèta. In quest'ottica anche la mobilità dolce trova il suo senso, adeguandosi ai tempi con il suo passo lento e costante, rendendo reale il concetto di mèta e facendo crescere, nel visitatore, il gusto dell'attesa".

Si parlava di lavoro, poc'anzi. A Spoleto esiste il problema delle aree industriali e delle infrastrutture che le (mal)collegano. "Penso che l'area industriale degli oleifici se la passi tutt'altro che male. Anzi, recentemente un'azienda importante del nostro territorio (Costa D'Oro, ndr) ha chiuso un accordo con il colosso francese Avril, per la nascita del terzo polo mondiale del settore. Invece c'è un'altra zona che deve essere benedetta, e che è quella di Santo Chiodo, San Martino e San Giovanni di Baiano. Occorre riflettere, aprire un'interlocuzione con chi ci sarà al Welfare e al Mise. Non possiamo andare avanti solo con la cassa integrazione straordinaria, così non si dà un futuro alle persone".

Cosa pensate di fare per le varie vertenze? "L'unica cosa giusta: studiare una ad una le varie realtà e lavorarci sopra, per ottenere risultati. Discorso a parte va fatto per la Maran, che ha potenzialità notevoli e potrebbe essere anche oggetto di un serio interessamento. Poi c'è tutta la partita relativa al settore creditizio, che in questo momento dipende da players esterni, cioè Intesa e Desio. Dobbiamo saperne e capirne di più, e gestire al contempo il fallimento dell'Scs; ma questa è materia quasi giudiziaria. E infine c'è la questione Novelli, che non è solo giudiziaria...".

A proposito di banche, secondo Lei il sistema creditizio quale ruolo può giocare per il rilancio dell'economia locale? "Può e deve essere il volano dell'economia a Spoleto. Il sistema creditizio dovrebbe fornire linfa alle start-up e anche a chi ha voglia di rilanciare imprese già esistenti. Le banche devono essere il vettore, bisogna capire che nella nuova realtà il ruolo degli istituti di credito è diverso rispetto al passato: le stesse banche devono essere responsabilizzate in questo ruolo".

Questo però non può certo farlo il sindaco... "Vero. Com'è vero, però, che il sindaco può chiedere alle banche che lo facciano loro. (Sorride ancora, ndr) Questo sì, si può fare".

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